Notizie Notizie Italia Bce, mutui, tassi: Lagarde striglia banche e governi

Bce, mutui, tassi: Lagarde striglia banche e governi

6 Marzo 2023 17:00

Mutui e tassi: Christine Lagarde, presidente della Bce (Banca centrale europea), lancia un appello alle banche e ai governi.

Christine Lagarde
Christine Lagarde

Le banche, lascia intendere la numero uno dell’Eurotower in un’intervista rilasciata al Grupo Vocento, società di media spagnola, rinegozino i mutui per evitare la formazione, nei loro bilanci, dei crediti deteriorati e delle sofferenze, NPL, a causa della difficoltà o impossibilità dei debitori nel ripagare i prestiti.

I governi dell’area euro aiutino i più vulnerabili, come i pensionati che percepiscono miseri assegni.

In un momento in cui la sua credibilità è a dir poco ammaccata, a causa dei continui rialzi dei tassi di interesse che continua imperterrita a varare e ad auspicare, Christine Lagarde indossa le vesti di paladina dei più deboli, criticando, seppur in modo non diretto, sia le banche che i governi.

“Sono sicura che molte banche siano pronte a riconsiderare le condizioni applicate ai prestiti”, dice, interpellata da Grupo Vocento, sottolineando che “è nel loro interesse evitare la formazione di NPL e avere debitori” con un buon credito.

La numero uno della Bce parla chiaramente di mutui, a dispetto di chi fa notare che, se le rate sui mutui stanno salendo, è per effetto di tutte quelle strette monetarie che la Banca centrale europa stessa ha deciso di lanciare per cercare di sfiammare la crescita dell’inflazione.

I mutui a tasso variabile sono un’arma a doppio taglio – spiega l’ex direttrice dell’Fmi (Fondo Monetario Internazionale – Quando gli interessi sono molto bassi, la gente trae vantaggio dalle rate più basse. Ma quando i tassi (sui mutui) aumentano (così come è accaduto a causa dell’inflazione), le rate mensili (sui mutui) aumentano anch’esse”.

E “io sono sicura – sottolinea Lagarde – che molte banche siano pronte a rinegoziare (i mutui) al fine di alleggerire il peso sulle famiglie”.

Lagarde ‘paladina’ di chi contrae mutui

Nello spiegare il motivo per cui sia nello stesso interesse delle banche agire in questo modo, Lagarde ricorda che, dopo tutto, gli istituti “sanno che, quando l’inflazione sarà sotto controllo, i tassi di interesse scenderanno”.

E se i tassi di interesse scenderanno, diminuirà anche tutta la manna dal cielo che le banche stanno ricevendo grazie all’effetto che le strette monetarie hanno sulla loro redditività, in termini tecnici sul loro NII (margine di interesse).

Il che significa praticamente, che quando la Bce smetterà di alzare i tassi, venendo a mancare un assist alla loro redditività le banche stesse “non vorranno vedere NPL sui loro bilanci”.

La strigliata alle banche di Lagarde va anche oltre la questione rate dei mutui più alte.

Alla domanda del giornalista, che le fa notare un altro fenomeno di cui si sta parlando parecchio, ovvero quello delle remunerazioni risicate che gli istituti stanno pagando ai titolari dei conti correnti, nonostante l’applicazione di tassi sui prestiti ben più alti che le rendono più ricche, la risposta è la seguente:

Ancora, stiamo parlando di un rapporto che riguarda una banca e i suoi clienti. Quando i tassi di interesse salgono, quando il costo dei prestiti sale, ovviamente bisogna discutere della remunerazione dei depositi, che può essere aumentata”.

Lagarde striglia i governi. La frase sui pensionati

Nell’intervista la presidente della Banca centrale europea non risparmia neanche i governi. Interpellata sulla sofferenza di molte famiglie, alle prese con un caro vita che assedia e divora sempre di più il loro potere di acquisto, Lagarde risponde con queste parole:

So che si sta soffrendo a causa dell’inflazione .  In particolare soffrono le persone più vulnerabili e chi è più esposto, come i pensionati a basso reddito. Alla Bce, noi crediamo che gli aiuti dei governi dovrebbero essere mirati a queste persone vulnerabili”.

LEGGI ANCHE

Come è cambiato il mercato dei mutui dopo il rialzo dei tassi

Bollette e servizi (inclusi conti correnti): le famiglie arrivano a spendere 112 euro in più

Conti correnti mangiati dall’inflazione: l’analisi Fabi

UniCredit e altre Big: nel 2022 boom utili con Bce

Bce e il ‘tesoretto’ tassi alle banche italiane

S&P: verdetto su Pil Italia, tassi Bce e banche

Detto questo, non viene tralasciato il monito che ultimamente la banca centrale non smette di rilanciare, ovvero la necessità che gli aiuti dei governi “siano temporanei”. E che dunque, “quando la situazione migliorerà, quando i prezzi dell’energia scenderanno e i prezzi dei beni alimentari si stabilizzeranno, i governi ritirino quei sostegni”.

In ogni caso, in linea con la regola delle tre T (targeted, temporary, tailored), “queste misure (di aiuto ai cittadini da parte dei governi) vengano stabilite in modo da incoraggiare la gente a risparmiare sull’energia, piuttosto che a usarla come se non costasse niente).

Bce e tassi: Lagarde non arretra, rialzo 50 pb a marzo. E parla anche..

Nell’intervista rilasciata a Grupo Vocento, Christine Lagarde ha ribadito di nuovo la sua view sui tassi dell’Eurozona e sull’inflazione.

“E’ molto probabile che alzeremo i tassi di interesse di 50 punti base – ha sottolineato, riferendosi alla decisione imminente sui tassi che il Consiglio direttivo della banca centrale annuncerà il prossimo giovedì 16 marzo – Si tratta di una decisione che è stata indicata nel nostro ultimo meeting di politica monetaria, e tutti i numeri che abbiamo visto negli ultimi giorni stanno confermando che questo aumento dei tassi di interesse è molto, molto probabile”.

Nelle ultime ore, lo spirito hawkish della Banca centrale europea è stato anche rafforzato.

Addirittura, il falco della Bce Robert Holzmann, governatore della banca centrale dell’Austria, ha detto di sperare che “i tassi di interesse tocchino il picco l’anno prossimo”, lasciando intendere come la tanto auspicata pausa nel rialzo dei tassi sia decisamente lontana.

A prendere la parola oggi è stato anche il capo economista della Bce Philip Lane, che ha affermato che, sebbene ci siano segnali di una pressione inflazionistica più debole – segnali che arrivano dal mercato delle commodities energetiche, dall’attività economica e anche dalle strozzature delle catene dell’offerta – la crescita dei prezzi avalla il rialzo dei tassi di interesse anche dopo il mese di marzo. Le colombe, insomma, il messaggio sembra chiaro, si rassegnino.