Notizie Notizie Italia Brexit, aumenta rischio no-deal, investitori in ansia. Shock orribile per le banche

Brexit, aumenta rischio no-deal, investitori in ansia. Shock orribile per le banche

18 Luglio 2018 17:30

La Brexit spaventa gli investitori, preoccupati in particolar modo dal rischio crescente che si arrivi ad uno scenario di no-deal. A dirlo la banca svizzera UBS che in una nota ha sottolineato che la maggior parte degli investitori parte dal presupposto che si raggiungerà un accordo con l’UE ma qualsiasi modifica di questo scenario andrebbe a scapito dei mercati.

“I recenti sviluppi rendono più, e non meno, probabile un esito no-deal”, ha dichiarato la banca elvetica che sottolinea: “Riteniamo che il rischio che il Parlamento respinga qualsiasi accordo presentato alla fine del 2018, o all’inizio del 2019, sia in aumento e che ciò metta seriamente a repentaglio sia l’accordo sulle relazioni future sia per il periodo di transizione che dopo la fine di marzo 2019”.

Finora i negoziatori di Brexit sono riusciti a concordare un periodo di transizione che durerà dal 29 marzo 2019 alla fine del 2020. Ciò dovrebbe dare alle imprese e ai cittadini un po’ di tempo per adattarsi ai futuri cambiamenti. Tuttavia, nemmeno questa fase di transizione è certa, se il Regno Unito e l’UE non dovessero raggiungere un accordo. Da qui le ansie degli investitori, alimentate anche dalla crescente divisione all’interno del governo conservatore del primo ministro britannico Theresa May e del parlamento in generale che sta allontanando sempre di più gli investitori.

A meno di sei mesi dai negoziati difatti – il Regno Unito è destinato a lasciare il mercato unico il 29 marzo 2019 – gli investitori sono preoccupati che Londra lascerà a mani vuote l’UE, con le imprese incerte sul loro futuro e alcuni investimenti reali che subiranno rinvii.

Il difficile quadro politico in Gran Bretagna

La May è riuscita a schivare una sconfitta parlamentare con 307 legislatori che hanno votato contro un emendamento che l’avrebbe costretta a negoziare un accordo doganale con l’UE se non avesse negoziato un accordo commerciale entro il 21 gennaio. La vittoria della premier però è stata breve visto che 301 parlamentari hanno votato a favore dell’emendamento, una vittoria risicatissima. da qui secondo il Times l’ultimatum della May ai membri ribelli del suo stesso partito su nuove elezioni in caso di mancato appoggio. Elezioni che potrebbero decretare la fine del governo visto che recenti sondaggi d’opinione hanno indicato che il partito laburista all’opposizione avrebbe forti possibilità di vincerle.

No-deal: uno shock per le banche

Nonostante queste quadro politico molto delicato e fragile, la maggior parte degli economisti e degli investitori parte dal presupposto che non ci saranno sfide di leadership o elezioni anticipate e che si raggiungerà un accordo con l’UE. E qualsiasi modifica di questo scenario andrebbe a scapito dei mercati.

“Per la maggior parte delle banche, per la maggior parte degli economisti, l’opinione centrale è che un accordo sarà in vigore prima che la Brexit scatti il prossimo marzo” – così alla Cnbc Jane Foley, responsabile della strategia forex di Rabobank che conclude:

“Se non ci sarà accordo … se ci sarà un’hard Brexit, penso che la sterlina sarà molto vulnerabile alle azioni al ribasso”  ha detto Foley che aggiunge: “Una Brexit dura significa uno scenario in cui il Regno Unito lascerebbe l’UE senza alcun accordo, il che comporterà ad esempio, che le imprese saranno costrette a commercializzare con tariffe più elevate”. Foley ha aggiunto che un tale evento sarebbe uno “shock orribile” per le banche.