Bankitalia: l’attenti di Panetta su inflazione e banche. ABI: Bce taglierà tassi troppo tardi?
Pil Italia, inflazione, tassi Bce e banche italiane: il governatore di Bankitalia Fabio Panetta ha presentato oggi, in occasione del meeting a Milano del Comitato esecutivo dell’Abi, le condizioni di salute dell’economia e del sistema bancario dell’Italia.
Di economia e tassi ha parlato anche il numero uno dell’Abi, Antonio Patuelli, non nascondendo la delusione per le dichiarazioni che sono state rilasciate oggi dalla presidente della Bce, Christine Lagarde.
Fabio Panetta (Bankitalia): inflazione Italia sotto controllo
Parlando da Davos, dove è in corso il World Economic Forum (WEF), la presidente della Bce Christine Lagarde si è mostrata di nuovo paladina della lotta contro l’inflazione, ammonendo i mercati per star scommettendo in modo a suo avviso fin troppo aggressivo sull’arrivo di tagli ai tassi da parte della Banca centrale europea.
Questo, a fronte della speranza non solo dei mercati finanziari ma anche dei cittadini dell’area euro di vedere scendere presto i costi di finanziamento, in primis le rate dei mutui.
Qualcosa che non avverrebbe in ogni caso neanche subito, visto che qualsiasi manovra di politica monetaria, che sia restrittiva o accomodante, richiede del tempo per produrre effetti visibili sull’economia.
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Fabio Panetta, diventato ufficialmente governatore di Bankitalia il 1° novembre del 2023 al posto del predecessore Ignazio Visco, ha detto oggi nel suo discorso al Comitato esecutivo dell’Abi che, in Italia, “l’inflazione è sotto controllo”, in quanto “tornata stabilmente sotto il 2%”, a fronte di una crescita, per il Pil italiano, attesa per il 2023 a un ritmo compreso tra lo 0,6 e lo 0,7% e inferiore ancora a +1% nel 2024, per poi passare finalmente a +1% nel 2025.
Panetta su banche italiane: bene redditività, notevolmente migliorata
Per quanto riguarda le condizioni in cui versano le banche italiane, il numero uno di Bankitalia ha messo in evidenza la redditività del settore, che è “ancora sostenuta”.
“Nei primi nove mesi del 2023 la redditività del sistema bancario è notevolmente migliorata rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno; il rendimento annualizzato del capitale e delle riserve (RoE), al netto delle componenti straordinarie, è cresciuto dall’8,7 al 12,9 per cento”, ha fatto notare il governatore di Bankitalia, facendo riferimento anche alla liquidità delle banche italiane:
“Alla fine di settembre 2023 il Liquidity coverage ratio (LCR) era mediamente pari al 172 per cento (190 alla fine del 2022); il Net stable funding ratio (NFSR) si collocava al 131 per cento (133 alla fine del 2022). Per tutti gli intermediari entrambi gli indicatori erano al di sopra del minimo regolamentare del 100 per cento e con un ampio margine per larga parte di essi”.
Buone notizie anche per quanto concerne la patrimonializzazione degli istituti di credito, che “continua ad aumentare”, come emerge dal trend del CET1 Ratio:
“Nel terzo trimestre dell’anno – ha sottolineato Panetta – il CET1 ratio dell’intero sistema bancario, dato dal rapporto tra capitale di migliore qualità e attività ponderate per il rischio (RWA), si è ulteriormente rafforzato (23 p.b.), al 15,8 per cento”.
Tutto bene, dunque? Non proprio, visto che l’economia italiana comunque “ristagna”, caratterizzata da una “crescita stentata” e che Bankitalia ha ravvisato “i primi segnali di deterioramento dei crediti” che le banche italiane hanno erogato a imprese e famiglie.
D’altronde, è naturale.
Se l’economia rallenta i debitori fanno più fatica a rimborsare i crediti ricevuti.
Di conseguenza, nei bilanci delle banche si vengono a formare i cosiddetti crediti deteriorati, o anche NPL, non performing loans, a fronte di una Bce che, sotto il controllo di Lagarde, non sembra però avere alcuna fretta di lanciare un salvagente all’intera Eurozona, in quanto ancora concentrata sulla missione di riportare la crescita dell’inflazione al target del 2%.
