Bce: Draghi, pronti ad agire per aumentare l’inflazione nel più breve tempo possibile
La Banca centrale europea (bce) è pronta ad agire rapidamente per far risalire l’inflazione nell’Eurozona. Lo ha dichiarato Mario Draghi, presidente dell’istituto centrale, evocando la possibilità di modificare il programma di acquisto di asset, il cosiddetto quantitative easing (Qe), e il tasso sui depositi. “Se decidiamo che l’attuale traiettoria della nostra politica non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo, faremo quello che dobbiamo per aumentare l’inflazione nel più breve tempo possibile. Questo è ciò che il nostro mandato di stabilità dei prezzi ci richiede”, ha detto Draghi nel corso del suo intervento all‘European Banking Congress a Francoforte a soli due settimane dalla prossima riunione, l’ultima dell’anno, in agenda il 3 dicembre. E proprio in quella occasione, una decisione sarà presa, ha promesso Draghi.
La Bce è pronta ad agire, possibile azione su Qe e tasso deposito
“Se concludiamo che la bilancia dei rischi per il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi a medio termine è inclinata al ribasso, agiremo, utilizzando tutti gli strumenti disponibili all’interno del nostro mandato”, ha ribadito Draghi oggi, sottolineando come il quantitative easing sia “uno strumento potente e flessibile, in quanto può essere regolato in termini di dimensione, composizione o durata per raggiungere una politica più espansiva”. Ma non solo. “Il livello del tasso sui depositi può rafforzare la trasmissione del Qe, soprattutto aumentando la rapidità della circolazione delle riserve abcnarie”, ha aggiunto il numro uno della Bce.
La domanda è come calibrare gli strumenti
“La domanda che dobbiamo affrontare ora non è se abbiamo gli strumenti a disposizione per fornire un adeguato grado di stimolo monetario. Lo abbiamo dimostrato. La domanda riguarda la taratura, ovvero se, in considerazione delle crescenti turbolenze che abbiamo affrontato dopo l’estate e l’impatto che stanno avendo sulla bilancia dei rischi per l’inflazione in futuro, la taratura della politica monetaria decisa nel mese di gennaio sia ancora sufficiente al fine di garantire un ritorno dell’inflazione verso il nostro obiettivo, e senza indugio”. La decisione si baserà sulle nuove proiezioni economiche che verranno fornite nella prossima riunione dagli analisti Bce e sulle conclusioni a cui è giunto il gruppo di esperti incaricato di analizzare le possibili strategie da adottare.
Dinamica di crescita dell’Eurozona rimane debole, aumentati i rischi
“Oggi la ripresa economica (dell’Eurozona, ndr) poggia su basi più solide. La domanda interna si sta gradualmente rafforzando sostituendo le esportazioni come motore di crescita. Il consumo continua ad essere il driver principale dell’attività”, ha detto Draghi, aggiungendo però subito dopo che i rischi sono aumentati e la ripresa rimane debole. “Tuttavia – ha detto – questo quadro positivo dell’economia deve essere visto in un contesto più ampio in cui permangono ancora rischi. Anche se la ripresa si è dimostrata resistente agli shock, la dinamica di crescita rimane debole per un’economia che esce da una profonda recessione, e i venti contrari che soffiano dall’economia globale sono aumentati”. E anche il percoso sulla stabilità dei prezzi appare più difficoltoso con il tasso di inflazione ancora ben al di sotto dell’obiettivo al 2%.