Notizie Notizie Mondo Bce, Draghi apre le porte: QE oltre 2016 se fosse necessario. Tagliate stime di crescita e inflazione

Bce, Draghi apre le porte: QE oltre 2016 se fosse necessario. Tagliate stime di crescita e inflazione

3 Settembre 2015 14:37
Toni e messaggi rassicuranti quelli inviati oggi dalla Banca centrale europea (Bce). L’istituto di Francoforte, la prima tra le “grandi banche centrali” a riunirsi dopo la bufera che ha investito la Cina e i mercati finanziari, si è detta pronta ad estendere, se necessario, il programma di Qe oltre settembre 2016. Ma non solo, il presidente Mario Draghi nel corso della conferenza stampa a Francoforte che segue l’annuncio sui tassi che sono rimasti invariati allo 0,05%, ha dichiarato di avere innalzato il limite della quota acquistabile per singole emissioni, passata dall’iniziale 25% al 33%, e sono state riviste al ribasso le previsioni economiche e sull’inflazione.  
I messaggi da “colomba” inviati da Draghi sono stati apprezzati dai mercati europei che hanno accelerato al rialzo e in questo momento salgono di oltre il 3 per cento. 
 
Qe anche oltre settembre 2016, se necessario 
Mario Draghi, che oggi compie 68 anni, si è soffermato più volte nel corso del suo intervento al programma di acquisto titolo, il QE europeo, partito ufficialmente sei mesi fa. “Il programma di acquisti procede senza intoppi e potrebbe proseguire anche oltre settembre 2016, se necessario”, ha spiegato Draghi specificando che “andrà avanti almeno finché non si raggiungerà l’obiettivo di inflazione”. In merito al Qe, il governatore della Bce ha precisato che durante la riunione odierna il consiglio direttivo si è detto disposto a variare il programma, anche se non sono stati discussi i dettagli di una possibile azione (la dimensione, durata o composizione del QE)”. 

Revisione al ribasso delle stime di crescita e di inflazione
Draghi ha annunciato le nuove stime economiche della Bce che vede una crescita meno veloce per l’eurozona e inflazione che risalirà più lentamente. L’istituto centrale della zona euro ha dato una sforbiciata alle stime per il triennio 2015-2017 con Pil ora atteso a +1,4% nel 2015, +1,7% nel 2016 e +1,8% nel 2017. Tagliate anche le previsioni di inflazione che quest’anno dovrebbe salire solo dello 0,1% rispetto al +0,3% precedentemente indicato. Draghi ha inoltre detto che nei prossimi mesi l’inflazione è vista in territorio negativo. L’ex governatore di Bankitalia ha voluto precisare che le previsioni elaborate dagli economisti della Bce si basano su informazioni raccolte fino allo scorso 12 agosto, di conseguenza non prendono in considerazione quanto è accaduto dopo quella data.
 
Draghi ha sottolineato che i rischi al ribasso sono aumentati e sono legati alle incertezze esterne, in particolare agli sviluppi dei mercati emergenti che possono impattare sull’andamento della crescita globale. Per questa ragione il consiglio direttivo della Bce monitorerà i rischi di medio termine per la stabilità dei prezzi ed è pronto ad agire con gli strumenti a disposizione se fosse necessario.
Rispondendo a una domanda sulla Cina, in particolare sulle recenti decisioni del governo di pechino, il presidente Draghi ha dichiarato che la Cina e gli sviluppi saranno un tema al centro del meeting del G20 di Ankara (G20 inizia domani n.d.r.). 
 
“Le dichiarazioni di oggi di Draghi, insieme alla revisione peggiorativa del quadro macro prospettico, aprono la strada ad una possibile modifica del QE entro fine anno con eventuale partenza ad inizio 2016”, commentano gli esperti di Mps Capital Services, aggiungendo che “tale ipotesi diventerebbe concreta soprattutto in presenza di forti turbolenze sui mercati finanziari”.
 
Tassi fermi al minimo storico
Nessuna sorpresa sul fronte dei tassi. Nella riunione odierna il consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte ha deciso che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca rimarranno invariati rispettivamente allo 0,05%, allo 0,30% e al -0,20 per cento.