Blitz Unipol anticamera di M&A a tre Pop Sondrio-Bper-Banco BPM? Intanto c’è chi invita Draghi a sbrigarsi su Mps
Il blitz di Unipol su Popolare di Sondrio spariglia le carte sul tavolo del risiko bancario del made in Italy: tramite la sua controllata UnipolSai, la compagnia assicurativa italiana capitanata da Alessandro Cimbri – già azionista di maggioranza di Bper – ha lanciato la scalata sulla banca popolare.
Obiettivo: far salire la sua partecipazione fino al 9,5%, poco al di sotto della soglia di rilevanza per la Bce fissata al 10%.
I mercati hanno interpretato la mossa come un chiaro assist da parte di Cimbre a favore delle nozze tra Pop Sondrio e Bper.
Ma gli scenari si arricchiscono anche di altre ipotesi.
Oggi il Corriere della Sera, per esempio, non esclude una fusione a tre, che potrebbe vedere protagonista anche Banco BPM.
“Il risiko si è riacceso – scrive Fabrizio Massaro – Unipol primo socio a Sondrio potrebbe facilitare una fusione con Bper privando il Banco BPM di un valido partner (e, di fatto, il mercato ha scommesso più volte sulle nozze tra Bper e Banco BPM). Ma c’è chi non esclude il polo Reggio Emilia-Milano-Sondrio (ovvero Bper-Banco BPM-Pop Sondrio). Sarebbe il terzo soggetto grande da creare a servizio delle pmi”.
Detto questo, c’è da dire che l’operazione lanciata da Unipol su Popolare di Sondrio non ha dato i risultati sperati: come scrive oggi il Sole 24 Ore il “reverse accelerated book building – ovvero l’operazione di acquisto accelerato – annunciato a sorpresa martedì sera dalla controllata Unipolsai e realizzata con Equita Sim ha permesso di raccogliere il 4% della banca valtellinese, consentendo così al gruppo assicurativo di salire al 6,9% del capitale della popolare e di issarsi davanti al fondo Amber, fino a ieri primo socio”.
L’ex dirigente Bankitalia: su Mps Draghi decida
UniPol ha dunque una quota pari al 7% circa e ancora non del 9,5%, nella banca valtellinese, rispetto all’iniziale 2,9%, e diventa ufficialmente primo azionista della popolare – destinata, con la riforma Renzi, a trasformarsi in Spa entro la fine dell’anno. L’obiettivo rimane però sempre quello di salire al 9,5%, nell’ambito di una operazione che non ha nulla di ostile, come ha precisato lo stesso consigliere delegato Mario Pedranzini al Sole 24 Ore:
“L’iniziativa di UnipolSai esprime la volontà di seguire la banca nel suo progetto di sviluppo ed è un’attestazione di fiducia verso Banca Popolare di Sondrio, fiducia che giunge da chi ci conosce da tanto tempo (Unipol è partner nella bancassicurazione con Arca Vita e Arca assicurazioni, ndr) e che per questo vale anche di più perchè crede nella banca e nel suo futuro”. Un futuro, dice ancora Pedranzini, che “privilegerà sempre la nostra determinazione di perseguire la nostra autonomia” e che nel contempo consentirà di “creare le partnership per fare meglio” nell’interesse dei soci. Ma Unipol potrebbe guardare anche oltre. Il Sole scrive infatti che “le ipotesi di crescita per Unipol si estendono fino a Mps, che sempre più insistentemente viene data come destinata ad essere oggetto di “spezzatino”: una parte della rete al Sud a Mcc, e il restante a UniCredit, magari con il supporto di Bper per la parte in sovrapposizione”.
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Il futuro di Mps continua a confermarsi la grande incognita del sistema bancario italiano. A tal proposito, nelle ultime ore Angelo De Mattia, economista, editorialista con un lungo passato da dirigente in Bankitalia, intervistato da Formiche.net, ha invitato il governo Draghi a fare chiarezza sul futuro della banca senese.
De Mattia ha sottolineato che “quello che succederà da oggi in avanti, dipenderà molto dal decreto Sostegni-Bis, alla voce Dta (leggi cosa è stato deciso sui crediti di imposta). Perché ora che il provvedimento è stato varato dal governo -ha continuato l’economista – bisogna tenere d’occhio l’iter parlamentare per la sua conversione e dunque l’azione stessa dei partiti. D’altronde le Dta sono un tema sensibile, un fattore di promozione delle aggregazioni e del consolidamento bancario”.
Ma il dado in qualche modo deve essere tratto: De Mattia ha fatto notare, infatti, che “è ora di prendere una decisione sul futuro del Monte dei Paschi, una decisione che manca da troppo tempo. Sono mesi che si sfoglia la margherita, facendo Unicredit sì, Unicredit no. Non è possibile continuare così, no proprio”.