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Bank of Japan verso la conclusione della politica di controllo della curva dei rendimenti

10 Gennaio 2023 09:30

A dicembre la Bank of Japan ha ampliato la forchetta di oscillazione dei rendimenti obbligazionari, alimentando le speculazioni su un prossimo abbandono della sua politica monetaria ultra-accomodante. L’uscita di scena dell’attuale governatore Kuroda ad aprile potrebbe accelerare la fine del controllo sulla curva dei rendimenti e una normalizzazione della politica monetaria, in linea con le altre banche centrali.

L’eventuale cambio di rotta della banca centrale giapponese, ultimo grande istituto mondiale rimasto a mantenere tassi di interesse negativi, potrebbe scatenare un rafforzamento dello yen e indurre una riallocazione dei fondi nel mercato finanziario globale. Secondo quanto riportato da Bloomberg, comunque, i funzionari della BoJ sembrerebbero privilegiare un atteggiamento cauto e non avrebbero molta fretta di effettuare nuove mosse per adeguare il funzionamento del mercato obbligazionario.

A dicembre BoJ ha ampliato banda di oscillazione rendimenti a -0,5%/+0,5%

Nella riunione dello scorso 20 dicembre, la Bank of Japan ha lasciato invariato il suo tasso di interesse di riferimento pari a -0,1% sui conti correnti che le istituzioni finanziarie detengono presso la banca centrale. Al contempo, ha annunciato un adeguamento della sua politica di controllo della curva dei tassi, ampliando la forchetta di oscillazione dei rendimenti dei titoli di stato giapponesi a 10 anni, dal precedente range compreso tra il -0,25% e lo 0,25% alla nuova banda tra -0,5% e +0,5%.

Il governatore dell’istituto, Haruhiko Kuroda, ha sottolineato che le modifiche al programma di controllo dei rendimenti obbligazionari non rappresentano l’inizio di un’uscita dall’allentamento monetario, ma un modo per migliorarne il funzionamento. “La banca centrale mira a raggiungere l’obiettivo di stabilità dei prezzi in modo sostenibile e stabile, accompagnato da aumenti salariali, continuando con l’allentamento monetario nel quadro del controllo della curva dei rendimenti”, ha dichiarato il governatore.

La BoJ ha anche aumentato gli acquisti dei titoli di stato made in Japan fino a 9 trilioni di yen al mese, per il periodo compreso tra gennaio a marzo del 2023, nonostante il valore di mercato dei debiti sovrani nel portafoglio della Bank of Japan superi ormai il 50% dei titoli di stato in circolazione.

Termine della politica YCC atteso entro giugno (analisti)

Le parole di Kuroda, però, non hanno allentato le speculazioni su un cambio di rotta della BoJ. Secondo gli analisti di Mitsubishi UFJ Morgan Stanley Securities, la BoJ concluderà la sua politica di controllo della curva dei rendimenti (Yield Curve Control – YCC) verosimilmente tra aprile e giugno.

“La politica incoerente volta a cercare di migliorare il funzionamento del mercato, mantenendo in atto il controllo della curva dei rendimenti, si sta avvicinando al limite”, afferma Naomi Muguruma, a capo della divisione fixed-income del broker. “La soluzione migliore è lasciare che sia il mercato a decidere i rendimenti”.

La banca centrale “manterrà comunque un volume elevato di acquisti di titoli di debito, per frenare il ritmo dell’aumento dei rendimenti, piuttosto che puntare ad un livello specifico”, sostiene Muguruma, aggiungendo che “la politica di mantenere i tassi di interesse a breve termine al di sotto dello zero rimarrà in vigore anche a causa dei rischi al ribasso per l’economia giapponese”.

In ogni caso, “non ci aspettiamo ulteriori modifiche alle politiche nel residuo periodo di mandato di Kuroda”, ha precisato Muguruma. “La fine del controllo della curva dei rendimenti significa la rimozione dell’obiettivo di rendimento”.

Il punto di vista di Citigroup

“L’emergere di Hiroshi Nakaso come principale indiziato per diventare governatore della BOJ quando Kuroda si dimetterà ad aprile potrebbe essere un motivo per aspettarsi un’ulteriore modifica della politica nel prossimo futuro”, secondo gli analisti di Citigroup.

Nakaso, ex vicegovernatore della BOJ, ha tracciato la possibile traiettoria dell’istituto nei prossimi mesi, prevedendo dapprima il termine della politica di controllo della curva dei tassi e dopodiché l’aumento dei tassi a breve termine.

Nel frattempo, l’aumento dei tassi swap a 10 anni prezzati tra un anno evidenzia come i mercati stiano scommettendo su un altro adeguamento dell’obiettivo di rendimento della BOJ nella prossima riunione. Venerdì i tassi forward swap hanno sfiorato lo 0,8%, ben al di sopra del nuovo tetto dello 0,5% della BOJ per i rendimenti a 10 anni.

grafico aspettative rendimenti titoli di stato giapponesi a 10 anni

“Quando arriverà il nuovo governatore, la fascia obiettivo di controllo della curva dei rendimenti potrebbe essere a 100 punti base”, sostengono gli esperti di Citigroup, ipotizzando altre due modifiche da 25 punti base nelle prossime due riunioni. Nello scenario più aggressivo, “la politica YCC potrebbe terminare entro giugno, ma molto dipenderà anche dall’andamento del mercato obbligazionario e dell’inflazione”, che a novembre è salita al 3,8% (2,8% il dato core).

L’esperienza dell’Australia evidenzia le difficoltà del cambio di strategia

Gestire l’uscita da una strategia di controllo della curva dei rendimenti può rivelarsi piuttosto complesso, come dimostra l’esperienza della Banca centrale australiana.

La conclusione della politica degli obiettivi di rendimento della Reserve Bank of Australia alla fine del 2021 è stata “disordinata e ha causato alcuni danni reputazionali”, come indicato dalla stessa banca centrale in un rapporto pubblicato a giugno. “Gli acquisti di debito per mantenere il target hanno comportato un costo finanziario, a causa del successivo aumento dei rendimenti”.

“La credibilità della BOJ è già stata danneggiata”, ha affermato Muguruma di Mitsubishi UFJ Morgan Stanley. “Se la BOJ dovesse porre fine alla politica tutto in una volta come ha fatto la Reserve Bank of Australia, i rendimenti potrebbero salire vertiginosamente”.