L’alert: banche italiane facciano più attenzione alla liquidità
In questa situazione, Panetta ha avvertito le banche italiane, invitandole a blindare i loro livelli di liquidità.
“I numeri delle banche italiane sono positivi ma bisogna fare più attenzione alla liquidità“, ha detto il governatore di Bankitalia, facendo riferimento ai piani di approviggionamento della liquidità di alcune banche italiane, che ha visionato. Piani molto ottimisti, ha detto, ma piani che dovrebbero essere forse anche ‘realistici’, dal momento che la crescita dei depositi, in una fase in cui la politica monetaria della Bce è restrittiva drenando liquidità, non potrà interessare tutte le istituzioni, e allo stesso modo.
“Le valutazioni della Bce sugli Srep delle italiane sono soddisfacenti ma non va tutto bene per sempre e senza fare il profeta di sventure stiamo attenti ai rischi che si accumulano quando le cose vanno bene”, ha detto Panetta, stando a quanto riportato dal Sole24 Ore Radiocor.
In questo momento, ha rassicurato il numero uno di Palazzo Koch, “la liquidità è molto abbondante”.
Detto questo, “le banche che saltano, saltano sempre per le liquidità, anche quando il problema non è sulle liquidità: è quello il punto di attacco di qualsiasi tensione e crisi. E ne ho viste purtroppo parecchie”. Questo significa che, “senza volere fare il profeta di sventura, visto che non ci sono sventure all’orizzonte, dobbiamo stare attenti”.
D’altronde, a insegnarlo è la storia:
“I rischi crescono quando le cose vanno bene, quando l’economia cresce, si espande: poi arriva il conto“, ha precisato il governatore.
Panetta illustra rischi su processo disinflazione euro in corso
Per quanto riguarda la doppia questione inflazione-tassi della Bce, Fabio Panetta ha ribadito che, nell’area euro, il processo di disinflazione è in corso.
Minacce a questo trend, tuttavia, esistono, e sono rappresentate dalle tensioni geopolitiche:
“L’inflazione a livello europeo sta scendendo, sta scendendo rapidamente”, ha rimarcato il banchiere, dicendosi convinto del fatto che “la disinflazione sia in atto, che sia forte” e che andrà avanti.
Tuttavia, su quando la Banca centrale europea deciderà di tagliare i tassi, “non lo so (…). E se lo sapessi non ve lo direi”.
Tra l’altro, “stanno emergendo dei rischi, perché quello che sta succedendo in Medio Oriente e questa emersione di tensioni che non consentono il trasporto di merci e di beni possono avere dei contraccolpi più ampi, sul costo del materie prime”.
Di conseguenza, parola di Panetta, questo processo di disinflazione, ergo di rallentamento di crescita dell’inflazione, potrebbe fermarsi. Ed essere certi che così non sarà non è possibile, visto che “abbiamo visto che questi fenomeni di carattere geopolitico sono difficilmente prevedibili”.
Bce: la paura di Antonio Patuelli (ABI)
Sotto i riflettori, nella giornata di oggi, anche la riflessione sulle prossime mosse della Bce fatta dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli.
“Temo che si arrivi tardi a decidere la riduzione dei tassi ufficiali di sconto, che si attenda che tutta l’Europa vada sotto il 2% di inflazione, perchè poi nasce il problema opposto”, ha spiegato il numero uno dell’Associazione bancaria italiana, ammettendo di auspicare “un calo più tempestivo e più graduale” dei tassi.
Certo, il trend dell’inflazione “non è uniforme in Europa” e chi frena sui tagli ai tassi è il “Nord Europa”, tra l’altro “quello che rischia di meno dal blocco del Mar Rosso”, ha aggiunto Patuelli, che ha ammesso di essere molto preoccupato per le tensioni esplose in Medio Oriente:
“Io sono molto preoccupato e non sono uno che usa il termine preoccupazione di frequente”, ha detto ul numero uno dell’Associazione bancaria italiana.