Notizie Notizie Mondo Mercati in bilico tra prossime mosse Bce e Fed, mentre l’obbligazionario si trova davanti a un bivio

Mercati in bilico tra prossime mosse Bce e Fed, mentre l’obbligazionario si trova davanti a un bivio

6 Marzo 2023 16:01

I mercati finanziari stanno vivendo un momento cruciale in cui le incognite sono molte, a partire dalle prossime mosse delle banche centrali che potrebbero destabilizzare gli operatori. Da una parte la discesa dei prezzi del gas naturale sui minimi dell’ultimo anno allenta la pressione sull’inflazione, ma sul fronte opposto il buon andamento delle economie potrebbe provocare ulteriori fiammate inflazionistiche. A questo si aggiunge il sempre presente conflitto tra Russia e Ucraina ed i rapporti in bilico tra Usa e Cina.

Detto questo non è detto che i mercati azionari o obbligazionari debbano obbligatoriamente scendere, ma indubbiamente in un contesto come questo la prudenza è d’obbligo. Ad aiutarci a capire meglio la situazione c’è il team strategie di credito globale di Algebris Investments che nel solito report settimana chiamato “Global Credit Bullets” fa una riflessione su Bce, Stati Uniti e obbligazioni.

Bce, prossima fermata al 4%

Secondo Algebris, “i dati sul Cpi dell’Eurozona della scorsa settimana hanno sorpreso al rialzo e hanno portato i mercati a prezzare un tasso terminale del 4% per la Bce. Il Cpi annualizzato è sceso all’8,5% dall’8,6% di gennaio, ma ha battuto le stime dello 0,2%. Più allarmante è stata l’accelerazione del core al 5,6%, in aumento dal 5,3% precedente e dello 0,3% al di sopra delle aspettative. Mentre l’inflazione energetica ha continuato a scendere, quella dei beni e dei servizi è salita rispettivamente al 6,8% e al 4,8%”.

Inoltre, si legge nel report, “i commenti da falco di Wunsch, Vasle, Muller e Villeroy hanno ribadito che la Bce non è affatto vicina a un rallentamento. Diverse banche d’investimento hanno ora rivisto al rialzo le loro previsioni sui tassi terminali, portandole al 4%, in linea con i prezzi di mercato. È chiaro che la Bce manifesterà la sua ‘intenzione’ di aumentare i tassi dello 0,5% il 16 marzo, e riteniamo che anche dopo la prossima scadenza ci saranno ulteriori aumenti dello 0,5%, assumendo che l’inflazione rimanga così alta. Nonostante il mercato stia già prezzando molto, continuiamo a rimanere attenti alla duration europea”.

Stati Uniti, rischi più stabili

Dopo dati tonici a febbraio, le pubblicazioni macro della scorsa settimana sono state più bilanciate. Secondo Algebris, “gli ordini di beni durevoli sono scesi più del previsto a -4,5% su base annua, l’indicatore della Fed di Dallas sul settore manifatturiero è sceso a -13,5, il Chicago Purchasing Managers’ Index ha registrato un calo a 43,6, la fiducia dei consumatori del Conference Board è scesa di 5 punti a 102,9 e l’indice manifatturiero della Fed di Richmond è sceso a -16. L’ISM (Institute of Supply Management) manifatturiero e dei servizi ha registrato dati in linea, l’indice dei prezzi pagati dai direttori degli acquisti aziendali ha sorpreso al rialzo. Riteniamo che l’asticella per continuare a registrare previsioni al rialzo sia più alta, man mano che gli economisti rivedono le loro previsioni”.

Da questo momento, si legge nel report, “la diffusione di dati in linea con le aspettative o al ribasso indicherà che i rischi sulla duration americana sono sbilanciati al rialzo, verso un rally obbligazionario. Tuttavia, questa settimana sarà caratterizzata da nuovi dati chiave sul mercato del lavoro, tra cui i tagli di posti di lavoro, le aperture di posti di lavoro Jolts (Job Openings and Labor Turnover Survey), l’occupazione Adp (Automatic Data Processing) e soprattutto i Non-Farm Payrolls di venerdì, che determineranno se il mercato andrà al rialzo o al ribasso. La prossima riunione della Fed si terrà il 22 marzo e il mercato sta valutando una probabilità del 25% di una riaccelerazione dei rialzi dei tassi a 50 pb. Riteniamo che attualmente non ci sia ancora consenso su una decisione di questo tipo, ma i dati del mercato del lavoro di questa settimana potrebbero avvalorare la tesi del maxi-rialzo”.

Credito fisso, obbligazioni a un bivio

Il reddito fisso globale si trova a un bivio, scrive Algebris, secondo cui “vista l’incertezza dei dati economici, e per generare performance è necessario fare scelte attive su duration, emittenti e titoli. Gli investitori possono trovare obbligazioni con rendimenti superiori all’inflazione, ma in un contesto di continuo inasprimento della politica monetaria non consigliamo di scendere a compromessi sulla qualità. Per quanto riguarda la duration, rimaniamo cauti ma preferiamo la duration statunitense a quella europea, poiché riteniamo che la Fed sia più avanti nel ciclo”.

Nel credito, conclude Algebris, “preferiamo l’High Yield all’Investment Grade, ma solo con duration breve in modo da ridurre la volatilità. Per quanto riguarda i settori, prediligiamo i finanziari, che offrono la migliore remunerazione del rischio in presenza di fondamentali solidi, e i settori difensivi come quello delle telecomunicazioni, che possono trasferire ai loro clienti l’aumento dei costi dovuto all’inflazione”.