Cattolica crolla in Borsa, in arrivo nuovo piano per rafforzare la solvibilità
Il cda di Cattolica Assicurazioni, riunitosi ieri per esaminare la lettera dell'Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) che chiedeva immediati interventi di patrimonializzazione, "ha preso doverosamente atto delle indicazioni" arrivate dall'Autority e "pertanto, ha dato mandato al management di preparare un piano nei tempi richiesti, al fine di rafforzare la solvibilità del Gruppo", a cui è stato chiesto di procedere a un aumento di capitale da 500 milioni di euro entro fine settembre, a un piano di rafforzamento delle controllate (da scrivere per la fine di luglio) e allo stop al pagamento dei bonus variabili in azienda.
Il cda che si è riunito dopo la lettera ha voluto ricordare che la missiva non è arrivata a ciel sereno, tanto che già il 22 maggio si era prospettato un piano di rafforzamento patrimoniale misto con un aumento da 200 milioni e l'emissione di un bond subordinato Tier 1 di pari importo; e nello stesso giorno si studiava un piano di rafforzamento di BCC Vita e si dava mandato al management di predisporre per fine mese un piano per Vera Vita.
Intanto l'ex amministratore delegato, Alberto Minali, dopo essersi dimesso da consigliere nella serata del 29 maggio, ha fatto pervenire un atto di citazione con cui chiede alla compagnia un risarcimento di 9,6 milioni di euro, motivato con “l'asserita mancanza di una giusta causa" della revoca delle sue deleghe, avvenuta il 31 ottobre 2019. Cattolica ritiene "infondate" le pretese, "che saranno oggetto di adeguata risposta in sede difensiva".
Dopo queste notizie, il titolo cede a Piazza Affari il 13,3% a 3,58 euro.
Il cda che si è riunito dopo la lettera ha voluto ricordare che la missiva non è arrivata a ciel sereno, tanto che già il 22 maggio si era prospettato un piano di rafforzamento patrimoniale misto con un aumento da 200 milioni e l'emissione di un bond subordinato Tier 1 di pari importo; e nello stesso giorno si studiava un piano di rafforzamento di BCC Vita e si dava mandato al management di predisporre per fine mese un piano per Vera Vita.
Intanto l'ex amministratore delegato, Alberto Minali, dopo essersi dimesso da consigliere nella serata del 29 maggio, ha fatto pervenire un atto di citazione con cui chiede alla compagnia un risarcimento di 9,6 milioni di euro, motivato con “l'asserita mancanza di una giusta causa" della revoca delle sue deleghe, avvenuta il 31 ottobre 2019. Cattolica ritiene "infondate" le pretese, "che saranno oggetto di adeguata risposta in sede difensiva".
Dopo queste notizie, il titolo cede a Piazza Affari il 13,3% a 3,58 euro.