Notizie Notizie Mondo Bank of England alza i tassi di 50pb, vede il picco d’inflazione al 13% ad Ottobre e recessione

Bank of England alza i tassi di 50pb, vede il picco d’inflazione al 13% ad Ottobre e recessione

4 Agosto 2022 16:57

La Bank of England ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base, si tratta del più grande incremento del costo del denaro dal 1995. La BoE ha inoltre annunciato che il Regno Unito affronterà la recessione più lunga dai tempi della crisi finanziaria globale.

Questo è il sesto aumento consecutivo che ha portato i tassi di riferimento dall’1,25% all’1,75%. Ricordiamo che è il primo aumento di mezzo punto percentuale da quando la Banca è stata resa indipendente dal governo britannico nel 1997.
Il Comitato di politica monetaria ha votato con una maggioranza di 8-1 a favore per aumentare i tassi di mezzo punto, citando le crescenti pressioni inflazionistiche nel Regno Unito e nel resto d’Europa rispetto alla precedente riunione di maggio.
“Ciò riflette in gran parte un quasi raddoppio dei prezzi del gas all’ingrosso da maggio, a causa della restrizione delle forniture di gas in Europa da parte della Russia e del rischio di ulteriori tagli”, afferma il Comitato di Politica Monetaria nel comunicato stampa.
La Banca prevede ora che l’inflazione complessiva raggiunga il picco del 13,3% in ottobre e rimanga su livelli elevati per gran parte del 2023, prima di scendere verso il suo obiettivo del 2% nel 2025. I mercati avevano ampiamente prezzato l’approccio più aggressivo sui tassi alla riunione di agosto, visto che l’inflazione a giugno nel Regno Unito ha raggiunto nuovo massimo da 40 anni del 9,4% a mentre i prezzi dei beni alimentari ed energia hanno continuato a salire, aggravando la crisi storica del costo della vita del paese.
Il governatore della Banca of England, Andrew Bailey ha promesso il mese scorso che non ci sarebbero stati “se” e “ma” nell’impegno della banca centrale a riportare l’inflazione verso il l’obiettivo del 2%.

 

BoE avvia la vendita di titoli di Stato non scaduti

La Banca centrale ha delineato i piani per vendere alcune delle obbligazioni acquisite durante i programmi di QE (Quantitative Easing) iniziati sulla scia della crisi finanziaria globale a causa della pandemia. La BoE ha iniziato a ridurre la quantita di titoli di Stato che ha in possesso ancora a marzo. Sinora lo ha fatto lasciando maturare i bond acquisiti senza acquistarne di nuovi per sostituirli, approccio simile a quello della FED. Oggi però ha proposto un piano per iniziare a vendere i titoli di Stato non ancora scaduti già a settembre. Insieme alle obbligazioni in scadenza, si prevede un totale di 80 miliardi di sterline in un anno. I membri del MPC voteranno la proposta nella riunione di settembre.
Inoltre la BoE ha affermato che intende avviare vendite di titoli di Stato ancora prima della scadenza per un valore di circa 10 miliardi di sterline a trimestre a partire da settembre, subordinatamente al via libera finale da parte dei policy makers (il governo britannico).

 

Recessione in vista per cinque trimestri

La Banca ha mostrato le prospettive di crescita economica del Regno Unito disastrose suggerendo che l’ultimo aumento del prezzo del gas ha portato a un altro “deterioramento significativo” delle prospettive per l’attività nel Regno Unito e nel resto d’Europa.

Secondo le stime del Comitato di Politica Monetaria il Regno Unito entrerà in recessione dal quarto trimestre del 2022 e la recessione durerà cinque trimestri poiché il reddito reale delle famiglie al netto delle imposte diminuirà drasticamente nel 2022 e nel 2023 e i consumi inizieranno a contrarsi.

 

Prospettive negative nel medio termine anche per quanto riguarda il mercato del lavoro, secondo le previsioni degli economisti della BoE il tasso di disoccupazione entro 2025 aumenterà al 6,3% rispetto all’attuale 3,8% .

 

Le previsioni economiche offrono una lettura cupa – un calo significativo del PIL che si estenderà fino al 2024 – anche se non è possibile non tengano conto dell’allentamento fiscale che un nuovo Primo Ministro potrebbe attuare in autunno. Sono probabili ulteriori rialzi dei tassi poiché l’inflazione rimarrà sgradevolmente alta nei prossimi mesi”, scrive in una nota Hetal Mehta, Senior European Economist di Legal & General Investment Management

La reazione del mercato e degli analisti

Secondo gran parte degli analisti il rialzo storico di mezzo punto percentuale era ampiamente previsto e prezzato dai mercati, ciò che ha sorpreso sono le prospettive sull’inflazione e sulla crescita economica. La sterlina segna un calo dello 0,30% nei confronti del dollaro a quota 1,2107, il Ftse 100 si mantiene poco sopra la parità (+0.08%) poco prima della fine della seduta mentre scende il rendimento del Gilt decennale attualmente a 1,85%.

Il rialzo dei tassi di 50 punti base era atteso dal mercato con il governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey che lo scorso mese aveva detto chiaramente che tale mossa era ‘sul tavolo’. Tuttavia, le prospettive dipinte oggi sono estremamente negative, con una recessione prevista a partire dal quarto trimestre di quest’anno. Sebbene nel breve termine un picco di inflazione previsto superiore al 13% suggerisca che saranno necessari altri rialzi, è evidente che ci si rende conto dell’impatto che ciò avrà sull’economia reale, con una previsione particolarmente sorprendente sulla disoccupazione che balzerà al 6,3% entro il 2025. Di conseguenza, manteniamo la nostra view secondo cui, alla fine, la Banca d’Inghilterra sarà meno aggressiva della Fed nell’aumentare i tassi, considerate le relative prospettive di crescita, scrive Jamie Niven, Senior Fund Manager di Candriam

“La Banca d’Inghilterra ha accelerato il ritmo dell’inasprimento mentre si trova ad affrontare il continuo compromesso tra un’inflazione sempre più elevata e un peggioramento delle prospettive di crescita, confermando che la priorità nel breve termine è affrontare i prezzi elevati, scrive Hetal Mehta di Legal & General Investment Management. “Le previsioni economiche offrono una lettura cupa – un calo significativo del PIL che si estenderà fino al 2024 – anche se non è possibile non tengano conto dell’allentamento fiscale che un nuovo Primo Ministro potrebbe attuare in autunno. Sono probabili ulteriori rialzi dei tassi poiché l’inflazione rimarrà sgradevolmente alta nei prossimi mesi”, prosegue.