BTP continuano a pagare tensioni M5S-Lega. Tassi a record in due mesi e mezzo

Tensioni commerciali tra Usa-Cina, e tensioni nella coalizione di governo, tra il M5S e la Lega, orientati al momento più a vincere la sfida delle elezioni europee, che a focalizzarsi sulle vere necessità del paese, tanto meno sui conti pubblici. Specchio di queste tensioni e di un’avversione al rischio che, con l’inizio della settimana, torna a ripresentarsi sui mercati, sono i BTP, che vengono nuovamente colpiti dalle vendite. Grande attesa per l’asta di domani 14 maggio, quando il Tesoro collocherà Btp a media lunga scadenza (3, 7 e 30 anni) per massimi 6,75 miliardi di euro.
Un test importante per verificare la domanda soprattutto dei titoli a più lunga scadenza e i tassi a cui verranno assegnati.
Per il mercato secondario, già l’ epilogo della settimana scorsa è stato deprimente, complici anche i timori degli investitori alimentati dallo shock Carige: i tassi dei BTP decennali sono balzati di 13 punti base, a fronte di un sell off che ha colpito la carta italiana e che è stato il peggiore in tre mesi. Il rialzo dei rendimenti prosegue anche oggi, ed è di circa tre punti base: i tassi salgono così, stando alle rilevazioni di Reuters, fino al 2,71%, al record in due mesi e mezzo, mentre lo spread BTP-Bund si dirige spedito verso la soglia di 280 punti base, oscillando attorno a quota 277.
Sotto osservazione anche lo spread BTP-Bonos spagnoli, che rimane sui valori massimi dalla metà di febbraio, attorno a 171 punti base.
Spread su, tensioni Di Maio-Salvini
Oltre alle varie tensioni in atto, di natura endogena ed esogena, c’è il fattore alert conti pubblici italiani, rilanciato appena la scorsa settimana dalla Commissione europea , che ha peggiorato l’outlook sull’Italia in termini di crescita, debito e deficit.
In questo contesto e nel corso di una campagna elettorale che si fa sempre più infuocata, non aiuta affatto la proposta del vicepremier pentastellato Luigi Di Maio che, lo scorso venerdì, nel corso di una intervista rilasciata al La 7, ha affermato che “il deficit-Pil va bene per alcune cose ma devono uscire da calcolo spese istruzione, sanità e ricerca“.
Sia Di Maio che l’altro vicepremier Matteo Salvini hanno inoltre sfidato l’Ue, affermando che in determinate condizioni è possibile superare quel limite invalicabile del 3% fissato da Bruxelles per il deficit-Pil. Come se non bastasse, la scorsa settimana è stato lo stesso ministro delle Finanze Giovanni Tria ad auspicare il superamento del fiscal compact Ue, a causa degli effetti negativi che produrrebbe, a suo avviso, sull’economia.
Così lo scorso 9 maggio il ministro Tria al Canova Club di Roma:
“Credo che il Fiscal Compact vada superato perché è strutturalmente deflattivo“.
Tria ha criticato inoltre la “competizione fiscale aggressiva” presente in Europa, paragonandola a quelle svalutazioni competitive a cui si era soliti ricorrere in passato. “Ma le cose stanno venendo al pettine”, ha concluso.
Tra le ultime schermaglie tra il M5S la Lega, l’appunto che Di Maio ha fatto su Matteo Salvini, paragonandolo praticamente all’ex premier Matteo Renzi.
Salvini aveva detto che le elezioni europee del prossimo 26 maggio sarebbero state “un referendum tra la vita e la morte”. Questo il contenuto della frase:
“Il 26 maggio non saranno elezioni ma un referendum. Se volete i vecchi votateli, se sperate in qualcosa di nuovo svegliate chi ancora dorme perché dove governa la Lega si vede (..) O questa Europa la riprendiamo per i capelli adesso e la ripuliamo e la lasciamo più libera, la ripuliamo per in nostri figli, oppure, se domenica non andiamo a votare, ai nostri figli lasceremo uno stato islamico fondato sulla precarietà e sulla paura e io non voglio ragazzi e ragazze che crescano con la precarietà e la paura nel cuore e nella testa”.
Immediata la replica del vicepremier pentastellato, che ha citato il caso di Matteo Renzi, facendo notare che “l’ultimo che ha parlato di referendum è stato Renzi e non gli è andata bene”.
“Io non sfido gli italiani – ha continuato Di Maio – li rappresento. Gli italiani alle europee dovranno scegliere tra chi si vuole tenere gli indagati per corruzione nelle istituzioni e chi no. Chi abbassa le tasse nei comizi e chi, invece lo fa davvero. Chi aiuta le persone con il salario minimo, e chi non lo vuole fare. Chi dice che la donna deve stare chiusa in casa a fare più figli”.
Entrambi i vicepremier hanno smentito i retroscena sulle tensioni di governo: a fronte del quotidiano La Stampa, secondo cui il vicepremier leghista Salvini non risponderebbe né alle telefonate, né ai messaggi del vicepremier Luigi Di Maio, e che parla di gelo, Di Maio si è fatto avanti:
“Quanto riportato oggi da La Stampa è totalmente falso. Non c’è stata alcuna telefonata, nè messaggio, da parte del ministro Di Maio nei confronti del collega Salvini. Il rapporto tra i due ministri è sempre stato circoscritto all’ambito istituzionale e continua ad esserlo, in ottemperanza al contratto di governo“.