Banco Bpm: titolo a prezzi di saldo dopo crollo da incubo (-35% in due settimane), analisti scettici su interesse banche francesi

Non si arresta l’emorragia a Piazza Affari per Banco BPM anche nel giorno in cui tornano rumor ad accendere le sirene di M&A ipotizzando un possibile interessamento delle big francesi alla luce delle quotazioni a prezzi di saldo del terzo maggiore gruppo bancario italiano.
Il grande tracollo e le valutazioni a prezzi di saldo
Con i cali di oggi (titolo arrivato fino a -4%) il saldo delle ultime tre giornate in Borsa, ossia dalla presentazione del nuovo piano il 3 marzo, Banco ha lasciato sul terreno 15 punti percentuali. Il minimo a 1,561 toccato oggi rappresenta il livello più basso da ottobre 2018. Dai massimi del 19 febbraio Banco BPM ha lasciato sul terreno il 35%, peggior performer di periodo di tutto il Ftse Mib.
Un vero e proprio tracollo in Borsa che ha fatto scendere sotto la soglia dei 2,5 miliardi di euro la capitalizzazione della terza maggiore banca italiana per attivi. Una valutazione che è quindi pari a solo lo 0,25% del book, meno della metà di quanto è stata valutata la più piccola Ubi da Intesa Sanpaolo (0,6% del book).
Credit Agricole e BNP alla finestra?
Stando a quanto scrive oggi Repubblica lo scenario di M&A per Banco vede pochi possibili sbocchi visto che Unicredit non è interessata a aggregazioni in Italia. L’articolo del quotidiano diretto da Carlo Verdelli indica la possibile entrata in gioco dei colossi francesi già presenti nel Belpaese, ossia Bnp Paribas e Crédit Agricole.
Mediobanca Securities rimane fredda sul fronte M&A per Banco BPM dopo i recenti sviluppi in Italia “poiché Unicredit è focalizzata sulla sua strategia di rendimento del capitale e sulla diversificazione dall’Italia, mentre siamo scettici sulle banche francesi che intervengono in Italia”.
Credit Agricole ha dimostrato la volontà ripetuta di impegnare capitali in Italia, ma soprattutto attraverso accordi di distribuzione e partnership per l’acquisizione di reti di filiali. Relativamente a BNP Paribas, gli analisti di piazzetta Cuccia ritengono che la banca francese è ancora consapevole che l’acquisizione di BNL non riuscita.
Il ceo di Banco BPM, Giuseppe Castagna, nella conference call che ha fatto seguito alla diffusione del piano al 2023 era tornato sull’argomento M&A confermando l’attesa per future aggregazioni. Il banchiere si auspica un consolidamento che venga da “molte banche di media dimensione che si uniscono piuttosto che da un’operazione ostile”. Parole che fanno chiaramente riferimento all’operazione di Intesa Sanpaolo che ha lanciato un’OPS su UBI Banca, con quest’ultima che nel recente passato era stata accostata proprio al Banco.
Il piano della discordia
Le previsioni al 2023 elaborate da Banco BPM sono state accolte con freddezza dal mercato e a questo si aggiungono le pressioni al ribasso sulle banche dovute alla prospettiva di tassi di interesse ancora più bassi che peseranno sulla marginalità. “Anche se non sono state fornite guidance di breve né per l’utile né per il dividendo per azione (ma solo un obiettivo di 800 milioni di cash dividend cumulati) la reazione del titolo di ieri è eccessiva perché alcuni punti di debolezza del piano sembrano in parte ridimensionati” ha affermato Equita. I target 2023 del piano sono 18% sopra le attese (utile 770 milioni contro 652 milioni stimati da Equita) per minor costo del credito (51bps contro 57bps) che sconta KPI dell’asset quality migliori (default rate 1% vs 1,5%, cure rate >19% vs 13%).
Nessun sell sul titolo e potenziale upside del 50%
Il consensus sul titolo Banca BPM vede il 50 per cento degli analisti che dice Buy e il 50% che ha rating Hold, mentre nessuno dice Sell. Il prezzo obiettivo medio è di 2,41 euro, ben sopra le quotazioni attuali e con un potenziale upside del 50%.