Cina: Pil solido ma rallenta. Banca centrale avverte su rischio Momento di Minsky (GRAFICI)
I dati arrivati oggi dal fronte economico della Cina confermano la solidità del paese, ma sui mercati aleggia lo spettro del Momento di Minsky. Mentre i riflettori sono puntati sulle novità del 19° Congresso del Partito Comunista, emergono segnali che destano preoccupazioni sulla sostenibilità della crescita cinese e dei suoi mercati, incluso quello immobiliare.
Nel terzo trimestre dell’anno, il Pil della Cina è cresciuto del 6,8% su base annua, in linea con le attese e in lieve rallentamento rispetto al +6,9% del primo semestre del 2017; le vendite al dettaglio sono volate a settembre del 10,3%, la produzione industriale è balzata sempre a settembre del 6,6%, e gli investimenti in asset fissi sono saliti, nei primi nove mesi dell’anno, del 7,5%.
Tuttavia, in concomitanza con la pubblicazione dei dati, il governatore della People’s Bank of China, la banca centrale del paese, ha lanciato un avvertimento sul rischio che l’ottimismo eccessivo che caratterizza i mercati finisca per tradursi nel “Momento di Minsky”.
Per momento di Minsky si intende il collasso improvviso dei prezzi degli asset finanziari, successivo a un lungo periodo di crescita, alimentato dai debiti o dalle pressioni presenti sul mercato valutario.
Il fenomeno prende il nome dall’economista americano Hyman Philip Minsky, conosciuto per la sua teoria sull’instabilità dei mercati e per le sue analisi sulle cause che provocano le crisi.
Sarebbe questo il rischio che la Cina starebbe correndo. Tra l’altro, non tutti gli indicatori diffusi nella sessione odierna hanno confermato la solidità della crescita economica del paese. L’Ufficio Nazionale di Statistica ha reso noto che, nel mese di settembre, le vendite di case hanno subito una contrazione per la prima volta dall’inizio del boom immobiliare di due anni fa.
La flessione è stata pari a -2,4% su base annua, in base ai calcoli che il Wall Street Journal ha fatto sulla base dei dati diramati dall’Ufficio di Statistica, rispetto al rialzo +3,8% di agosto. La performance è la peggiore, su base annua, da quella del marzo del 2015.
Inoltre, sebbene di tutto rispetto, la crescita degli investimenti in asset fissi è stata la più debole in più di 17 anni. Lo yuan ha così reagito accelerando al ribasso.
Un altro campanello di allarme è rappresentato dall’inversione della curva dei rendimenti, che mette in evidenza come i mercati, nonostante tutto, non siano particolarmente ottimisti sulla crescita futura del paese.
Oltre a parlare del rischio del Momento di Minsky, il governatore della People’s Bank of China Zhou Xiaochuan ha detto di ritenere che l’economia cinese potrebbe salire a un tasso del 7% nel secondo semestre di quest’anno. Tuttavia diversi analisti, tra cui quelli di Nomura, continuano a credere che il momentum di crescita del Pil “rallenterà nei prossimi mesi”. Motivo per cui anche i mercati azionari, come conferma il trend dell’indice Shanghai Composite Index, non hanno affatto brindato alla carrellata di dati.