Bazooka XXL della Bce contro il virus, ecco quali carte può giocare la Lagarde
Tutto tace all’Eurotower, ma gli ultimi sviluppi sul fronte coronavirus costringeranno la Bce a fare la sua mossa. La diffusione del virus anche in Europa, con epicentro l’Italia, rende molto probabile uno scenario di recessione per l’Italia ma anche per altre realtà, a partire dalla locomotiva tedesca. L’avversione al rischio è tornata a dominare sui mercati e sembra assodato che il Belpaese vada verso la quarta recessione degli ultimi 12 anni.
“Mi aspetto nei prossimi giorni una sorta di risposta di politica economica al virus, che ancora non c’è stata”, argomenta Guido Brera, Chief Investment Officer di Kairos Partners SGR. “E’ chiaro che andremo verso una recessione”, aggiunge Brera che in un poadcast sottolinea come l’Europa a differenza di Cina e Stati Uniti paga l’assenza “di un sistema coordinato di banche centrali che possano decidere di difendere i mercati”.
Relativamente al Covid-19, a detta di Brera “è la Chernobyl della globalizzazione, che da qui la globalizzazione verrà ripensata. Non è necessariamente tutto negativo, dobbiamo trovare degli spunti di luce per il futuro”. Saranno necessari dei correttivi che non per forza impatteranno negativamente sui mercati con delle economie che diventeranno una sorta di ruote di scorsa della fabbrica Cina”.
I Btp possibile vittima nel breve
Recessione che potrebbe indurre molti investitori a voltare le spalle ai BTP. “Una sottoperformance economica e l’incertezza politica peseranno sulle valutazioni del BTP”, argomentano gli esperti di ING che fanno due ipotesi per lo spread. “Escludendo un cambiamento di tono aggressivo da parte della BCE in merito al fatto che il QE è l’ultima linea di difesa – rimarca Ing – prevediamo che lo spread Btp-Bund a 10 anni si amplierà a 175 pb. E se il coronavirus si dimostrasse un catalizzatore per una crisi politica italiana più acuta, la combinazione di danno economico e instabilità politica spingerebbe questa diffusione sopra i 200 pb in pochissimo tempo”.
L’area in Italia colpita dall’epidemia di coronavirus è limitata, sono solo pochi comuni (11 di cui 10 in Lombardia, per circa 50 mila abitanti), ma si tratta di aree vicine a centri economicamente rilevanti, come la provincia di Milano, nel cuore del ricco Nord. Le due regioni interessate, Lombardia e Veneto, rappresentano rispettivamente il 22% e il 9% del PIL italiano, pertanto la principale preoccupazione sarà ora se il virus può essere contenuto senza colpire le attività industriali e dei servizi limitrofi in un momento in cui l’economia italiana stava già flirtando con un’altra recessione tecnica.
“In un ambiente in cui il sentiment sta peggiorando rapidamente, i BTP possono funzionare solo se la BCE guidata da Christine Lagarde convalida l’assunto del mercato che reagirà come ha fatto sotto Draghi”, rimarca il report degli economisti di Ing dedicato in gran parte alla situazione italiana.
Lo scorso 6 febbraio la Lagarde, parlando al parlamento UE, aveva avvisato che l’incertezza dall’impatto del coronavirus, sono una rinnovata fonte di preoccupazione.
Cosa farà quindi la Bce?
Il meeting del 12 marzo della Bce diventa più importante di quanto previsto fino a pochi giorni fa. Il Consiglio direttivo potrebbe indicare una view più debole sulle prospettive economiche rispetto all’ultima serie di proiezioni. In termini di reazione concreta della Bce, è più complicato in quanto non c’è chiaramente nulla che possa essere fatto per fermare il virus. Dato che la BCE è diventata più preoccupata per gli effetti negativi delle sue misure non convenzionali, a detta di Ing risulta difficile pensare che si valuterà la riduzione dei tassi o un aumento del QE. “Invece, pensiamo che la BCE preferirà enfatizzare la forward guidance e sottolineare che sono pronti ad agire”, è la previsione degli esperti della banca olandese che vedono inoltre l’Eurotower continuare a sottolineare la necessità di un maggior impegno sul fronte delle politiche fiscali.
Non va dimenticato che le misure di allentamento della banca centrale devono essere valutate rispetto al loro impatto economico. Non è affatto detto che sia i tagli ai tassi sia il QE sarebbero sufficienti per far uscire l’Italia e la zona euro da una recessione. Ciò comporta due rischi a detta di Ing: in primo luogo, i mercati potrebbero mettere in discussione quanto possano essere aggressive le banche centrali nell’uso di strumenti che hanno benefici marginali decrescenti; in secondo luogo, in una recessione, la sottoperformance economica e l’incertezza politica peseranno sulle valutazioni dei BTP. Il fatto che l’Italia sia l’attuale centro delle paure di Covid-19 in Europa è un’ulteriore preoccupazione, ma avremmo la stessa opinione di spread Btp-Bund più ampi anche se un’altra economia europea fosse stata colpita per prima”.