Notizie Notizie Mondo Bce, elezioni UK e Trump: tripla minaccia su mercati. Cds sterlina a record da voto Brexit (GRAFICI)

Bce, elezioni UK e Trump: tripla minaccia su mercati. Cds sterlina a record da voto Brexit (GRAFICI)

8 Giugno 2017 11:20

Nel giorno delle elezioni nel Regno Unito, che decreteranno il destino delle trattative sulla Brexit e dunque della stessa Unione europea, la sterlina fa uno scatto in avanti, salendo fino a $1,2976, al record dallo scorso 25 maggio.

Perchè la sterlina sta salendo

Il rialzo si spiega con la pubblicazione degli ultimi sondaggi, da cui emerge che la premier Theresa May uscirà rafforzata dal voto. Ma a salire sono anche i cds sui movimenti violenti della sterlina – ovvero i credit default swap per proteggersi dal rischio che la valuta crolli o salga troppo – che testano il livello record dal referendum Brexit del 23 giugno del 2016.

Boom dei cds contro la volatilità della sterlina

Il sondaggio finale di YouGov attribuisce al partito dei Conservatori di May un vantaggio di 7 punti sui laburisti di Jeremy Corbyn.

Il motivo per cui la sterlina sale, spiega al Guardian Hussein Sayed, responsabile strategist dei mercati presso FXTM, è dovuto proprio alle speculazioni dei trader su una vittoria di May, il cui consenso sembrava aver perso colpi nei sondaggi delle ultime settimane.

“Più alto sarà il margine con cui i Conservatori vinceranno, maggior potere avrà May nel negoziare i termini sulla Brexit, e dunque maggiori saranno le possibilità di un apprezzamento della sterlina”.

Oltre a sterlina occhio all’euro

La sessione odierna, per i mercati, è stata battezzata dal Guardian “Il Giovedì della Tripla Minaccia”. In generale, si parla di oggi come uno dei giorni più importanti del 2017, e come di un Super Giovedì.

“Ci aspetta un giorno cruciale, con diversi eventi politici ed economici in Europa e negli Stati Uniti che potrebbero vedere i mercati sbandare“.

Non solo le elezioni nel Regno Unito. La seconda minaccia arriva dalle decisioni che verranno prese e annunciate dalla Bce di Mario Draghi.

Secondo i rumor circolati nella giornata di ieri, a dispetto delle scommesse degli investitori che avevano previsto un tono più da falco della banca centrale, l’istituto dovrebbe comunicare di aver rivisto al ribasso l’outlook sull’inflazione.

E, se ciò fosse vero, vorrebbe dire che l’annuncio sull’inizio di una fase di exit strategy dal programma di Quantitative easing sarebbe improbabile. Così si spiega l’improvviso dietrofront dell’euro al diffondersi delle indiscrezioni. E così potrebbe spiegarsi il ritracciamento dello spread di stamattina.

Dopo essere balzato fino a 203 punti circa, il differenziale tra tassi sui BTP e Bund tedeschi cede alle 11.30 circa ora italiana il 2%, a 197 punti base. I rendimenti sui BTP decennali scendono dello 0,85% al 2,2590%, mentre i tassi sui Bund volano di quasi +9% allo 0,28%.

Il trend dei mercati azionari in attesa di Draghi

I mercati azionari certo non disapproverebbero la cautela della Bce. Sicuramente un eventuale ritardo nell’annunciare la fase di tapering del QE o la fine dei tassi rasoterra farebbe bene ai BTP, che scontano la possibilità che Draghi decida di iniziare a staccare la spina dello scudo sui bond italiani.

Tuttavia, proprio qualche minuto fa è stato reso noto il Pil dell’Eurozona, che è stato rivisto al rialzo a +0,6% dal +0,5% inizialmente reso noto. Secondo alcune indiscrezioni, inoltre, se abbasserà l’outlook sulla crescita delle pressioni inflazionistiche, la Bce alzerà le attese relative alla crescita del Pil.

Bce alzerà stime Pil Eurozona?

L’euro rimane tuttavia sotto pressione nei confronti del dollaro, debole con -0,11%, a quota $1,1245. Il dollaro sale invece sullo yen, con +0,27% a JPY 110,12. Euro sterlina piatto, -0,07% a GBP 0,8681.

La terza minaccia di questo Super Giovedì è la testimonianza al Congresso Usa dell‘ex direttore dell’Fbi, James Comey, mandato a casa da Donald Trump.

Per il Guardian “potrebbe trattarsi di uno storico evento, visto che la Commissione di Intelligence del Senato interrogherà Comey in merito all’indagine sui legami tra l’amministrazione Trump e la Russia”.

Tiene intanto l’azionario europeo, senza grandi slanci. Il Ftse 100 della borsa di Londra è piatto con una variazione +0,08%, il Dax di Francoforte sale con +0,35%, Parigi fa +0,21%, Madrid +0,27%, Zurigo +0,05%, mentre Piazza Affari assiste al lieve rialzo del Ftse Mib, +0,26%, a 20.793,42 punti.

Dopo il tonfo della vigilia recuperano i prezzi del petrolio, con il contratto WTI +0,92%, a $46,14 e il Brent +1% a $48,54 al barile. I valori al di sotto della soglia di $50 confermano il forte sell off delle ultime ore, che ha portato le quotazioni a cedere il 5% circa. Market mover i dati resi noti dall’agenzia Usa EIA, che hanno messo in evidenza come, la scorsa settimana, le scorte totali di petrolio crude siano balzate di 3,3 milioni di barili.

Collasso dei prezzi del petrolio