Bitcoin fa gola anche ad Amazon, oggi Microsoft vota se aggiungerlo tra gli investimenti
Con il Bitcoin che ha raggiunto la pietra miliare di 100.000 dollari, alcune grandi aziende americane stanno valutando se sia una buona idea investire nella criptovaluta. Oggi Microsoft voterà se inserire il più grande asset digitale per capitalizzazione di mercato nel proprio bilancio, seguendo l’esempio di Tesla e MicroStrategy, che hanno già che effettuato ingenti investimenti in Bitcoin. Ma anche un altro grande nome del corporate americano ci starebbe pensando. Amazon è infatti stato invitato a prendere in considerazione l’investimento nella valuta digitale come attività di riserva per battere l’inflazione. Indipendentemente dalle decisioni che verranno prese, queste proposte sono un chiaro segnale del crescente interesse per il Bitcoin e riflettono l’inizio di un cambiamento nella percezione della criptovaluta, come asset da inserire nelle strategie finanziarie di alcune delle più grandi società del mondo.
Il voto di Microsoft sul Bitcoin e la proposta in casa Amazon
Oggi gli azionisti del gigante tecnologico, riuniti in assemblea, voteranno se Microsoft debba valutare l’aggiunta di Bitcoin al proprio bilancio come riserva strategica aziendale, secondo quanto riportato in un documento depositato presso la U.S. Securities and Exchange Commission. La proposta, intitolata “Assessment of Investing in Bitcoin”, è stata presentata dal National Center for Public Policy Research (NCPPR), un think tank che sostiene il Bitcoin come “eccellente, se non la migliore, copertura contro l’inflazione”.
L’NCPPR sostiene che, in un contesto di inflazione costante, il successo di un’azienda si misura non solo dalla sua capacità di generare profitti, ma anche dalla sua capacità di proteggerli. Secondo l’indice dei prezzi al consumo (CPI), negli ultimi quattro anni il tasso di inflazione negli Stati Uniti è stato in media del 4,95%, ma, secondo l’NCPPR quello effettivo potrebbe essere significativamente più alto, quasi il doppio. In questo contesto, le aziende hanno la responsabilità di proteggere i propri beni dal deterioramento del loro valore e l’NCPPR sostiene che il Bitcoin è un’eccellente, se non la migliore, copertura contro l’inflazione, nonostante la sua volatilità.
Un altro grande nome del mondo corporate americano starebbe valutando l’investimento in Bitcoin. Infatti, sempre l’NCPPR ha condiviso nel fine settimana una proposta degli azionisti di Amazon che esorta la società a prendere in considerazione l’investimento nella criptovaluta come asset di riserva per battere l’inflazione e aumentare il valore per gli azionisti. “Sebbene il Bitcoin sia attualmente un asset volatile – come lo sono state a volte le azioni di Amazon nel corso della sua storia – le aziende hanno la responsabilità di massimizzare il valore per gli azionisti nel lungo e nel breve termine. Diversificare il bilancio includendo un po’ di Bitcoin risolve questo problema senza assumere una volatilità eccessiva. Come minimo, Amazon dovrebbe valutare i vantaggi di detenere una parte, anche solo il 5%, del suo patrimonio in Bitcoin”, si legge nel rapporto.
Microstrategy investe altri $2,1 mld in Bitcoin, anche Microsoft dirà sì?
Proprio a un giorno dall’assemblea di Microsoft, MicroStrategy, l’azienda di Michael Saylor che si occupa di software e servizi cloud, ha acquistato altri 21.550 Bitcoin per 2,1 miliardi di dollari. Attualmente, MicroStrategy detiene il più grande portafoglio aziendale di Bitcoin, con 423.650 monete, valutate circa 41 miliardi di dollari, rappresentando circa il 2% dell’offerta totale di Bitcoin. E proprio Michael Saylor nei avrebbe presentato al consiglio di amministrazione di Microsoft un piano strategico per introdurre la criptovaluta nella terza società più grande al mondo.
Tuttavia, il consiglio di amministrazione di Microsoft ha raccomandato di votare contro la proposta, osservando che la società avrebbe già valutato una gamma diversificata di asset investibili ed esprimendo la necessità di mantenere investimenti stabili. Al momento, la probabilità che il voto sia favorevole è vista al 13% secondo la società di sondaggi Polymarket. La posizione del board è in linea con le opinioni del cofondatore di Microsoft Bill Gates, che in passato ha criticato apertamente le criptovalute, sottolineando in particolare le preoccupazioni sulla loro natura speculativa.
