Notizie Notizie Mondo Bitcoin: per il Giappone non è una moneta, potrà essere tassato

Bitcoin: per il Giappone non è una moneta, potrà essere tassato

7 Marzo 2014 09:39
Il Bitcoin non è una moneta. Lo ha stabilito il governo del Giappone, dopo il fallimento di Mt. Gox, una delle maggiori piattaforme di scambio della cripto-moneta che ha sede a Tokyo. Secondo un documento approvato in una riunione del consiglio dei ministri e commentato dal segretario generale del governo nipponico, Yoshihide Suga, il Bitcoin può essere considerato soltanto una “cosa”, una “merce”, che non può essere presa in carico dalle banche commerciali e i cui guadagni possono essere tassati.
L’attuale posizione del governo del Giappone nei confronti del Bitcoin, che esiste dal 2009, è stata espressa in risposta a un’interpellanza di un parlamentare d’opposizione. Tuttavia, l’avviso non rappresenta una nuova regolamentazione, anche se non è escluso che potrà tradursi in una normativa. Suga ha fatto sapere che il governo deve studiare innanzitutto le misure possibili da prendere nel quadro legislativo attuale, prima di procedere oltre. La precisazione del governo del Giappone è arrivata a seguito del fallimento di Mt. Gox, avvenuto a fine febbraio, a causa di un attacco informatico che ha causato la scomparsa di circa 750mila Bitcoin, circa il 6% di tutte le monete virtuali in circolazione, per un controvalore di 400 milioni di dollari, vale a dire quasi 300 milioni di euro. 
Un altro attacco informatico ha creato seri problemi a un altro attore della moneta virtuale, che è stato costretto a chiudere i battenti. A inizio mese la canadese Flexcoin, una sorta di portafoglio virtuale dove gli utenti versavano le loro valute elettroniche, ha denunciato un attacco cyber-criminale e il furto di tutti i Bitcoin depositati, ossia la bellezza di 896 Bitcoin, pari a circa 600mila dollari. Qualche giorno dopo, sull’homepage del sito, veniva dichiarata la bancarotta con l’azzeramento dei conti della maggior parte dei clienti (si sono salvati solo quelli che avevano depositato le monete virtuali nel cosiddetto “cold storage”). A questi due eventi, si è aggiunto il giallo della morte della 28enne Autumn Radtke, amministratore delegato di First Media, un fondo specializzato in Bitcoin. La donna è stata trovata morta per cause ancora incerte e al vaglio degli investigatori. Tra le ipotesi non si escluderebbe nessuna pista, nemmeno quella della suicidio.