Carige, corsa contro il tempo per ultimatum Bce. Rumor aumento di capitale (GRAFICI)
Carige osservata speciale, così come le due banche venete, Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Oggi si riunirà il cda di Bpvi e anche quello di Intesa SanPaolo che, insieme a UniCredit ha mostrato apertura all’erogazione di fondi a favore dei due istituti in difficoltà e a caccia di 1,2 miliardi di capitali privati chiesti dall’Ue.
Carige, Bce ricorda i diktat
Mentre le due banche venete si apprestano a essere di nuovo esaminate dalle autorità europee, Banca Carige riceve un ultimatum dalla Bce, in merito alla gestione degli NPL, ovvero dei crediti deteriorati. E’ quanto riporta un articolo de Il Sole 24 Ore, che scrive che, “durante l’audio conferenza che ha preceduto il cda, che ha poi sancito la sfiducia all’amministratore delegato Guido Bastianini, la vigilanza europea ha chiesto alla banca di presentare, al più tardi entro il prossimo 23 giugno, un piano definitivo rispetto al tema dei non performing loans e dell’aumento di capitale”.
Già qualche giorno fa, lo scorso giovedì 8 giugno, a Genova era arrivata una lettera firmata da Danièle Nouy, responsabile della divisione della Bce che si occupa della vigilanza delle banche dell’Eurozona.
Carige: caos per esodo consiglieri e assenza AD
Corsa contro il tempo per l’istituto genovese, che attraversa una fase tra l’altro di vero e proprio caos a livello dirigenziale, come confermato dall’esodo dei consiglieri. A uscire Paola Girdinio ed Elisabetta Rubini, seguite poi da Claudio Calabi, Alberto Mocchi e Maurizia Squinzi.
E’ stata la stessa Carige, con una nota, a spiegare il motivo delle dimissioni dei tre consiglieri con la “mancata condivisione delle motivazioni e delle modalità che hanno condotto il Consiglio di amministrazione ad approvare la sfiducia all’amministratore delegato” Guido Bastianini.
Sta di fatto che, oltre ad avere praticamente un cda falciato, Carige è orfana anche di un amministratore delegato che possa traghettare l’istituto in una fase di risanamento considerata vitale, a causa del diktat della Bce relativo alla gestione degli Npl e all’operazione di aumento di capitale.
Carige, presidente Tesauro: “siamo tutti tranquilli”
Per ora si cerca di ovviare alle lacune dirigenziali affidando le deleghe dell’ex AD Bastianini a un direttore generale, come ha confermato il presidente Giuseppe Tesauro, a margine dell’incontro su «La rinascita delle frontiere. Cosa cambia dopo il codice doganale dell’Unione», che si è svolto nella sede della banca.
Lo stesso Tesauro ha rassicurato che “il nuovo amministratore delegato arriverà a giorni. Comunque prima della fine del mese. La ricerca è già in atto”.
Il presidente ha aggiunto che sul futuro dell’istituto “siamo tutti tranquilli” e ha anche assicurato che i tempi fissati dalla Bce per la cessione deglio Npl e la ricapitalizzazione”saranno rispettati”, precisando che “una fetta di Npl l’abbiamo già licenziata, per l’altra non ci vorrà molto tempo”. In ogni caso, il titolo ieri è stato colpito dalle vendite e ha ceduto fin oltre -3%, in un mercato azionario che ha fatto comunque i conti con una sessione all’insegna delle vendite.
“Noi siamo in contatto con la Bce e faremo tutto d’amore e d’accordo”, ha detto Tesauro.
Carige, soluzione in base a schema UniCredit?
Intanto, Il Sole 24 Ore scrive che, riguardo alla questione della ricapitalizzazione, “sul tavolo ci sarebbe anche “l’ipotesi dello schema UniCredit”.
Proprio la banca italiana, secondo quanto scrive Marco Ferrando nell’articolo, dimostra che “il mercato non si spaventa, anzi reagisce con particolare interesse ai maxi aumenti destinati a fare una pulizia completa (o comuque significativa) al capitolo crediti in sofferenza”.
Di conseguenza c’è chi sta valutando “un’azione in contropiede“, ovvero un aumento di capitale di un valore che sia ben superiore ai desiderata della Bce.
“Inizialmente doveva essere da 450 milioni, analisti e rumors di mercato puntano su 600, gli advisor avrebbero stimato che il fabbisogno in realtà sarebbe di 800 milioni. Ora c’è chi vedrebbe positivamente una manovra di rafforzamento superiore, da un miliardo o anche di più”.
Ma in cosa consiste lo schema UniCredit?
Il riferimento, spiega Il Sole è al progetto Fino, acronimo di (Failure is not an option), con cui l’AD Jean-Pierre Mustier ha provveduto allo scorporo di crediti deteriorati per un valore di 17,7 miliardi di euro attraverso due accordi, siglati con i gestori dei fondi Usa Fortress e Pimco.
Si tratta di una operazione che, precisa Il Sole, “consente di agire più radicalmente sui crediti e beneficiare dei recuperi di valore“. E proprio con “l’enorme massa di npl che è uscita dalla banca, UniCredit ha potuto collocare con maggiore facilità il suo aumento da 13 miliardi”.