La Bce lascia i tassi al 4% ma avverte: rischi al ribasso per l’economia
La Banca centrale europea, rispettando quelle che erano le attese di consensus, ha lasciato invariati i tassi di interesse di riferimento in Europa al 4%. Una novità però c’è stata: l’ammissione della presenza di un acceso dibattito all’interno del Comitato di politica economica circa un’eventuale manovra dei tassi.
Un segnale che di fronte alle preoccupanti condizioni dell’economia anche una Bce sempre attenta all’andamento dei prezzi comincia a porsi alcune domande.
Lo stesso governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, ha spiegato che i membri del Comitato hanno discusso ampiamente sulle opzioni di manovra disponibili, ma che la decisione è infine stata presa all’unanimità. Trichet ha sottolineato che i dati europei sono solidi ma che esistono dei rischi al ribasso sulla crescita per il prossimo futuro. “La Bce – ha dichiarato Trichet – continuerà a monitorare da vicino l’evoluzione della situazione”. Rilanciati però anche gli usuali allarmi sulla dinamica dei prezzi: “La stabilizzazione delle aspettative di inflazione nel medio e lungo termine è una delle maggiori priorità del Consiglio della Bce” ha dichiarato ancora una volta Trichet nella conferenza stampa seguita alla decisione sui tassi, aggiungendo che “le attuali pressioni di breve termine sui prezzi non devono estendersi al medio termine” sui salari e sui prezzi al consumo.
Un atteggiamo dunque ancora molto diverso da quello di una Fed che invece sta già agendo aggressivamente a sostegno della crescita. “La Fed agisce sempre con un orientamento di breve termine, la Bce non fa così”, spiegava pochi giorni fa a Milano, Patrick Artus, capo-economista di Natixis. “Non c’è una crisi di liquidità, anzi ce n’è un eccesso ma investita altrove, ad esempio nelle commodity. C’è molta liquidità e allora la Bce vede un pericolo”. Eccesso di liquidità fa rima con inflazione e secondo Trichet ci sono stati segnali di rialzo dei prezzi in particolar modo dell’energia e degli alimentari. Ma ciò che più sembra preoccupare il governatore della Bce sono le dinamiche salariali, anche in virtù delle contrattazioni che hanno preso il via in varie nazioni europee.
Alle 13.00 invece la Banca d’Inghilterra ha ridotto il costo del denaro di 25 punti base al 5,25%, in misura ampiamente attesa dal mercato. Anche dalla Boe sono tuttavia arrivati segnali preoccupanti sul fronte della crescita, con un allarme su un rallentamento delle spese per consumi. La Boe ritiene inoltre che l’inflazione potrà aumentare considerevolmente nel corso dei prossimi mesi.