Bce Day: un nuovo taglio è sul piatto, Lagarde chiamata ad agire tra dazi e forza dell’euro

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L’ultimo dato che è finito sul tavolo del consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) è stato il dato finale dell’inflazione di marzo per la zona euro. Un dato, uscito ieri, che ha confermato la stima preliminare con l’inflazione headline al 2,2% su base annua e la versione core al 2,4%.
E oggi è finalmente il Bce Day. Con una decisione ampiamente prezzata dal mercato la Bce si appresta ad annunciare un nuovo taglio dei tassi (il settimo da giugno 2024, il terzo del 2025). Come di consueto, a partire dalle 14:15 verrà diffuso il comunicato ufficiale a cui seguirà la conferenza stampa di Christine Lagarde, chiamata a rispondere alle domande che verteranno su alcuni temi, tra cui le crescenti tensioni commerciali, il rafforzamento dell’euro.
Vediamo la view e le attese di alcuni strategist ed economisti in vista degli annunci di oggi della Bce.
Bce obbligata a tagliare
Dopo la riunione di marzo, sembrava che l’istituto guidato da Christine Lagarde fosse pronto a prendersi una pausa per monitorare e analizzare il contesto macroeconomiche per capre quali strade prendere in futuro. “Dal celebre Liberation Day del 2 aprile, il mondo è totalmente cambiato, obbligando la Bce a essere flessibile e a rivedere le proprie scelte. Le forti tensioni commerciali e il marcato apprezzamento dell’euro hanno inevitabilmente aumentato le aspettative per un nuovo taglio dei tassi d’interesse da parte della Bce”, commenta di Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, indicando come “l’annuncio dei nuovi dazi americani contro l’Unione Europea ha riportato in primo piano i rischi per la crescita dell’Eurozona. A questo si è aggiunto il forte apprezzamento dell’euro sui mercati valutari e il calo dei prezzi energetici, entrambi elementi che alimentano le pressioni disinflazionistiche. In questo contesto, la Bce appare costretta a proseguire il ciclo di riduzione del costo del denaro, con un probabile taglio da 25 punti base portando il tasso sui depositi al 2,25%“.
La forza dell’euro
C’è un tema sul tavolo della Bce che verrà discusso oggi e probabilmente evidenziato anche nel corso della conferenza stampa: ovvero il rafforzamento dell’euro. “Prevediamo un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Bce oggi. Il consenso è unanime e i mercati stanno scontando appieno la mossa, quindi l’impatto sull’euro potrebbe rivelarsi limitato. Come discusso di recente, non ci aspettiamo molto in termini di guidance da parte della Bce, che potrebbe richiamare la comunicazione di ieri della Bank of Canada: riconoscere apertamente che i policymakers sono confusi quanto i mercati sull’impatto dei dazi e che non sono in grado di offrire alcuna previsione prospettica in questa fase”, sottolinea Francesco Pesole, FX Strategist di ING.
“Manteniamo un tactical target a 1,15 per l’EUR/USD, con la possibilità di guadagni ancora maggiori. Entro la fine del trimestre, ci attendiamo che la pressione delle vendite sul dollaro si sia attenuata e puntiamo a 1,14, seguito da una ripresa del dollaro nel terzo trimestre”, indica ancora l’esperto.
“Il vero problema per la Bce è l’impennata dell’euro“, rimarca Michele Sansone, country manager iBanFirst Italia. “La moneta unica sta registrando il suo aumento più marcato da 15 anni, guadagnando quasi il 10% rispetto al dollaro dall’inizio dell’anno. Gli hedge fund stanno acquistando massicciamente euro al posto del dollaro. Gli investitori stanno assumendo posizioni lunghe sul mercato delle opzioni, puntando a un tasso di cambio EUR/USD che superi 1,15 – prosegue -. Un tempo considerato un asset rischioso, l’euro sta ora attirando flussi di capitale rifugio, insieme ai Bund tedeschi”.
“Se da un lato l’UE potrebbe accogliere favorevolmente questo cambiamento, la forza dell’euro rappresenta una vera sfida economica. Poche aziende europee esposte ai mercati internazionali si sono coperte per proteggersi contro un eccessivo apprezzamento dell’euro il che significa che è probabile che subiscano delle perdite – suggerisce l’esperto -. Inoltre, un tasso di cambio così elevato implica una perdita di competitività sui prezzi, proprio nel momento peggiore: quando il commercio globale rallenta e l’economia dell’eurozona si indebolisce”.
Altri tagli in arrivo?
“L’attuale contesto lascia poco spazio alla forward guidance e ci aspettiamo che il Consiglio direttivo mantenga un atteggiamento reattivo anziché proattivo, continuando a sottolineare che le decisioni continueranno a essere prese di riunione in riunione”, afferma Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, secondo il quale “la riunione di giugno sarà caratterizzata da un aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche e, a nostro avviso, sembra una buona opportunità per la Bce di rivalutare in modo olistico se sarà necessaria una vera e propria politica di stimolo per difendere l’obiettivo di stabilità dei prezzi del 2%”.
Henry Cook, Senior Europe Economist di MUFG Bank, si attende lievi modifiche da colomba nel linguaggio delle dichiarazioni per riflettere gli sviluppi recenti, forse con un’enfasi maggiore sui rischi al ribasso, ma difficilmente emergeranno nuovi segnali di politica monetaria. “In assenza di cambiamenti più chiari nei dati concreti, è probabile che i responsabili politici vogliano mantenere un’ampia flessibilità, data l’elevata incertezza legata alla politica commerciale e alla tempistica di nuovi stimoli fiscali – segnala -. Detto ciò, un ulteriore taglio porterebbe i tassi al limite superiore dell’intervallo ‘neutrale’ stimato dalla Bce (1,75 – 2,25%), il che potrebbe richiedere un cambiamento nel linguaggio del comunicato (verrà mantenuta l’etichetta di ‘restrittiva’?).
In termini di prospettive, Cook sottolinea che appare una decisione piuttosto lineare quella di tagliare i tassi in questa riunione, e probabilmente sarà così anche a giugno (soprattutto se le proiezioni dell’indice HICP saranno riviste al ribasso, come prevediamo). “Stimiamo complessivamente altri tre tagli dei tassi quest’anno“, aggiunge.