Bce: Draghi interlocutorio ma vigile, la Bce alza stime crescita e non teme Brexit
Il presidente della Bce Mario Draghi non lancia nuove misure straordinarie di politica monetaria. Anche perché molti dei programmi annunciati devono essere ancora implementati e l’impatto delle misure politiche del passato è ancora da chiarire, e si aspetta una crescita dell’eurozona più lenta.
Nel corso della conferenza stampa post meeting Bce di Vienna, il Governatore dell’Eurotower ha incentivato le riforme strutturali, senza le quali non ci saranno nuovi regali da parte della Banca centrale europea.
La politica monetaria è stata tuttavia confermata in modalità ultraespansiva. Oggi l’isituto centrale ha confermato per un lungo periodo ancora il mantenimento dei tassi di interesse ai minimi storici e confermato il piano di Quantitative Easing da 80 miliardi al mese fino a marzo 2017. Con l’occasione la Banca centrale europea ha annunciato che dal prossimo 8 giugno partirà il piano di acquisto di obbligazioni corporate annunciato il 10 marzo scorso.
Draghi, evidenziando come non saranno le quotazioni del cambio a influenzare le decisioni della Bce, ha ribadito che il target delle politiche monetarie europee rimane centrato sull’inflazione di medio lungo termine. E sulla crescita, vero veicolo per uscire dalla crisi degli ultimi anni.