Bce e Cina tagliano i tassi, la Banca d’Inghilterra estende l’allentamento quantitativo
Focus sulle Banche centrali. Poco fa la Banca centrale europea e la Bank of England come da attese hanno annunciato di aver rispettivamente portato il costo del denaro ai minimi storici e di aver incrementato il piano di acquisto asset. Ancora una volta invece la People’s Bank of China (Pboc) ha colto di sorpresa il mercato.
In Europa il costo del denaro ai nuovi minimi storici
L’Eurotower poco fa ha annunciato di aver ridotto il tasso di riferimento di 25 punti base allo 0,75%. Si tratta del terzo taglio targato Mario Draghi. In calo anche il tasso sui depositi e quello sui prestiti overnight che passano a zero ed all’1,50%. La mossa era stata correttamente pronosticata dagli analisti anche se c’era chi, come Société Générale, si era spinta a pronosticare una sforbiciata di 50 punti base.
La mossa dell’Eurotower sta favorendo la risalita dei listini europei, l’Eurostoxx 50 attualmente guadagna quasi mezzo punto percentuale, spingendo al ribasso la moneta unica, in picchiata verso quota 1,24 dollari a 1,242.
Il QE d’Oltremanica sale a 375 miliardi di sterline
Tutto come previsto anche per quanto riguarda la Banca d’Inghilterra. Oggi il Comitato di Politica monetaria nel confermare il costo del denaro al minimo storico dello 0,5% ha incrementato il programma di allentamento monetario (QE, Quantitative Easing) di altri 50 miliardi di sterline a 375 miliardi.
La decisione era stata correttamente pronosticata dagli analisti alla luce del recente peggioramento della congiuntura britannica e dell’orientamento emerso dalle minute dell’ultima riunione del Comitato di Politica monetaria che aveva evidenziato una crescita dei voti a favore di un maggior QE da uno a quattro.
La Banca centrale cinese taglia ancora il costo del denaro
La Pboc ha invece colto gli operatori di sorpresa. Ad un mese dalla prima sforbiciata dal 2008, poco fa la Banca Centrale cinese ha annunciato che a partire da domani il tasso sui prestiti scenderà dello 0,31% al 6% mentre quello sui depositi si attesterà al 3%, lo 0,25% in meno rispetto al livello fissato lo scorso 7 giugno.
A giugno la Pboc, per la prima volta dal crack della Lehman Brothers, aveva ridotto i due benchmark di 25 punti base portandoli rispettivamente al 3,25% e al 6,31%. La Banca centrale del Paese asiatico ha inoltre reso noto che gli istituti di credito potranno offrire prestiti al 30% in meno rispetto ai tassi di riferimento. In precedente la soglia era fissata al 20%.
Tra le misure adottate recentemente dalla Pboc per combattere il rallentamento cinese ed evitare l’hard landing troviamo anche il taglio al coefficiente di riserva obbligatoria delle banche (RRR), ossia il livello di liquidità che le banche commerciali devono obbligatoriamente destinare alla banca centrale senza poterla impiegare, sceso dal novembre scorso dell’1,5 per cento.
La mossa a sorpresa della Pboc ha favorito l’aussie, il dollaro australiano, salito ai massimi da due mesi nel cross con il biglietto verde (1,0323 dollari Usa). La Cina rappresenta il primo partner commerciale dell’Australia.