La Brexit rappresenta la fine della globalizzazione? (analisti)
Non utilizzano mezzi termini gli analisti della Credit Suisse per commentare gli inattesi risultati della Brexit di questa notte.
Il titolo scelto dagli esperti per un loro report raccolto dalla redazione di Finanzaonline è piuttosto eloquente: “La fine della Globalizzazione”.
Il documento fissa la propria attenzione sulle reazioni a medio e lungo termine per il Regno Unito che inevitabilmente pagherà il prezzo più caro della decisione presa dai propri concittadini. Ripercussioni in ambito politico ma anche, anzi soprattutto, sul fronte economico.
Anche se non sono chiari i modi e i tempi per l’uscita degli UK dall’UE, gli esperti sottolineano che anche l’Eurozona pagherà dazio con conseguenze tangibili a livello rallentamento economico e un reale rischio di frammentazione e deflagrazione dell’intero quadro continentale. Almeno nel modo in cui era stato concepito anni or sono.
Secondo gli esperti le ripercussioni per il resto del mondo dovrebbero essere meno pesanti. In particolare per quanto riguarda gli Usa alle prese con il fondamentale appuntamento con le elezioni presidenziali di autunno.
Credit Suisse ribadisce in particolare che il Brexit potrebbe non rappresentare uno shock sistemico paragonabile a Lehman Brothers, o ad una possibile dipartita della Grecia dall’UE. Senza dubbio però rappresenta un punto di svolta fondamentale a livello globale.
“Gli UK hanno deciso di fare un passo indietro significativo nel processo di Globalizzazione” le cui ripercussioni nel medio e lungo termine sono decisamente difficili da prevedere.
Le conseguenze immediate, secondo gli analisti, sono molteplici:
La Banca di Inghilterra rafforzerà la propria politica monetaria espansiva: è prevedibile un taglio dei tassi dall’attuale 0,5% a quota 0,05% mentre il quantitative easing potrebbe attestarsi a quota 75 miliardi di sterline. Manovre che potrebbero essere annunciate nella riunione del prossimo 4 agosto.
L’area Euro è destinata a contrarsi significativamente, anche se probabilmente meno degli UK. Credit Suiss stima uan crescita 0 del Pil UE nel secondo semestre. Le stime di crescita del Pil per l’intero anno scendono da 1,7 a 1,5%, e dal 2 all’1% per il 2017.
La BCE dovrà aumentare la propria manovra espansiva: probabili ulteriori mosse nella direzione del TLTRO e sull’ammontare di prestiti a tassi negativi per il sistema bancario per favorire la crescita economica.
A livello politico, infine, ci saranno probabili ripercussioni sui Paesi della periferia come Spagna ed Italia. Proprio le elezioni che si tengono in questo weekend in Spagna e il referendum costituzionale di ottobre in Italia saranno gli eventi che rimarranno sotto i riflettori nelle prossime settimane da parte di tutti gli operatori internazionali.
Incertezza e indecisione sono i driver di queste ore come dimostra molto chiaramente l’andamento dei mercati finanziari internazionali. Cio’ che è certo è che quello odierno rappresenta un giorno destinato a entrare nella storia e condizionare la vita di tutti gli abitanti europei. E non solo.