Borse europee ancora nervose: economisti strizzano l’occhio a ipotesi default Irlanda
Il nervosismo si impadronisce dei mercati. A Piazza Affari dopo i forti cali già accusati ieri l’indice Ftse Mib segna una perdita dello 0,50%. Vendite su Francoforte dove il Dax accusa una flessione dello 0,21%. Male anche Parigi e Londra dove il Cac e il Ftse cedono rispettivamente lo 0,72% e lo 0,58%. Ma è la periferia ad accusare i cali maggiori con il Portogallo che indietreggia dell’1,24% e la Spagna dell’1,12%. Sotto i venti di guerra che soffiano tre le due Coree si sono svegliate le Borse questa mattina.
Alle 14.34 locali, le 6.24 in Italia, la Corea del Nord ha bombardato con 200 colpi di artiglieria l’isola sudcoreana di Yeonpyeong, causando la morte di un soldato, il ferimento di altri 13 militari e di quattro civili. Immediata la reazione dell’esercito di Seul, che ha risposto al fuoco con 80 colpi di artiglieria e ha inviato sul posto una squadriglia di F-16. Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak, al termine di un incontro del governo convocato d’urgenza, ha detto che sta cercando di impedire che lo scambio di colpi scateni una escalation militare, degenerando in un conflitto più ampio, ma ha anche sottolineato che se le provocazioni continueranno, la risposta di Seul sarà “più forte.
In realtà il vero pericolo da scongiurare in questo momento in Europa è il rischio contagio che secondo gli addetti ai lavori sarebbe già attecchito. Tanto che anche se il Vecchio Continente si muove per evitare una nuova crisi del debito, economisti ed esperti si interrogano se non sia meglio per le economie più deboli del continente valutare la prospettiva di un default. Il rischio è ovviamente un’ondata di panico sul mercato. Ma una organizzata ristrutturazione del debito può spianare la strada più velocemente a una ripresa ed evitare il trauma di un default forzato lungo la strada, sostiene il New York Times.
Rimettere indietro le lancette dell’orologio potrebbe essere illuminante. Dopo il default, l’Argentina e la Russia hanno trovato una nuova vita e sono state in grado di riprendersi. “Nonostante questo il termine ristrutturazione del debito resta un anatema per Atene e Dublino” che, comunque, a differenza di Argentina e Russia, hanno l’euro e di conseguenza non possono svalutare.