Bce preview: oggi la riunione, cosa aspettarsi?
Mancano ormai poche ore all’appuntamento con la Banca centrale europea (Bce), che oggi annuncerà la sua decisione di politica monetaria, a cui seguirà come di consueto la conferenza stampa del presidente Mario Draghi. Secondo la maggior parte degli analisti, la Bce non ritoccherà al ribasso i tassi di interesse e non lancerà nuove misure dopo quelle di inizio giugno, nonostante il nuovo rallentamento dell’inflazione nella zona euro. A luglio l’indice dei prezzi al consumo si è infatti attestato allo 0,4%, il più basso livello da ottobre 2009, ben sotto l’obiettivo di medio termine della Bce fissato al 2%.
“E’ improbabile che l’Eurotower annunci nuove misure di politica monetaria durante l’incontro di giovedì”, sostiene David Basola, responsabile Italia di Mirabaud AM, secondo cui lo scenario macro non è così disastroso da giustificare nuovi interventi. “Continuano a essere validi i motivi che fanno pensare a un rafforzamento dell’espansione economica dell’area”, spiega l’esperto, che ipotizza un miglioramento dei consumi nei prossimi mesi, pur in un contesto di livelli significativamente depressi. “Per quanto riguarda i dati deboli sull’inflazione – conclude Basola – riteniamo che le conseguenze per la Bce siano limitate, poiché la sorpresa al ribasso è dovuta in particolare ai prezzi del petrolio”.
“Alla luce degli ultimi dati macro su Pmi e fiducia si deduce che il recupero nella zona euro ha un certo slancio – concorda Peter Vandenhoute, analista di Ing – Tuttavia, le indicazioni arrivate finora sono state condotte prima della caduta del jet della Malaysian Airlines e quindi non catturano l’aumento delle tensioni geopolitiche”. Non solo. Sebbene le sanzioni commerciali contro la Russia non debbano avere un grande impatto sulla crescita della zona euro, una maggiore incertezza sulle prospettive potrebbe indurre le aziende e le famiglie a ritardare gli investimenti e i consumi, secondo l’esperto, con effetti sulla ripresa.
Altro fattore destabilizzante nelle ultime settimane è stata la vicenda del Banco Espirito Santo. “Un segnale di avvertimento – prosegue Vandenhoute – che l’economia depressa in qualche Paese periferico possa richiedere significativi apporti di capitale supplementari alle banche. Tuttavia, è molto improbabile che la Bce commenti oggi la vicenda. E’ più probabile che Draghi attiri l’attenzione sul ciclo del credito come un segnale che la politica monetaria della Bce sta funzionando”.
In conclusione, i fattori positivi (ripresa in atto) e quelli negativi (inflazione debole e tensioni geopolitiche) si annullano a vicenda, spingendo la Bce a rimanere ferma e assumere un atteggiamento di attesa. Oltretutto “i membri del Consiglio direttivo hanno già accennato al fatto che prima vogliono valutare l’impatto delle misure già annunciate – conclude l’esperto di Ing – e quindi non dovrebbe arrivare una forte azione da parte della Bce per il resto di quest’anno in termini di ulteriori misure di politica monetaria, a meno che la situazione macroeconomica si deteriori in maniera significativa nel breve termine per via delle crescenti tensioni geopolitiche”.