“Se Microsoft decidesse di non adottare Bitcoin nel suo bilancio, si distinguerebbe da altre aziende tecnologiche come MicroStrategy e Tesla, che hanno già effettuato investimenti significativi nella criptovaluta”, osserva Gabriel Debach, market analyst di eToro, che aggiunge: “Sebbene questo voto non imponga alla società di procedere con l’acquisto, apre comunque la porta a future decisioni in tal senso”.
Quali conseguenze?
Il voto imminente di Microsoft e la proposta al vaglio di Amazon sono cruciali non solo per le due big corporate, ma anche per il mercato delle criptovalute. I due giganti potrebbero infatti diventare esempi emblematici per introdurre Bitcoin nelle riserve delle più grandi aziende al mondo. “La decisione degli azionisti di Microsoft potrebbe avere implicazioni significative sia per l’azienda che per il mercato delle criptovalute. – commenta Debach – Un voto favorevole potrebbe spingere altre grandi aziende a considerare investimenti simili, mentre un rifiuto potrebbe rafforzare la cautela tra le corporazioni riguardo all’adozione di asset digitali”. Nulla è ancora deciso. E “indipendentemente dall’esito, l’interesse crescente per il Bitcoin nel mondo corporate (ma non solo) sottolinea l’importanza crescente delle criptoasset nel panorama finanziario globale. – afferma l’esperto di eToro – Non a caso, gli ETF su Bitcoin sono diventati tra i principali detentori di BTC, superando persino le stime delle partecipazioni attribuite al fondatore Satoshi Nakamoto”.
Quasi 10 mld di dollari di afflussi in ETF Bitcoin negli Usa dopo vittoria Trump
Da quando Donald Trump è stato eletto nuovo presidente degli Stati Uniti, quasi 10 miliardi di dollari si sono riversati negli ETF negoziati nella Borsa americana che investono direttamente in Bitcoin. Secondo i dati raccolti da Bloomberg, questi ETF di emittenti come BlackRock e Fidelity Investments hanno attirato circa 9,9 miliardi di dollari netti nel periodo successivo all’Election Day del 5 novembre, contribuendo a portare il patrimonio totale a circa 113 miliardi di dollari. Un boom di afflussi nella scommessa che il sostegno di Trump al settore delle criptovalute possa generare un boom per il mercato cripto. Non per niente, il Bitcoin ha superato i 100.000 dollari per la prima volta nella sua storia il 5 dicembre scorso e la striscia di guadagni di sei settimane fino a domenica scorsa è stata la più lunga dal 2021. Aver superato i 100.000 dollari non è soltanto una pietra miliare “psicologica” della storia del Bitcoin, ma è un attestato al percorso che questa criptovaluta ha fatto, che oggi è sempre più riconosciuto come un pari degli altri asset finanziari mainstream dalla narrativa globale.
“Per quanto riguarda il breve periodo, non ci sorprenderebbe se questa corsa iniziasse a registrare delle contrazioni fisiologiche – come infatti è successo anche nei giorni scorsi – che potrebbero riportare il prezzo al di sotto di questa soglia. Non possiamo infatti ignorare che ci sono investitori che aspettavano questo giorno dal rally del 2020-2021 e che oggi potrebbero voler finalmente passare all’incasso. – commenta Ophelia Snyder, co-fondatrice e presidente di 21Shares – Tuttavia, il significato di lungo termine di questo evento storico resta comunque valido: la comunità degli utenti, ma anche le istituzioni, le imprese, i fondi sovrani, gli scettici e gli investitori che sono rimasti in disparte devono riconoscere che BTC è entrato in una nuova fase della sua esistenza, che ne incrementerà il riconoscimento e l’adozione come riserva di valore e asset class in evoluzione”.
Quali saranno i prossimi traguardi del Bitcoin?
Ora che la soglia dei 100.000 dollari è stata superata, i mercati si chiedono cosa verrà dopo e in molti hanno già messo nel mirino il raggiungimento di nuovi record, verso 110.0000 dollari e oltre. “I dati che ci arrivano dalla maggiore exchange di opzioni sulle criptovalute, Deribit, rivelano che il volume di opzioni call in programma per il 25 gennaio 2025 è concentrato su questo livello, rivelando come il mercato stia scontando la possibilità che il Bitcoin manterrà questa spinta almeno fino al primo trimestre del prossimo anno, portandolo ben al di sopra degli attuali 100.000 dollari. – sostiene Snyder – Questo ottimismo, da un lato è positivo perché alimenta le aspettative e dall’altro sottolinea la fiducia verso il potenziale di lungo periodo del Bitcoin.
Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, non esclude il raggiungimento del target di 120.000 dollari: “Conferme, arriveranno, con il superamento di 103.918 dollari – precisa Diodovich osservando i grafici – Timidi segnali negativi potrebbero invece giungere con il cedimento del supporto a 99.678 dollari, preludio per un possibile calo verso 93.580 dollari”.