Notizie Notizie Mondo Brusco dietrofront di Wall Street e mistero alla borsa di Hong Kong

Brusco dietrofront di Wall Street e mistero alla borsa di Hong Kong

19 Ottobre 2017 15:40

Mistero alla borsa di Hong Kong e sell off sull’azionario globale caratterizzano il trentesimo anniversario del Black Monday, il Lunedì nero del 19 ottobre del 1987. Le vendite prendono d’assalto i principali listini mondiali, e Wall Street fa un brusco dietrofront dopo che il Dow Jones ha chiuso alla vigilia al di sopra della soglia dei 23.000 punti, per la prima volta nella storia.

Trader e investitori sorpresi anche per quanto accaduto all’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong: ci si chiede se il suo tonfo abbia scatenato un effetto domino sull’Europa e a Wall Street.

In pochi minuti, Hong Kong è stata colpita da un crash di quasi 600 punti, soffrendo così la flessione giornaliera più forte dall’Election Day del novembre del 2016.

Tra i titoli piegati dagli smobilizzi, Geely Automobile Holdings che, dopo aver più che triplicato il suo valore nel corso del 2017, è affondata del 7,5%.

Sotto pressione anche le azioni delle società attive nel ramo delle costruzioni, che hanno pagato il balzo dei tassi sui prestiti bancari a tre mesi al ritmo più forte dell’anno.

Male inoltre il gruppo produttore di infrastrutture telecom ZTE, con le quotazioni che hanno reagito ai risultati preliminari deludenti con un tonfo dell’11%.

Al di là delle singole storie societarie, la domanda che assilla gli operatori di mercato è tuttavia la seguente: cosa ha provocato il brusco calo dell’indice Hang Seng in così pochi minuti? E’ probabile che le vendite siano state innescate non tanto dalla pubblicazione del Pil cinese, quanto dagli avvertimenti che sono stati lanciati dal governatore della People’s Bank of China.

Bloomberg scrive che il sell off ha “rotto un senso di calma bullish che ha prevalso per tutto l’anno nel mercato azionario di Hong Kong, dove l’indice benchmark è balzato del 31% in quella che è stata la migliore performance in Asia (dall’inizio dell’anno fino alla sessione di ieri)”. La scorsa settimana, l’Hang Seng è tornato ai massimi che non si vedevano in dieci anni.

Intervistato da Bloomberg Kenny Wen, strategist presso Sun Hung Kai Financial, ha commentato il crash improvviso odierno sottolineando che “alcuni investitori bearish stavano cercando una scusa per ‘ammazzare i tori'”.

Ken Chen, analista presso KGI Securities, ha fatto notare inoltre che l’azionario di Hong Kong viaggia a livelli relativamente elevati, “per cui una qualsiasi notizia negativa potrebbe scatenare le vendite”. Così come, ha aggiunto, “l’improvviso calo delle azioni A verso la fine del pomeriggio ha alimentato le preoccupazioni degli investitori sul fatto che il mercato azionario avrebbe chiuso con un ribasso decisamente più forte, se non fosse stato per l’intervento del ‘national team‘”.

Steve Leung, manager presso Uob Kay Hian, ha spiegato la reazione di Hong Kong con i timori legati alla Spagna, alle prese con la crisi politica apertasi dopo il referendum della Catalogna, e con la decisione “degli investitori di vendere i titoli azionari di società con una elevata esposizione verso l’Ue, come HSBC, così come quei titoli che hanno segnato quest’anno un forte rally”.

Ma Hong Kong non è certo l’eccezione della sessione odierna. In questo 30esimo anniversario del Black Monday,  forti vendite, legate all’escalation delle tensioni tra Madrid e Barcellona, hanno preso d’assalto anche l’azionario europeo, mentre Wall Street fa dietrofront rispetto ai record testati dagli indici alla vigilia.

A soffrire sono soprattutto gli hi-tech, in particolare eBay, che in premercato è capitolata fino a -6,5%; Apple, orientata a riportare la seduta peggiore in un mese, sulla scia di un articolo del Wall Street Journal, secondo cui il governo cinese avrebbe interrotto, senza dare spiegazioni, il collegamento alla rete LTE dell’Apple Watch LTE.