Notizie Valute e materie prime La Bce annuncia un nuovo rincaro del costo del denaro

La Bce annuncia un nuovo rincaro del costo del denaro

19 Gennaio 2007 09:27

Se per i numerosi italiani che in periodo di tassi di interesse discendenti hanno stipulato un bel mutuo a tasso variabile l’ultima riunione della Banca centrale europea (Bce) si è conclusa in senso positivo, con un – peraltro atteso dagli economisti – nulla di fatto in termini del costo del denaro, c’è da temere che in occasione della prossima riunione, quella di marzo, suonerà tutta un’altra musica. E non gradevole per chi deve pagare gli interessi di un mutuo a tasso variabile e per chi è indebitato in generale.


La Bce ha già messo le mani avanti, per preparare i consumatori, e si è detta del tutto pronta a ritoccare verso l’alto i tassi di interesse dell’Eurozona.  L’intento è quello di agire “con tempestività e fermezza per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio periodo”, finalità prioritaria per l’istituto monetario con sede a Francoforte. Dunque, stando a quanto asserito dalla Bce, ma anche secondo l’opinione degli analisti e degli osservatori di politica monetaria, i tassi a marzo dovrebbero con ogni probabilità salire fino al 3,75%, dall’attuale 3,50%.


Dietro la decisione di rincarare il costo del denaro ci sono i timori di inflazione, che si prevede che nel 2007 e nel 2008 possa oscillare intorno a un tasso del 2% (soglia oltre la quale la Bce non si vuole spingere), uniti alle incoraggianti aspettative circa la crescita economica. La Bce ritiene che “le prospettive per l’andamento dei prezzi restino soggette a rischi al rialzo, derivanti in particolare da possibili nuovi rincari del petrolio”.


D’altro canto il prodotto interno lordo (Pil) non dovrebbe risentire di un nuovo innalzamento del tasso di interesse. “Il 2007 – ha affermato il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia – è partito con lo stesso slancio registrato alla fine del 2006 ed è possibile che la stima del Pil di quest’anno possa essere rivista al rialzo. L’Eurozona ha archiviato il 2006 con una crescita del 2,6% o qualcosa di più, e nel 2007 la crescita dovrebbe essere più o meno identica”.


Secondo la Bce sussistono tutti i presupposti affinché nei Paesi dell’area dell’euro la crescita economica sfiori il suo livello potenziale”. Tuttavia, per proseguire sulla strada della crescita, è fondamentale che ogni Paese proceda alle necessarie riforme tributarie e previdenziali, per rimuovere gli “ostacoli strutturali” che fanno da freno all’aumento dell’occupazione. E ciò nonostante che in otto anni siano stati creato circa 12 milioni di nuovi posti di lavoro. Il problema infatti è che l’offerta di lavoro è aumentata anche grazie all’immigrazione.