La Bce taglia i tassi e le stime di crescita. Draghi apre l’arsenale delle armi non convenzionali

Mario Draghi apre ufficialmente l’arsenale delle armi non convenzionali a disposizione della Banca centrale europea.
In una conferenza stampa che ha segnato il definitivo allontanamento dell’Eurotower dall’era dei tentennamenti coincisa con la presidenza Trichet, Draghi ha esposto una serie di misure destinate ad avere un forte impatto sulla capacità delle banche di raccogliere liquidità.
Primo: la banca centrale estenderà le tipologie di attività finanziarie utilizzabili come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento delle banche nei confronti della stessa Bce.
Secondo: viene allungata la durata delle operazioni di rifinanziamento messe in opera dalla banca centrale. Sono infatti previste due operazioni della durata di 36 mesi ciascuna.
Terzo: il coefficiente di riserva che le banche devono lasciare depositato alla banca centrale scende dal 2 all’1 per cento.
I mercati sono però rimasti spiazzati dalla violenta revisione al ribasso delle stime di crescita previste dalla Bce per l’Eurozona nel 2012. Le nuove stime indicano una variazione del Pil compresa tra -0,4% e +1%, contro precedenti aspettative che andavano da +0,4% a +2,2 per cento.
E’ passata così quasi in secondo piano la decisione con cui l’Eurotower ha varato il secondo taglio dei tassi d’interesse dell’epoca Draghi. In linea con le attese della comunità finanziaria, la Banca centrale europea ha ridotto il livello dei tassi di riferimento nell’area euro dello 0,25%, portandoli all’1 per cento. Si tratta del valore più basso dal 2009, quando l’economia europea e mondiale si muoveva tra le incertezze della crisi seguita al crack di Lehman Brothers. Per Mario Draghi, presidente della Bce da inizio novembre, quello di oggi è il secondo taglio ai tassi ufficiali dopo quello, sempre di 25 punti base, praticato il 3 novembre. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento scende così dall’1,25% all’1%, quello sui depositi allo 0,25% e il tasso marginale dal 2% all’1,75 per cento.