Borse europee giù, la mossa sui tassi di Pechino impensierisce i mkt
Le Borse europee hanno ripreso le contrattazioni in ordine sparso dopo la pausa delle festività natalizie e adesso a neanche un’ora dal suono della campanella scivolano in territorio negativo. Parigi segna un -1,43% a 3.844 punti, Francoforte perde l’1,53% a 6.949 punti. Madrid cede lo 0,69% a 10.037 punti, mentre Londra è chiusa per festività oggi e domani. I mercati risentono della decisione della Cina di aumentare i tassi di interesse per la seconda volta in tre mesi, nonostante la chiusura positiva di Tokyo. Si fanno più forti i timori di un possibile rallentamento dell’economia cinese.
La Cina ha festeggiato il Natale, muovendo sui tassi. Lo ha fatto in sordina. Pechino ha, infatti, annunciato il 25 dicembre il secondo aumento dei tassi d’interesse, rafforzando le misure per il contenimento dell’inflazione. La banca centrale, la People Bank of China, ha alzato di 25 punti il tasso di riferimento per i prestiti, che arriverà al 5,81%, e di 25 punti il tasso di riferimento per i depositi, che salirà al 2,75%. Si tratta di una manovra dettata dalla necessità di tenere a bada l’inflazione e la corsa dei prezzi del mercato immobiliare.
Già lo scorso ottobre le autorità cinesi hanno aumentato il costo del denaro di un quarto di punto con lo scopo di arginare la febbre dei prezzi crescente. Era dato per scontato che la Cina avrebbe deciso per una nuova stretta del costo del denaro entro la fine dell’anno, per rimarcare l’impegno del governo a imbrigliare l’inflazione. Un rialzo dei tassi è, infatti, la concreta traduzione di quanto annunciato da Pechino a inizio dicembre, vale a dire l’abbandono di una posizione “adeguatamente espansiva” nella politica monetaria in favore di una più “prudente” conduzione. Una mossa attesa da tempo: praticamente tutti gli economisti avevano scommesso ormai da mesi che la Cina stringerà la cinghia prima che si chiuda il 2010.
In realtà secondo gli analisti siamo solo agli inizi della stagione della stretta monetaria. Per esempio per gli esperti della banca americana Jp Morgan una nuova stretta dalla Cina arriverà di nuovo nella prima metà del 2011. La notizia ha messo sotto pressione anche le Borse in Asia e Pacifico alla ripresa dopo il fine-settimana natalizio. Tokyo ha chiuso in rialzo (+0,75%) a differenza di Shanghai (-1,9%), mentre Hong Kong e Sidney hanno prolungato oggi le festività di Natale. Una maggiore propensione all’investimento azionario ha aiutato l’azionario a compensare i timori delle conseguenze dell’aumento dei tassi in Cina. Sono diversi gli analisti che prevedono per la Borsa di Tokyo, che nell’anno ha perso il 2%, una crescita del 20% nel 2011.