Bitcoin, permane la fase laterale. Si tratta di accumulazione o distribuzione?
Bitcoin, il re delle crypto, sta attraversando un lungo periodo di lateralità che fomenta l’incertezza e la preoccupazione degli investitori. Da tempo, tuttavia, questo asset ha abituato i player del settore crypto ad accelerazioni improvvise e ad elevata intensità. A seguito dell’approvazione degli ETF sul prezzo spot di Bitcoin ed Ethereum, anche questo mondo degli investimenti ha subito una sempre più forte influenza delle dinamiche di politica monetaria, geopolitica e semplice cronaca, e per questo motivo è altamente sconsigliato adagiarsi considerandolo un asset “dormiente”. Attenzione quindi ai grandi player, dai fondi istituzionali ai forti sostenitori, che negli anni hanno accumulato importanti riserve di “oro digitale”, i quali sfruttano questi contesti di mercato per mettere in pratica le proprie strategie di investimento.
Bitcoin, ETF spot un ponte con la finanza tradizionale
Negli ultimi mesi, Bitcoin è tornato al centro del dibattito finanziario globale, spinto dalle continue ed elevate fluttuazioni del mercato nonostante la tanto conclamata introduzione degli ETF sul prezzo spot. Questi sviluppi hanno acceso discussioni su come la criptovaluta più famosa possa influenzare ed essere influenzata dalle dinamiche economiche globali. Gli ETF, che consentono agli investitori di accedere a Bitcoin senza tuttavia possederlo direttamente, hanno reso più semplice per gli investitori istituzionali e retail includere Bitcoin nei loro portafogli, portando a un aumento della domanda e della legittimazione di Bitcoin come asset. Tuttavia, questa maggiore esposizione ai mercati finanziari tradizionali ha anche reso Bitcoin più suscettibile alle dinamiche di Wall Street e della finanza tradizionale, aumentandone la correlazione con i mercati azionari e, conseguentemente, la sua volatilità. Gli ultimi mesi hanno visto anche movimenti significativi nel prezzo di Bitcoin, influenzati da fattori macroeconomici come l’inflazione e le decisioni delle banche centrali sui tassi d’interesse.
Attenzione allora ai grandi player di mercato che potrebbero giovare di un contesto come quello attuale sfruttando le reazioni di Bitcoin agli scenari di mercato che, per caratteristiche intrinseche, risultano di gran lunga più repentine nei movimenti. La recente caduta del prezzo di Bitcoin ha suscitato preoccupazioni ed incrementato le incertezze sul settore delle criptovalute, ma figure di spicco nel settore, come Michael Saylor di MicroStrategy, hanno ribadito la loro fiducia nella crypto per eccellenza, rilanciando con un’ulteriore espansione delle proprie riserve. Anche l’exchange di criptovalute Coinbase ha annunciato piani per aumentare le sue partecipazioni in Bitcoin, sottolineando la visione di lungo termine sulla crypto.
Rimane forte poi il focus relativo al fronte elezioni Usa, con l’eventuale vittoria di Trump che viene percepita come un segnale fortemente rialzista per il mondo crypto a seguito delle recenti dichiarazioni favorevoli a riguardo. Nonostante le parole, per lo di più di facciata, la reale sfida si giocherà sul campo della regolamentazione, dove la Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense sta intensificando i controlli al fine di proteggere gli investitori da potenziali rischi e frodi, nonché di monitorare il coinvolgimento in eventuali attività illecite.
Il punto tecnico sul grafico del Bitcoin
Dal punto di vista grafico, il Bitcoin si è ormai consolidato in una fase laterale che perdura dai massimi di marzo 2024. Il movimento orizzontale si traduce in un’incertezza di breve periodo che, abituati ai forti breakout direzionali alla rottura di determinati segnali, potrebbe evolversi in uno sprint decisivo in entrambe le direzioni.
Alla luce di quanto sopra, cerchiamo quindi di capire, in termini probabilistici, quale delle due direzioni potrebbe essere la principale a segnare la strada nel prossimo futuro. Per cercare di affrontare al meglio la volatilità di mercato che causa forte incertezza tra gli investitori, soprattutto retail, il primo passo da fare è quello di ridurre il “rumore” dal grafico diminuendone il timeframe (nel nostro caso da giornaliero a settimanale). Con il solo zoom-out si ottiene una visuale più pulita dello scenario attuale ed è possibile eseguire delle considerazioni più coerenti con il trend dell’asset.
In questo modo, si evince infatti una tendenza ancora fortemente rialzista nel medio termine, con una distanza verticale tra trendline (in blu) e serie storica ancora elevata. Il movimento laterale è invece caratterizzato dalla presenza di lunghe shadow sulle candele, le quali certificano la presenza di volatilità e di manipolazioni di mercato che hanno influenzato sia le correnti in acquisto che quelle in vendita. In generale, tuttavia, in questo contesto i due fronti si stanno equivalendo come si denota anche dal grafico dell’oscillatore RSI a 14 periodi dove, dopo i massimi di marzo, l’oscillatore si sia diretto in area 50. Nell’ultimo periodo l’oscillazione è stata ben contenuta dalle aree di supporto e resistenza statici (in viola) perseguendo un trend principalmente ribassista segnato dalla resistenza dinamica (in arancione). L’eventuale rottura di questi livelli potrebbe tramutarsi sul grafico in un nuovo sprint di prezzo.
La serie storica ha invece formato un movimento dai connotati simili ad una bullish flag, pattern di continuazione a matrice rialzista, in attesa tuttavia di conferme. Se così fosse, l’eventuale rottura al rialzo del canale di correzione andrebbe a proiettare il prezzo verso livelli molto elevati, ben oltre i massimi storici, verso la famigerata quota $ 100.000. Si tratta ad ogni modo di un target di medio-lungo periodo dal momento che deriva dall’analisi grafica su un timeframe weekly.
Ben altro discorso qualora il prezzo vada a testare i supporti delle aree inferiori: un’eventuale rottura del supporto dinamico (in blu) della flag, oltre ad invalidare lo scenario sopra descritto, porterebbe al test di aree inferiori sui livelli minimi di febbraio, verso i $ 40.000. Questo scenario genera delle implicazioni ben diverse che andrebbero poi a mutare anche il contesto di lungo periodo. Al momento, tuttavia, si tratta della strada meno probabile, ma meglio restare sempre all’erta e raccogliere ciò che il mercato semina.