Bitcoin ai minimi da marzo. E’ crisi di liquidità
Bitcoin, cosa sta succedendo? Diversi i motivi della crisi
Il Bitcoin viaggia ai livelli più bassi dalla metà di marzo, complice la volatilità che continua ad assediare le criptovalute, scatenata dalla bassa liquidità presente sui mercati.
I prezzi della criptovaluta numero uno al mondo sono scivolati nelle ultime ore fino a $26.312,23, stando ai dati di CoinDesk, dopo aver bucato la soglia psicologica di 27.000 dollari nella giornata di ieri.
Si tratta del valore minimo dal 17 marzo scorso.
Sotto pressione oggi anche l’Ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato.
Oltre al problema della bassa liquidità, il mercato crypto paga l’attacco che arriva dalle autorità di regolamentazione Usa e l’ansia sul trend dell’economia globale.
Bitcoin alle prese con crisi di liquidità
Riguardo ai problemi di liquidità, un articolo della CNBC ricorda in primis l’ottima performance YTD del Bitcoin, volato del 59% dall’inizio del 2023.
La scarsa liquidità fa sì tuttavia che i movimenti della criptovaluta, sia al rialzo che al ribasso, vengano intensificati.
Clara Medalie, responsabile della divisione di ricerca di Kaiko, ha affrontato la questione facendo riferimento a “un considerevole calo della profondità del mercato”.
Per profondità di mercato (market depht), si intende la capacità del mercato di assorbire grandi quantità di ordini buy e sell.
Quando questa profondità è bassa, bastano ordini relativamente piccoli per provocare grandi movimenti dei prezzi dell’asset verso l’alto o verso il basso.
La batosta contro i market maker Jane Street e Jump Crypto
Tra l’altro, le condizioni di liquidità che caratterizzano il mondo crypto rischiano di peggiorare, dopo le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui Jane Street e Jump Crypto, due tra i principali market maker del settore delle monete digitali, potrebbero essere costrette a rivedere i loro piani di crypto trading negli Stati Uniti, a causa dei controlli sempre più serrati che stanno colpendo l’industria.
“Sebbene il motivo di questa forte flessione di oggi sia ancora poco chiaro, la volatilità dovrebbe rimanere presente, a causa delle condizioni attuali di liquidità, specialmente a seguito della notizia relativa alla decisione di market maker Jane Street e Jump Crypto di ridurre la loro esposizione verso le criptovalute”, ha sottolineato ancora Medalie.
La crisi di liquidità che ha colpito il mercato crypto è tra l’altro conseguenza diretta della crisi bancaria, esplosa a marzo con il fallimento di SVB (Silicon Valley bank), ma anche con il crac di Silvergate e Signature Bank, banche attive nel mondo crypto, che avevano lanciato entrambe piattaforme per il trading delle criptovalute.
Autorità Usa sul piede di guerra contro il mondo crypto
Oltre a questi fattori, è ormai onnipresente l’occhio vigile delle autorità dei mercati, che non vogliono certo essere accusate di mancati controlli, soprattutto dopo il collasso di FTX, dello scorso anno.
In primo piano l’Autorità di Borsa Usa Sec (Securities and Exchange Commission) che, nel mese di marzo, ha lanciato un avvertimento alla piattaforma di scambi Coinbase, mettendola sull’attenti per potenziali violazioni delle norme degli Stati Uniti che disciplinano i mercati finanziari.
Il ceo di Coinbase Brian Armstrong, dal canto suo, ha già detto che la società si sta preparando a una battaglia legale contro la Sec che potrebbe durare anni.
Sempre a marzo, nel bel mezzo della crisi delle banche esplosa negli Stati Uniti, l’Autorità americana
Commodity Futures and Trading Commission ha accusato Binance di violazione delle norme di trading.
La battaglia tra l’industria crypto e le autorità Usa è destinata dunque a continuare.
L’articolo della CNBC parla anche di “congestione” della rete del Bitcoin dopo che Binance, la scorsa settimana, è stata costretta a fermare, in via temporanea, i prelievi della moneta.
Questa settimana le commissioni da pagare per le transazioni in Bitcoin sono inoltre volate e, se è vero che nelle ultime ore l’impennata si sta riducendo, il loro valore rimane particolarmente elevato.
E così, come indica Antoni Trenchev, co-fondatore di Nexo, “i tentativi del Bitcoin di sfondare la soglia di $30.000 sono falliti, a causa di un cocktail di tre problemi: di congestione, di liquidità -a causa della ritirata dei market makers top Jane Street e Jump Crypto – e per il continuo accerchiamento da parte delle autorità”.