Notizie Notizie Italia Banco Bpm riavvicina massimi 2019, nuovo piano si avvicina. Analisti freddi su opzione UBI

Banco Bpm riavvicina massimi 2019, nuovo piano si avvicina. Analisti freddi su opzione UBI

Pubblicato 5 Novembre 2019 Aggiornato 6 Novembre 2019 09:24

Banco Bpm al lavoro sul nuovo business plan, che potrebbe essere presentato nel primo trimestre del 2020. Le ultime indiscrezioni stampa vedono la nuova strategia del gruppo guidato da Giuseppe Castagna fare leva soprattutto sul rilancio commerciale della banca attraverso un miglioramento degli indicatori di produttività. Dopo anni passati nel processo di derisking, il focus dovrebbe spostarsi dalle tematiche di asset quality e di rafforzamento patrimoniale alla gestione caratteristica.

“Il prossimo piano aziendale di Banco Bpm – spiegano gli analisti di Mediobanca – si concentrerà sulla riduzione dei costi e sul miglioramento dell’asset management all’interno della propria rete, continuando allo stesso tempo a ridurre gli NPE in modo organico e inorganico”.

Serve nocciolo duro di soci così come fatto da UBI

La carta stampata aggiunge che Banco Bpm vorrebbe creare nocciolo di soci storici che potesse stabilizzare la governance del gruppo e bilanciare parzialmente il peso dei fondi. Qualcosa di simile a quanto accaduto in Ubi Banca dove gli imprenditori e le fondazioni del territorio sono stati in grado di blindare oltre il 20% del capitale. Un’idea che però “sembra piuttosto impegnativa” per gli analisti di Mediobanca che hanno rating Neutral su Banco Bpm con prezzo obiettivo fissato a 2 euro. Anche l’ipotesi di un’operazione straordinaria, secondo le indiscrezioni, sembra per ora remota. Nello scorso mese di settembre è tornata a circolare l’idea di un’integrazione con Ubi Banca, anch’essa al lavoro sul nuovo piano industriale, ma per il momento la strada appare in salita soprattutto per alcune questioni di governance. Su eventuali operazioni di M&A, Mediobanca rimane cauta “data la forte attenzione ancora rivolta all’asset quality e al rafforzamento dei coefficienti patrimoniale come richiesto dall’autority di regolamentazione, in particolare nei grandi player bancari”.

In arrivo i conti del 3° trimestre e il titolo continua a correre

Il 6 novembre dopo la chiusura dei mercati Banca Bpm alzerà il velo sui conti del terzo trimestre 2019. Secondo le stime di Mediobanca Securities, il gruppo bancario potrebbe annunciare un utile netto di 98 milioni di euro, in calo del 78% rispetto ai 443 milioni registrati al 30 giugno 2019 e il 43% in meno rispetto al pari periodo dello scorso anno quando segnò utili per 172 milioni.

Tra gli analisti di Bloomberg, 7 consigliano di acquistare il titolo, 9 si tengono neutrali e nessuno raccomanda di vendere. Il prezzo obiettivo medio sarebbe di 2,28 euro, che implica un rendimento potenziale del 6,5% rispetto alle quotazioni attuali.

A Piazza Affari il titolo Banco Bpm continua a correre. Nelle ultime 4 sedute ha guadagnato oltre il 5%, riportandosi vicino ai massimi annui a 2,22 euro toccati il mese scorso. A trainare le azioni della banca lombarda una serie di rumor tra cui  la possibile cessione della società di credito al consumo, Profamily, valutata attorno ai 100 milioni di euro. In generale il titolo ha visto la svolta a settembre con il ritorno concreto di voci circa una futura fusione con Ubi Banca. Fino a un mese fa il titolo risultava il peggiore di tutto il Ftse Mib con saldo ampiamente negativo. Dai minimi del 14 agosto, il titolo ha segnato un rally di +32%. 

Ora la situazione in Borsa è cambiata. Nonostante il forte recupero nell’ultimo periodo (+32% dai minimi di metà agosto) in scia al rilancio delle ipotesi di M&A, Banco Bpm risulta ancora tra i più shortati dell’intero listino. L’aggiornamento di oggi delle PNC (Posizioni Nette Corte) di Consob vede 6 posizioni short aperte con una percentuale al 4,52%.

Focus su cessione di Profamily

Banco Bpm si sta concentrando anche sulla vendita del business no-captive di Profamily, per il quale sarebbero in arrivo le offerte vincolanti entro la fine del mese. Si ricorda che la parte captive di Profamily è stata venduta a Ducato nel secondo trimestre di quest’anno. La divisione di credito al consumo, creata nel 2010 ed ereditata dalla Bpm, sarebbe nel mirino di alcuni fondi di private equity, tra cui Apollo, Atlas, Alchemy, Chenavari e Christofferson, Robb & Co ed entro fine ottobre sono previste le offerte vincolanti.

“Banco Bpm ha detto durante la conference call del secondo trimestre che ha iniziato il processo di vendita di Profamily (che ha in pancia 1,3 miliardi di euro di prestiti), che, secondo la banca, potrebbe portare a una riduzione di 1 miliardo di euro di RWA (Risk-Weighted Assets), pari a +20 punti base del CET1 ratio, con un impatto trascurabile sull’EPS” sottolineano gli analisti di Mediobanca, che stimano un “CET1 al 12,3% nel 2019, che potrebbe aumentare fino al 12,5% dopo la cessione di Profamily”.