Boom occupazione e balzo salari negli Usa. Così in pochi minuti cambiano aspettative su Fed
Il report occupazionale Usa di dicembre decisamente migliore delle attese confonde quei trader che stavano scommettendo, fino a poco tempo prima della diffusione del dato addirittura su un taglio dei tassi sui fed funds entro il 2020, come confermato dal trend del tasso OIS (Overnight Index swap) .
D’altronde la pubblicazione di ieri dell’Ism manifatturiero americano, che ha sofferto il calo più forte dall’ottobre del 2008, aveva rinfocolato i timori su un rallentamento dell’economia americana più forte delle attese.
Di conseguenza, nella sessione della vigilia, il tasso OIS sul dollaro Usa a giugno 2020, era precipitato fino al 2,04%, a riprova di come i mercati si stessero convincendo ormai dell’arrivo di un taglio dei tassi pari a oltre 30 punti base entro la metà del 2020.
A tal proposito si segnala che, lo scorso 19 dicembre, a dispetto dei ripetuti avvertimenti lanciati dal presidente americano Donald Trump, la Federal Reserve di Jerome Powell aveva alzato i tassi sui fed funds Usa di un quarto di punto percentuale, al range compreso tra il 2,25% e il 2,50%.
Oggi, è bastato qualche minuto per cambiare le carte in tavola. Il tempo della pubblicazione del report occupazionale Usa di dicembre, per l’appunto, che ha messo in evidenza una creazione di nuovi posti di lavoro di ben +312.000 unità, quasi il doppio rispetto al rialzo di 176.000 unità previsto dal consensus.
Le aspettative su nuove strette monetarie – che erano state decisamente zavorrate nelle ultime ore – sono tornate a salire, come emerge dal grafico seguente.
Il report ha messo in evidenza, anche, il balzo dei salari, volati del 3,2% su base annua – al ritmo migliore dall’aprile del 2009 – e in rialzo dello 0,4% su base mensile. Il tasso di disoccupazione è salito al 3,9%. Nessun problema, però: il livello rimane attorno ai minimi storici e l’aumento è dovuto piuttosto alla crescita del tasso di partecipazione al mercato del lavoro, al 63,1%.
Così ha scritto in una nota riportata dalla Cnbc Paul Ashworth, responsabile economista Usa presso Capital Economics:
“Il balzo dell’occupazione, ben superiore alle stime degli analisti, sembra farsi gioco di un mercato che sta temendo l’arrivo imminente della recessione“. Se ne prende gioco sicuramente Ashworth, che ritiene tra l’altro che “l’economia Usa abbia ancora un considerevole margine per continuare a espandersi”.
Sicuramente, è difficile mettere in dubbio la solidità del mercato de lavoro americano: nell’intero 2018, la crescita dei posti di lavoro è stata di 2,6 milioni di unità, al record dal 2015 e ben superiore ai 2,2 milioni del 2017.