Bankitalia, Visco avverte contro fuga italiani e stranieri da asset. Moody’s: rating a rischio downgrade
“Non ci sono scorciatoie” nella riduzione del debito. “Gran parte del debito finanziario accumulato dagli italiani trova corrispondenza, diretta o indiretta, nei 2.300 miliardi del nostro debito pubblico. Se venisse messo a repentaglio il valore della loro ricchezza (gli italiani) reagirebbero fuggendo, cercando altrove riparo. E gli investitori stranieri sarebbero più rapidi“. L’allarme sul rischio di una fuga dagli asset italiani, che in realtà si è già concretizzato, viene lanciato da Ignazio Visco, numero uno di Bankitalia.
Nelle considerazioni finali della Relazione annuale di Bankitalia, il governatore non tralascia nessuno degli argomenti caldi che hanno contrassegnato la campagna elettorale che ha preceduto le elezioni politiche dello scorso 4 marzo. Argomenti caldi che quasi sicuramente si confermeranno nuovamente i cavalli di battaglia in attesa delle prossime elezioni.
Visco pone l’accento sulla necessità di tenere sotto contro i conti pubblici, mentre la grave crisi istituzionale esplosa in Italia dopo il muro “Paolo Savona” che né il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nè gli aspiranti al governo M5S-Lega sono riusciti a superare, porta gli investitori a tartassare l’Italia: i titoli bancari crollano fino a essere sospesi per eccesso di ribasso, e i BTP vengono venduti a man bassa. La tensione si intensifica dopo l’esito dell’asta dei Bot e l’avvertimento di Moody’s, che vede nuove elezioni in autunno. Così si legge nella nota dell’agenzia di rating:
“Sembra improbabile che il nuovo premier incaricato, Carlo Cottarelli, possa ottenere il sostegno della maggioranza in Parlamento”. Moody’s ricorda che Lega e Movimento 5 Stelle hanno già manifestato la volontà di tornare alle urne, probabilmente già nel mese di settembre.
“Il rating sovrano italiano verrà probabilmente declassato se dovessimo arrivare alla conclusionche, chiunque formerà il nuovo esecutivo, porterà avanti politiche fiscali che non saranno sufficienti a collocare il debito pubblico su una traiettoria sostenibile e verso il basso nei prossimi anni”.
Dopo essere balzato fino a un record di 320 punti base, lo spread rallenta ma la situazione sui mercati rimane preoccupante: il boom del differenziale persiste, con un rialzo +30% che lo posiziona a un valore superiore a 300 punti base; i tassi decennali volano di oltre +24% fino al 3,4%.
L’avversione al rischio degli investitori è tale che è corsa all’acquisto dei Bund. Il risultato è che i rendimenti decennali dei Bund tedeschi crollano di quasi -17%, allo 0,28%.