Notizie Notizie Mondo BP ancora nell’occhio del ciclone: Tony Hayward dovrà affrontare l’ira dei parlamentari Usa

BP ancora nell’occhio del ciclone: Tony Hayward dovrà affrontare l’ira dei parlamentari Usa

17 Giugno 2010 08:53

Senza sorprese. L’atteso faccia a faccia nella stanza dei bottomi della Casa Bianca tra il presidente americano, Barack Obama, e i vertici di British Petroleum, non ha riservato sorprese. Il colosso britannico ha ceduto alle richieste di Obama. Nascerà così il fondo da 20 miliardi di dollari per gli indennizzi alle vittime della marea nera. Una decisione che è costata a BP la sospensione del pagamento dei dividendi per quest’anno.


E oggi si replica. Tony Hayward, l’amministratore delegato del gruppo, è atteso nel parlamento americano: dopo il presidente degli Stati Uniti, dovrà vedersela con l’ira dei parlamentari, che criticano duramente il disastro ecologico provocato dalla falla che la società inglese ha aperto nel Golfo del Messico, senza riuscire poi a chiuderla.


Hayward comparirà di fronte a una commissione del Congresso e dovrà ricostruire punto per punto gli eventi che hanno portato alla più grave fuoriuscita di petrolio nella storia americana. A poco servono questo punto le rassicurazioni: BP ha dato avvio a un secondo sistema di cattura del greggio dal pozzo, dopo che martedì un team di scienziati Usa aveva aumentato del 50% la stima sulla quantità di petrolio riversata in mare. Ma adesso è necessario fare i fatti.


Come osservano gli analisti di Royal Bank of Scotland le novità sulla vicenda arrivate fino ad oggi sono più negative del previsto. In particolare, il broker ritiene che ci siano ancora troppe zone d’ombra che pesano sull’operato di BP. Per questa ragione è stato messo sotto revisione il target price. “Non è chiaro quando sarà operativo il nuovo sistema che è stato annunciato ieri e quale possa essere l’impatto”, precisano gli esperti.


In effetti è una vera corsa contro il tempo quella che sta affrontando BP per cercare di mettere fine all’incubo della marea nera e per cercare di ricucire lo strappo con l’opinione pubblica, che nutre una rabbia molto forte, soprattutto sul lato americano del Golfo, dove l’onda di petrolio si è riversata sulle coste, minacciando pesca e turismo e provocando la morte di uccelli e animali marini.