Caos Francia destabilizza anche l’euro-dollaro. Le Pen affossa governo Barnier, balzo spread Oat-Bund
Inizio di settimana incandescente per Parigi. Il governo Barnier è sempre più in bilico dopo che il partito di Marine Le Pen ha fatto intendere che le possibilità che voti la mozione di sfiducia sono al momento molto elevate se le sue richieste sul budget 2025 non saranno soddisfatte.
Spread Oat-Bund torna a impennarsi, in affanno anche l’euro
Lo spread Oat-Bund, ossia il differenziale di rendimento tra le obbligazioni governative francesi a 10 anni e quelle tedesche di pari durata, si è ampliato fino a 85 punti base dopo che il partito di estrema destra francese Rassemblement National (RN) ha minacciato nuovamente di sostenere un voto di sfiducia sul sul bilancio, che potrebbe far cadere il governo del primo ministro Michel Barnier, in carica da settembre, nel giro di pochi giorni.
Il premio di rischio sulle obbligazioni francesi a 10 anni è sui massimi dalla crisi del debito sovrano dell’area dell’euro con livelli più che raddoppiati in pochi mesi. Le tensioni sono iniziate con le elezioni anticipate indette a giugno dal presidente Emmanuel Macron e poi sono continuate alla luce dell’elevata instabilità politica post-voto.
Gli ultimi sviluppi pesano anche sull’euro, scivolato fino a -0,8% a 1,0496. A Parigi l’indice azionario Cac 40 viaggia in calo dell’1%, peggior borsa continentale.
Ultimatum di Bardella: “Voteremo sfiducia a meno di miracolo dell’ultimo minuto”
Il presidente del RN, Jordan Bardella, ha affermato che il suo partito voterà la mozione di sfiducia a meno che “non ci fosse un miracolo dell’ultimo minuto” sul bilancio proposto per il 2025 che mira a far risparmiare allo Stato 60 miliardi di euro attraverso aumenti delle tasse e tagli alla spesa.
Il partito di Marine Le Pen aveva dato a Barnier tempo fino a oggi per cedere alle sue richieste, tra le quali gli aumenti delle pensioni, per evitare il collasso del governo. Il voto di sfiducia potrebbe aver luogo già mercoledì. Nessun governo francese è stato costretto a dimettersi da un voto del genere dal 1962. La pesante legge di bilancio predisposta per il prossimo anno è volta a ridurre un deficit in forte crescita che si prevede aumenterà al 6,1% del Pil quest’anno. I tagli previsti nella manovra 2025 miravano a portare il deficit al 5% del Pil l’anno prossimo.
Intanto, il ministro delle finanze ha fatto capire che non c’è spazio per ulteriori trattative. “Il governo francese non accetta ultimatum”, ha detto Antoine Armand.
Spread Francia-Germania verso 100 pb
Tra gli esperti di reddito fisso c’è sintonia nel vedere le tensioni sugli Oat, che da settimana scorsa segnano rendimenti superiori a quelli della Grecia, continuare nel breve-medio termine. Sul mercato adesso lo scenario base è la caduta del governo e Benoit Gerard, strategist di Natixis vede il nuovo livello di equilibrio per lo spread Oat-Bund a circa 100 punti base.
Mauro Valle, head of fixed income di Generali Asset Management, non vede spazio per un calo delle tensioni in questo momento. “O il governo Barnier accoglie le richieste della Le Pen e la legge fiscale per il 2025 prevederà un deficit più alto del 5%, che è l’obiettivo del governo, oppure Barnier decide di far passare la legge utilizzando l’art 49.3, cioè senza approvazione del parlamento, con il concreto rischio che poi il governo sia sfiduciato”, spiega Valle. “In entrambi i casi si ritiene che, per le prossime settimane, lo spread possa continuare a muoversi nel range osservato in questi ultimi giorni, in attesa degli sviluppi politici, con un rischio non marginale che da gennaio in poi, con una ripresa delle attività di finanziamento, il mercato vada a testare il livello dei 100 bps”.
Venerdì S&P ha confermato il rating della Francia affermando che la seconda economia più grande dell’area euro rimane resiliente nonostante l’incertezza politica. Ha citato l’impatto delle riforme del mercato del lavoro sotto il presidente Emmanuel Macron, gli elevati risparmi del settore privato, le esportazioni e l’appartenenza all’Unione Europea. “La crescente frammentazione politica sta complicando la governance fiscale, in particolare ritardando l’approvazione di un bilancio credibile per il 2025”, ha scritto S&P. “Ciononostante, la nostra aspettativa di base è che l’anno prossimo le autorità francesi procederanno con un consolidamento di bilancio pari a poco meno dell’1% del PIL come parte di un piano a medio termine per moderare i disavanzi di bilancio elevati”.