Notizie Notizie Italia BTP soprattutto in mano ai residenti, la resilienza dell’Italia in tempi di Covid agli shock esterni

BTP soprattutto in mano ai residenti, la resilienza dell’Italia in tempi di Covid agli shock esterni

21 Aprile 2020 15:50

Nella lotta contro l’emergenza economica e sanitaria scatenata dal Covid-19 l’Italia, l’anello debole dell’Europa, considerata spesso una sorta di pecora nera tra i paesi cosiddetti avanzati, dispone di un punto di forza che condivide tra l’altro con la Germania: la resilienza agli shock esterni.

Una resilienza sostenuta dal surplus delle partite correnti e, nel caso specifico italiano, aiutata anche dal fatto che quasi il 70% del debito italiano è nelle mani dei residenti (cosa che non è vera, invece, nel caso della Germania, che tra i suoi punti di debolezza ha proprio il fatto che una elevata quota dei suoi Bund è detenuta da investitori esteri). E’ quanto mette in evidenza Scope Ratings nella sua analisi “2020 External Vulnerability and Resilience rankings for 63 countries: Covid-19 Crisis update”.

Il report si concentra sull’impatto che l’emergenza pandemia da coronavirus ha sulle economie di 63 paesi, in particolare, sulla loro capacità di far fronte all’arrivo di crisi che colpiscono la bilancia dei pagamenti.

Scope Ratings ricorda il rating e l’outlook che ha sulle economie che considera nella sua analisi. Nel caso dell’Italia, il rating è BBB+, a fronte di un outlook stabile, mentre la Germania ha la tripla AAA, con outlook anche in questo caso debole.

Considerando il blocco dell’Unione europea, i paesi meno vulnerabili agli shock esterni sono Malta; Lussemburgo; Danimarca. Ma “hanno un buon punteggio anche l’Italia, l’Estonia, il Belgio e la Germania”.

In particolare, “per Malta, Lussemburgo, Danimarca e Germania, gli asset finanziari esterni su base netta largamente positivi (con una media del NIIP (posizione di investimenti internazionali su base netta pari a +66% del Pil nel 2019), i surplus sostenuti delle partite correnti, che viaggiano a una media del 7,5% del Pil nel 2019, così come lo status di valute rifugio delle loro economie (si parla di euro e di corona danese), i mercati dei capitali liquidi e i livelli moderati dei debiti pubblici ” rendono queste economie resilienti verso gli shock esterni. Cipro, Croazia e Romania sono invece i paesi Ue caratterizzati da una maggiore vulnerabilità.

Scope Ratings adotta un punteggio, in base al quale i paesi più vulnerabili sono quelli vicini allo zero, mentre quelli meno vulnerabili si avvicinano a 10 punti.

Vediamo che la resilienza esterna dell’Italia è piuttosto alta, così come la vulnerabilità è piuttosto bassa.

Parlando in generale della situazione in cui versano le economie dei paesi avanzati occidentali, gli Stati Uniti si trovano al 20esimo posto nella classifica dei paesi più vulnerabili alle crisi esterne – alla luce di un deficit delle partite correnti significativo, pari al 2,3% del Pil nel 2019, che risulta tra l’altro il deficit delle partite correnti più ampio del mondo, in termini di dollari nominali).

Gli Usa tuttavia si trovano anche al quarto posto nella classifica dei paesi dotati di maggiore resilienza, grazie alla forza del dollaro e alla quantità limitata di debito denominato in valute estere.

La solidità della Germania è confermata dal fatto che il paese è la settima economia meno vulnerabile, grazie a un surplus delle partite correnti, nel 2019, pari al 7,8% del Pil, insieme a una posizione forte per quanto concerne i flussi di investimenti in entrata. Ma è pur vero che la Germania non eccelle in resilienza, visto che elevata è la quota di Bund tedeschi che viene detenuta da investitori non residenti.

La Francia è la 33esima economia più vulnerabile ma la 23esima anche più resiliente.

La Spagna è la 17esima economia più vulnerabile, a pausa delle passività finanziarie nette verso l’estero, pari al 78% del Pil nel terzo trimestre del 2019, ed è anche la 24esima dotata di minore resilienza, visto che i suoi Bonos sono detenuti in gran parte da investitori stranieri, e considerando, anche, i prestiti denominati in valuta estera presenti nel suo sistema bancario.

Le due tabelle qui presentate mettono in evidenza rispettivamente la classifica dei paesi meno vulnerabili agli shock esterni (come si legge a destra, Vulnerability score, punteggio di vulnerabilità) e la classifica dei paesi dotati di maggiore resilienza agli stessi shock (seconda tabella, a destra Resilience score).

Riguardo alla tabella sulla vulnerabilità, al primo posto (il punteggio più alto si riferisce alla minore vulnerabilità, quindi più alto è il punteggio, meno il paese è vulnerabile) troviamo il Lussemburgo, seguito da Svizzera, Vietnam, Danimarca.

L’Italia è la 23esima economia meno vulnerabile (la 41esima più vulnerabile), a causa della fuga di capitali degli anni recenti, ma si conferma undicesima nella classifica delle economie più resilienti. (guarda la seconda tabella).

E questo, non solo per il baluardo dell’euro,  ma anche – per l’appunto – per il fatto che i suoi BTP sono detenuti soprattutto da investitori domestici (quasi il 70%, come detto sopra, in base ai dati del secondo trimestre del 2019.

Il rapporto di Scope Ratings, agenzia di rating tedesca, non cancella i forti timori di un peggioramento significativo dell’Italia, in tempi di Covid-19. Ma rappresenta un segnale di speranza in un momento in cui le principali istituzioni, sia internazionali che nazionali, come il Fondo Monetario Internazionale (particolarmente spaventoso il suo ultimo World Economic Outlook) e, proprio oggi l’Ufficio parlamentare di bilancio, paventano scenari da incubo per il Pil italiano.