Berlusconi: Imu su prima casa non si deve più pagare, è base dell’accordo di governo

Ultimatum di Silvio Berlusconi sull’Imu. In una lunga nota, l’ex premier ha ribadito l’impegno ripetuto più volte durante l’ultima campagna elettorale e “che ha portato alla formazione del governo di larghe intese: l’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole non si deve più pagare. Dal 2013 e per tutti gli anni a venire”. La decisa presa di posizione di Berlusconi arriva all’indomani della decisione del ministero dell’Economia di indicare 9 ipotesi per riformare la tassa sulla casa. Tra queste ipotesi, via XX Settembre aveva bollato come la peggiore l’abolizione totale dell’Imu sulla prima casa.
Secondo Berlusconi, l’Imu sulla prima casa non si deve pagare “per ragioni economiche più che fondate. Infatti, secondo il rapporto immobiliare 2013 dell’Abi e dell’Agenzia delle Entrate, il mercato delle compravendite di immobili in Italia è letteralmente crollato nel 2013, facendo registrare il peggior risultato dal 1985“. L’ex premier sottolinea poi che “nel 2012 si è avuto un calo record anche nel valore degli immobili, il secondo maggior calo dal 1980. Per gli scettici dell’Imu, sottolineiamo che nel 2011 gli occupati nel settore delle costruzioni erano 1.847.000, crollati a 1.694.000 a fine 2012, per effetto dell’introduzione dell’Imu da parte del governo Monti”.
L’eliminazione dell’Imu, sostiene Berlusconi, consentirà quindi di rilanciare il settore immobiliare. “La ragione è semplice: gli investimenti in edilizia hanno il più alto coefficiente di rilancio sull’economia”, prosegue l’ex premier secondo cui “liberare adesso 4 miliardi, attraverso l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa, permette di aumentare il reddito disponibile delle famiglie che quindi, in un clima di rinnovata fiducia, saranno portate a spendere di più, piuttosto che a risparmiare come avviene quando si ha incertezza o paura del futuro”.
Silvio Berlusconi conclude quindi che non verrà mai meno all’impegno sull’Imu ribadendo che “è un impegno di fondo dell’accordo di governo con il presidente Letta, ma è anche e soprattutto lo stimolo fondamentale per far ripartire la nostra economia”.