Bce, Lagarde blinda PEPP e tassi negativi. Su aumento debiti come Draghi: ‘domanda è per cosa il debito viene utilizzato’
“Ci vuole ancora tanto tempo prima di riuscire ad attraversare il ponte della pandemia. L’economia dell’Eurozona sta camminando grazie all’aiuto di due “stampelle”: una fiscale e una monetaria. Dobbiamo trovarci su un terreno solido prima di poter camminare con le nostre forze e in modo sostenuto”. Così Christine Lagarde, nella conferenza stampa successiva all’annuncio dei tassi da parte della Bce, lanciando ai mercati una rassicurazione:
il Consiglio direttivo oggi non ha neanche affrontato la possibilità di iniziare a ritirare gradualmente gli acquisti degli asset lanciati con il QE pandemico PEPP, perché “sarebbe prematuro farlo”. Piuttosto, è vero il contrario, nel senso che Lagarde ha ribadito quanto annunciato nel meeting di marzo, ovvero che, “considerando il fatto che le informazioni hanno confermato la valutazione congiunta (della Bce) sulle condizioni di finanziamento e sull’outlook sull’inflazione rilevate nel meeting di politica monetaria di marzo, il Consiglio direttivo prevede che gli acquisti effettuati con il PEPP nel trimestre attuale continueranno a essere condotti a un ritmo significativamente più alto rispetto ai primi mesi dell’anno”. Esattamente, rispetto ai primi due mesi dell’anno.
E, ha aggiunto il numero uno della Banca centrale europea, “so che alcuni di voi danno importanza ai dati relativi agli acquisti che avvengono con il PEPP su base settimanale, ma i dati su cui concentrarsi sono quelli mensili“.
Lagarde rassicura su necessità PEPP. Su debito come Draghi
Insomma, è ancora prematuro non solo ritirare gli acquisti degli asset, ma anche il solo pensare a una tale eventualità, e dunque discuterne. Durante la conferenza stampa Lagarde ha ripreso in qualche modo la differenza che il presidente del Consiglio Mario Draghi è solito ripetere: quella tra il debito buono e il debito cattivo. Pur non facendo un paragone così netto, alla domanda sul livello dei debiti sovrani dei paesi dell’Eurozona, balzato a causa delle misure che i governi hanno dovuto varare per proteggere le loro economie dagli effetti devastanti della pandemia Covid, l’economista ed ex numero uno del Fondo Monetario Internazionale ha così risposto:
“Tutti i paesi del mondo hanno dovuto aumentare il livello dei loro debiti, per far fronte alla crisi (della pandemia Covid-19) peggiore dalla Seconda Guerra Mondiale. La domanda qui è per cosa i debiti sono stati utilizzati: per misure temporanee o per lanciare riforme“.
Così Draghi lo scorso 16 aprile, nel commentare il Def dopo lo scostamento di bilancio da 40 miliardi di euro approvato dal Consiglio dei Ministri:
La differenza tra il debito buono e il debito cattivo? “Il debito buono è quando si danno risorse a una società, in modo che questa riesca a fare riforme tali da diventare autonoma, e iniziare a volare con le proprie ali. Il debito cattivo è fatto di quei sussidi che vengono erogati senza che ci sia un piano industriale”. Il presidente del Consiglio aveva anche consigliato di spostare l’attenzione dalla sostenibilità del debito alla questione della sostenibilità della crescita del Pil.
Sulle condizioni dell’economia dell’Eurozona, Lagarde ha sottolineato che “le vaccinazioni avallano le stime di un rimbalzo “solido” dell’attività economica dell’Eurozona. Certo, “la pandemia (Covid-19) continua a mettere sotto pressione l’attività (economica) e le aspettative sull’inflazione permangono contenute, a causa della debolezza dell’economia e della domanda”. Inoltre, “l’outlook sull’economia rimane offuscato dall’incertezza”, ed è possibile che l’economia si sia contratta ancora nel primo trimestre”, dopo la contrazione del quarto trimestre del 2020. Ma la ripresa dovrebbe avvenire “nel secondo trimestre”.
Il quadro economico dell’area euro, insomma, rimane caratterizzato da diverse sfaccettature:
“da un lato, il ritmo delle vaccinazioni sta migliorando, ma stiamo assistendo anche a maggiori pressioni, da parte del virus, sull’economia e sul settore sanitario”. Ci sono inoltre “i rischi rappresentati dalle varianti“; insomma, “siamo ancora in presenza di una situazione incerta e questo si riflette molto nei consumi”.
In generale, “il settore dei servizi (il più colpito dalla pandemia) sembra star toccando il fondo, “ma intravediamo ancora rischi di breve termine orientati verso il basso. I rischi di medio termine sono invece molto più bilanciati”.
In questo contesto, Lagardce ha ricordato che gli acquisti condotti con lo strumento PEPP “dipendono dai dati, dalle condizioni di finanziamento e dall’outlook sull’inflazione”, ed “è ovvio che guardiamo a quello che fanno le altre banche centrali, ma ogni paese ha variabili proprie – “mi sto riferendo qui alla politica fiscale”.
Ancora, ha fatto notare la presidente della Bce, “sarebbe bello se potessimo allinearci alla Fed, ma è ovvio che le condizioni non lo rendono possibile”, visto l’ampio divario che esiste tra la ripresa dell’economia Usa e quella dell’Eurozona.
Bce, Lagarde difende i tassi negativi
Riguardo ai tassi di interesse, “questi rimarranno al livello attuale o saranno più bassi fino a quando non avremo centrato un tasso di inflazione poco al di sotto del 2%”, jha detto Lagarde. E sulla polemica mai sopita che ha per oggetto i tassi negativi, la numero uno della Bce ha ricordato che lo strumento dei tassi al di sotto dello zero si è rivelato efficiente per mettere in sicurezza l’economia dell’Eurozona, fermo restando che la Bce è consapevole del fatto che “i depositanti sono insoddisfatti delle conseguenze dei tassi negativi”. Ma “noi dobbiamo guardare al quadro globale”, ha rimarcato.
E sull’euro, che recentemente si è apprezzato, Lagarde ha confermato quanto aveva affermato in precedenza: ovvero che “non abbiamo un target preciso sul tasso di cambio, ma monitoriamo molto attentamente” la situazione.
Come da attese, oggi la Bce ha confermato i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%.
Il Consiglio direttivo si attende che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà in maniera coerente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo.
Il Consiglio direttivo continuerà a condurre gli acquisti netti di attività nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), con una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro, almeno sino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus.