Bolla Bio-on, intercettazioni svelano il ‘sistema Astorri’ per gonfiare il titolo
Marco Astorri, stando alle prime intercettazioni, appare a tutti gli effetti il deus ex machina dell’affaire Bio-on, culminato ieri nell’arresto dello stesso Astorri e la sospensione in Borsa del titolo. Astorri, agli arresti domiciliari per false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato, negli anni ha portato avanti una strategia incentrata su annunci roboanti e una serie di entrate fittizie da joint venture create ad hoc. Dalle intercettazioni emerse nelle ultime ore lo stesso Astorri ammette di aver tirato molto la corda.
“Abbiamo sbagliato a scriverlo, va bene, mi prendo il mio pezzo di responsabilità ma non è solo colpa nostra. È colpa del sistema che ci ha indotto a fare queste comunicazioni”, diceva Astorri a un revisore di Ernst & Young che sollevava dubbi sull’atteggiamento del presidente di Bio-on. Il revisore fa presente ad Astorri anche le comunicazioni relative alla capacità produttiva dell’impianto di Castel San Pietro che nella realtà era di 5 tonnellate al mese di PHAs, ben sotto alle 1.000 tonnellate annue indicate ufficialmente. Astorri si mostrava molto sbrigativo evidenziando l’interesse primario di tenere alto il valore del titolo in Borsa: “Fammi sto conto economico al 31 dicembre, perché quello che io vorrei annunciare sono 300 milioni di attuale capitalizzazione”.
Strategia comunicativa, che i magistrati identificano come ‘false comunicazioni al mercato’, che aveva gonfiato a dismisura la quotazione in Borsa di Bion- con titolo passato in tre anni da 6,8 euro a quasi 70 euro e capitalizzazione arrivata oltre il miliardo di euro (unico caso tra le società dell’AIM Italia), prima che Quintessential lanciasse le accuse contro Astorri & co.
Tra le intercettazioni riportate dall’agenzia Ansa che quella di un consigliere d’amministrazione che definisce quelle di Astorri “teorie comunicative e scollegate dalla realtà”. Lo stesso vicepresidente di Bio-on, Guido Cicognani (che è anche azionista della società), ammette in una chiamata che “Astorri aveva sparato molto alto”.
Un’altra telefonata vede uno degli indagati ammettere che “tutte le entrate delle joint venture sono fittizie” con l’intento di gonfiare i ricavi.
Astorri arrestato, indagini proseguono
Per i vertici di Bio-on ieri sono scattate misure cautelari con l’arresto del presidente e fondatore Marco Astorri e altri due manager sono stati sottoposti a misure interdittive. L’accusa è di manipolazione di mercato e false comunicazioni sociali. L’operazione “Plastic Bubbles” condotta dal Comando provinciale della Guardia di finanza è partita nei mesi scorsi dopo la denuncia del fondo Quintessential che ha sollevato accuse pesanti verso la società di bioplastiche bolognese.
A luglio il fondo pubblicò il report ‘Una nuova Parmalat a Bologna?’ in cui si descriveva il “castello di carte” della società, uno schema concepito dal management per arricchirsi sulle spalle degli azionisti. Accuse che hanno portato al crolo del titolo, quotato sull’AIM Italia, che in precedenza era arrivato a un valore superiore al miliardo di euro. L’attacco del fondo ha provocato il crollo in Borsa di Bio-on, quotata sull’AIM Italia. Le quotazioni hanno perso circa l’80% rispetto ai livelli del 23 luglio (oltre 50 euro).
Dalle indagini della procura di Bologna è emersa “un’alterazione fattuale della società, finalizzata ad alterare il valore dei titoli in Borsa”. “Siamo intervenuti per interrompere questa artificiosa rappresentazione che la società faceva all’esterno di sé stessa” con l’obiettivo di “garantire una tranquillità del mercato ed evitare l’esplosione di una bolla economica dagli effetti potenzialmente devastanti”, ha detto ieri il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, nel corso della conferenza stampa sull’inchiesta Bio-on. Sono emerse anche forti incongruenze delle comunicazioni societarie di Bio-on. Amato, ha precisato che dalle indagini è emersa una “difformità sostanziale” dei livelli produttivi che da inizio 2019 era di sole 19 tonnellate del polimero PHAs rispetto alle 1.000 tonnellate di capacità indicate dal management.
L’inchiesta proseguirà nei prossimi giorni e poi il tribunale andrà a decidere il destino della società delle bioplastiche, che proprio 5 anni fa fece la sua prima comparsa in Borsa (24 ottobre 2014). La sopravvivenza della creatura di Marco Astorri appare a serio rischio e il tribunale andrà a decidere se sostituire i vertici dell’azienda. L’ispezione è ancora in corso, ha precisato il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato. E per il futuro si potrebbe decidere di garantire la produzione della società, con i nuovi vertici che dovranno valutare se ci sono le condizioni per dare continuità all’attività di Bio-On.
Titolo sospeso a tempo indeterminato
Intanto è scattata la sospensione a tempo indeterminato per il titolo Bio-on dopoo gli ultimi sviluppi dello scandalo che coinvolge la società di bioplastiche. Borsa Italiana ha reso noto questa mattina che le azioni Bio On (Isin IT0005056236) sono sospese dalle negoziazioni a tempo indeterminato. Ieri i titoli erano stati sospesi temporaneamente in attesa di comunicazioni.