Campari tra le migliori del Ftse Mib post conti 2024. Per analisti “outlook cauto ma rassicurante”

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Una partenza iniziale incerta a Piazza Affari, poi la virata in positivo e l’accelerazione che le permette di posizionarsi tra i migliori titoli del Ftse Mib. Si tratta di Campari che in questo momento avanza di quasi il 5% e si muove sopra quota 6 euro, in una giornata che vede l’indice Ftse Mib risollevare la testa dopo le vendite di ieri.
Il mercato sta analizzando i conti 2024 della società del beverage (segnati da utili in calo e vendite in rialzo), dopo un 2024 che il nuovo ceo Simon Hunt ha definito “un anno sfidante in quanto segnato dagli effetti della volatilità macroeconomica e geopolitica”. Campari ha anche fornito indicazioni sull’anno in corso, un 2025 che rappresenta “un anno di transizione”.
I numeri 2024
Campari ha archiviato il 2024 con le vendite pari a 3.070 milioni di euro, in aumento del 2,4% organicamente e complessivamente del 5,2%. “L’effetto perimetro è stato del +2,7%, principalmente guidato da Courvoisier e dai brand in distribuzione, mentre l’effetto cambio è stato del +0,1%”, precisa la società in una nota. Nel periodo in esame l’Ebit rettificato è invece calato a 605 milioni (-2,5% organicamente e complessivamente del 2,2%), mentre l’Ebitda rettificato è stato di 733 milioni, in crescita del +0,1% organicamente e complessivamente del +0,5%. Numeri migliori delle attese, con il consensus Bloomberg che indicava un Ebit ajdusted e un Ebitda sempre rettificato rispettivamente di 592,5 milioni e di 708,5 milioni.
In termini di utili, l’utile netto del gruppo è stato pari a 202 milioni, in calo del 39%, mentre i profitti in versione rettificata sono scesi a 376 milioni, in calo complessivamente del 3,7%.
“Il 2024 è stato caratterizzato da volatilità macroeconomica e geopolitica che ha contemporaneamente colpito tutte le regioni e che ha impattato i trend nei consumi e nella distribuzione, che hanno generato de-stocking, mentre la normalizzazione post-Covid prosegue – spiega la società guidata da inizio anno da Simon Hunt -. Questo scenario è stato esasperato da condizioni meteorologiche avverse, in particolare in Europa. Nonostante il contesto sfidante, il Gruppo Campari ha nuovamente ottenuto risultati positivi con una crescita organica delle vendite de gruppo del +2,4% e una sovraperformance rispetto ai competitor”.
Campari ha indicato che l’indebitamento finanziario netto pari a 2.377 milioni, in aumento di 523 milioni rispetto all’anno precedente, “dovuto principalmente alle acquisizioni e agli investimenti straordinari, parzialmente compensati da una generazione di cassa solida. Il multiplo di debito finanziario netto rispetto all’Ebitda rettificato è pari a 3,2 volte rispetto a 2,5 volte dell’anno precedente e a 3,5 volte a settembre 2024”. Il dividendo annuale proposto per l’esercizio è pari a 0,065 euro per azione, allineato all’anno precedente.
Target 2025 cauti, con peso dazi
Per quanto riguarda la guidance per il 2025 Campari ha mostrato una certa cautela, indicando anche i potenziali impatti dei dazi. In particolare, la società precisa che “nell’attuale contesto di ridotta visibilità sulla durata dei fattori ciclici, ci si attende che il 2025 sia un anno di transizione”. In particolare, la crescita delle vendite organiche dell’anno è prevista ancora moderata, con un miglioramento del trend nella seconda metà dell’anno, e l’Ebit rettificato organico è previsto rimanere invariato nell’anno.
Riferendosi, invece, al potenziale impatto in dodici mesi dei dazi al 25% sulle importazioni dal Messico, dal Canada e dall’Europa verso gli Stati Uniti, non incluso nella guidance sopra indicata, la stima formulata è di “circa 90-100 milioni prima di potenziali azioni di mitigazione, attualmente in fase di valutazione”. Per il 2025, il possibile impatto, prima di azioni di mitigazione, è previsto essere di circa €35 milioni a partire da marzo 2025 per le importazioni negli Stati Uniti dal Messico e dal Canada.
La guidance di medio termine, presentata lo scorso 29 ottobre, è confermata. Su questo fronte da Campari spiegano che una volta esaurito l’impatto dei suddetti fattori ciclici, il gruppo si attende di continuare a ottenere una sovraperformance rispetto ai competitor e guadagnare quote di mercato grazie alla forza dei suoi marchi in categorie in crescita con un graduale ritorno nel medio-lungo termine a una crescita organica delle vendite midto-high single digit in un contesto macroeconomico normalizzato, escludendo l’impatto di potenziali dazi.
Cosa dicono gli analisti
“Campari ha battuto leggermente il consensus per il 2024 e ha fornito una prospettiva cauta ma rassicurante, in particolare nel medio termine“, commentano gli analisti di Barclays rimarcando che “sebbene le prospettive di margine lordo siano potenzialmente conservative, data l’incertezza sulle tariffe che non sono incluse nelle prospettive dell’azienda per l’anno fiscale 2025, è comprensibile la cautela mostrata”. Gli esperti della banca d’affari britannica hanno rivisto al ribasso del 3% il target price su Campari, portandolo a 7,6 euro da 7,8 euro.
Anche gli analisti di Equita si soffermano sul nuovo outlook che “riflette una maggiore prudenza del nuovo management in un contesto di domanda del settore ancora debole. Restano invece visibili le potenzialità company specific di medio termine: il nuovo ceo ha evidenziato in particolare l’ampio spazio di crescita di Aperol in US, il forte posizionamento di Espolon e le opportunità fuori da US, la presenza ancora del tutto marginale in molte geografie (LatAm, Sud Est Asiatico, Medio Oriente, Africa), le efficienze attese su supply chain e marketing, oltre al taglio dei costi di SG&A”.