Notizie Notizie Italia Bufera Popolare di Bari si abbatte sul governo, Di Maio e Renzi dettano le condizioni per salvataggio

Bufera Popolare di Bari si abbatte sul governo, Di Maio e Renzi dettano le condizioni per salvataggio

14 Dicembre 2019 09:53

Non certo un fulmine a ciel sereno, ma il commissariamento della Popolare di Bari si scaglia sul governo Conte in un momento già molto delicato per la maggioranza, già alle prese con dossier delicatissimi quali Ilva e Alitalia. M5S e Italia Viva che non intendono accollarsi la responsabilità politica del salvataggio di un’altra banca e la condizione di urgenza pone la necessità di trovare un compromesso in pochissimo tempo. Il consiglio dei ministri, riunitosi ieri sera alle 22.00, ha espresso “la determinazione ad assumere tutte le iniziative necessarie a garantire la piena tutela degli interessi dei risparmiatori e a rafforzare il sistema creditizio a beneficio del sistema produttivo del Sud, in maniera pienamente compatibile con le azioni di responsabilità volte ad accertare le ragioni che hanno condotto al commissariamento della Banca”.

Il Cdm di ieri sera è durato quaranta minuti con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha informato circa le decisioni prese da Bankitalia rispetto all’istituto pugliese. La riunione non ha visto la presenza di Italia Viva che addirittura avrebbe minacciato la crisi di governo (ipotesi poi smentita) in caso di provvedimento di salvataggio della Popolare di Bari. “La convocazione improvvisa di un Consiglio dei ministri sulle banche, senza alcuna condivisione e dopo aver espressamente escluso ogni forzatura o accelerazione su questa delicata materia, segna quindi un gravissimo punto di rottura nel metodo e nel merito” ha detto a caldo Luigi Marattin, vicepresidente dei deputati di Italia Viva. Lo stesso Marattin questa mattina ha pubblicato un lungo post su Facebook in cui spiega che Italia Viva non è contraria all’utilizzo di risorse pubbliche per evitare il fallimento di una banca. “Nessun vuol fare fallire niente, e niente comunque sta per fallire – precisa Marattin – . La banca prosegue la sua normale operatività, semplicemente sotto la gestione di commissari. È già accaduto molte volte. Ma siamo pronti a qualsiasi cosa serva per evitare ogni tipo di problema ai lavoratori e ai risparmiatori della Banca Popolare di Bari. La Puglia – la regione più dinamica del nostro Sud – è già colpita dalla difficile situazione di Ilva, e non può certamente permettersi altri problemi”.

Dal canto suo il Movimento 5 Stelle, da sempre contrario ai salvataggi pubblici delle banche, ha bloccato il varo di un decreto d’urgenza. La posizione dei grillini è riassunta da Luigi Di Maio: “Pensiamo a un decreto che aiuti i risparmiatorinon gli amici delle banche. Serve un’ampia riflessione prima di vararlo”.

Un nuovo cdm è previsto lunedì.

Il commissariamento deciso da Bankitalia

La Banca d’Italia ha disposto ieri lo scioglimento degli Organi con funzioni di amministrazione e controllo della Banca Popolare di Bari e la sottoposizione della stessa alla procedura di amministrazione straordinaria in ragione delle perdite patrimoniali. Antonio Blandini ed Enrico Ajello sono stati scelti quali Commissari straordinari, mentre Livia Casale, Francesco Fioretto e Andrea Grosso sono stati nominati componenti del Comitato di sorveglianza. A questi ultimi è affidato il presidio della situazione aziendale, la predisposizione delle attività necessarie alla ricapitalizzazione della banca nonché la finalizzazione delle negoziazioni con i soggetti che hanno già manifestato interesse all’intervento di rilancio della banca.
“La banca prosegue regolarmente la propria attività. La clientela può pertanto continuare ad operare presso gli sportelli con la consueta fiducia”, conclude la nota di ieri sera di Bankitalia.

Servono risorse fino a 1,2 miliardi

La decisione arriva dopo che la banca barese non è riuscita ad assicurare l’arrivo entro fine anno delle prime risorse (100 milioni) del complessivo piano di riassetto che prevede che il deficit della banca sia ripianato da Mediocredito centrale (banca controllata dal Tesoro tramite Invitalia) insieme al Fondo di tutela dei depositi. Le banche metterebbero in campo 500 milioni di euro per salvare la Popolare di Bari. La parte pubblica, come riporta oggi il quotidiano Repubblica, potrebbe consistere in totali 700 milioni, di cui 500 mln subito e 200 mln eventuali se emergeranno nuove perdite su crediti.