Calcio: resa dei conti per i diritti tv, la torta da 1 miliardo potrebbe diventare più grande
Quella di venerdì 13 settembre sarà una giornata cruciale in Lega Calcio. Si discuterà infatti la ripartizione dei diritti televisivi per il prossimo triennio, ovvero quello relativo al periodo che va dal 2015 fino al 2018. Una questione spinosa, in quanto l’attuale sistema sarà discusso, e nelle intenzioni stravolto, dalle cosiddette “sette sorelle”, ovvero quel gruppo di società della Serie A composto da Juventus, Fiorentina, Roma, Inter, Sampdoria, Hellas Verona e Sassuolo, che si oppone alla situazione ritenuta vantaggiosa per i club, tra i quali spiccano Milan e Lazio, che compongono il fronte opposto.
Le “sette sorelle” potrebbero inoltre contare sull’appoggio non diretto, ma che comunque potrebbe garantire un voto in più, del Napoli che si è detto comunque più vicino, pur con qualche eccezione, alle posizioni delle sette società sul piede di guerra. La divisione dei due fronti risale al 18 gennaio scorso quando durante l’elezione del presidente di Lega, Beretta riuscì ad avere la meglio in extremis su coloro che volevano Abodi, già numero uno dei club di Serie B. In quel caso fu fondamentale il caparbio sostegno del presidente della Lazio, Claudio Lotito, in favore di Beretta, e soprattutto i voti che il Milan ed altri club avevano indirizzato verso Enzo Maria Simonelli.
Uno scontro che sembra pronto a riaccendersi proprio nella riunione di domani, visto che le sette società non sembrano destinate ad entrare nella discussione in punta di piedi, bensì pronte a sottolineare, come già evidenziato in una lettera sottoscritta da tutti e sette i club, la scarsa trasparenza riguardo quelli che saranno i criteri di ripartizione dei diritti televisivi del prossimo triennio.
E qui entra in gioco l’advisor che gestisce la vendita dei diritti tv, Infront, che è lo stesso che cura aspetti del marketing e del reperimento di sponsor per società come Milan, Lazio, Genoa, Cagliari e Palermo. Le “sette sorelle” protestano parlando di conflitto di interessi, relativamente ad una ripartizione di risorse fondamentale per mantenere in vita il calcio italiano ed i club del massimo campionato.
Si parla infatti di una cifra che corrisponde all’incirca al miliardo di euro, ma anche su questa tematica c’è scontentezza visto che i club ritengono che la torta da spartire dovrebbe essere più ricca, considerando i passi avanti fatti dal sistema calcio italiano negli ultimi anni e gli sforzi fatti per modernizzarsi ed aumentare la capacità di produrre ricavi. Ricavi che però, analizzando l’altra faccia della medaglia, sono soprattutto dipendenti proprio dai diritti tv, un sistema che finisce col creare differenze marcate tra i top club e le società minori che militano in Serie A.