Banco BPM preda M&A: bancassurance fa gola ad AXA e Crédit Agricole. UniCredit ha mollato davvero l’osso?
Banco BPM: cosa bolle in pentola? Molto, stando al trend del titolo, che ieri è schizzato del 5% circa, dopo la promozione a outperform da parte di Mediobanca Securities, con nuovo target price a 3,6 euro.
Oggi arrivano le indiscrezioni de Il Messaggero, riportate da Equita, che si riferiscono alle possibili mosse che il patto di consultazione della banca potrebbe decidere di lancire, a seguito dell’acquisizione del 9,2% del capitale di Piazza Meda da parte dei francesi di Crédit Agricole.
“Oggi il Messaggero torna sull’acquisto del 9,2% circa del capitale di BAMI da parte di Credit Agricole. Secondo il quotidiano, il patto di consultazione che riunisce attualmente il 6,17% del capitale di Banco BPM e composto da Inarcassa e cinque fondazioni (Fondazione Enpam, Fondazione Crt, CariLucca, Fondazione di Trento e Rovereto, Fondazione di Alessandria) avrebbe avuto un colloquio col management della banca che avrebbe ribadito le informazioni emerse fino ad oggi (apprezzamento per lo standing dell’investitore, intenzionato ad ampliare l’oggetto della partnership strategica) e che l’ingresso di Credit Agricole non fosse concordato. Il patto starebbe valutando di incrementare l’investimento in Banco BPM, come già riportato da MF nelle settimane scorse, a nostro avviso un elemento di ulteriore supporto al titolo in queste settimane”.
Ieri il titolo Banco BPM è schizzato al rialzo del 5%, dopo la nota di Mediobanca Securities, che ha rinfocolato le scommesse di un’operazione di takeover da parte di altre banche.
Banco BPM: M&A is back, banca preda perfetta takeover?
Gli esperti di piazzetta Cuccia hanno scritto, di fatto, che Banco Bpm potrebbe diventare un target di una operazione straordinaria, con l’attuale valutazione che è “un punto d’ingresso abbastanza convincente” per un target M&A.
“M&A is back”, insomma.
Pochi giorni fa, lo scorso 7 aprile, il settore bancario italiano era stato scosso dalla notizia dell’interesse sulla banca di Piazza Meda da parte di Crédit Agricole. Veniva riportato che i francesi, per effetto di acquisti sul mercato e di un’operazione con una primaria banca d’affari internazionale, erano entrati in possesso di una partecipazione pari al 9,18% del capitale, diventando così i primi azionisti.
Qualche giorno dopo, dalle comunicazioni della Consob relative alle partecipazioni rilevanti, emergeva che il 4 aprile scorso JP Morgan aveva rilevato una quota pari al 6,472% nel capitale della banca italiana, così ripartito: quota del 5,266% di JPMorgan Securities PLC, dello 0,591% di JPMorgan Securities LLC e dello 0,615% di JPMorgan SE.
Un asse JP Morgan-Credit Agricole per scalare la banca? Non proprio. Fonti francesi avevano frenato nei giorni successivi, mentre Crédit Agricole precisava che non aveva avanzato alcuna richiesta alla Bce per portare la sua quota a un livello superiore a +10%. JP Morgan aveva insomma agito solo da tramite per Crédit Agricole.
Ieri gli analisti di Mediobanca Securities non hanno fatto solo il nome dei francesi: citata anche UniCredit di Andrea Orcel, e citati i rumor circolati prima della guerra tra Russia e Ucraina, sul potenziale lancio di un’Opa da parte di UniCredit.
“A nostro avviso, Banco BPM potrebbe diventare target di una operazione di takeover in futuro”, hanno scritto gli esperti, non dimenticando tuttavia l’incertezza rappresentata dal possibile esercizio del golden power da parte del governo Draghi (fattore che condizionerebbe ovviamente Crédit Agricole), e la questione del timing riguardo a UniCredit.
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“E tuttavia – si legge nel report – secondo noi la valutazione attuale di Banco BPM, pari a 0,4 volte il P/TE, è un punto di ingresso sufficientemente attraente perché la banca diventi un target di M&A. Ricordiamo che intravediamo rischi al ribasso sulle stime e sulle valutazioni del sottoindice Eurostoxx Banks Index (il sottoindice di riferimento del settore bancario europeo”. Ciò significa che, “in questo contesto, Banco BPM non rimarrà illesa” ma anche che “è comunque possibile che il titolo sovraperformi grazie all’appeal in termini di M&A”.
Di conseguenza, gli analisti di Mediobanca Securities hanno rivisto al rialzo il rating di BAMI ad outperform, con target price TP a €3,6“, aggiungendo di ritenere che ci sia una probabilità dell’80% di un takeover a un P/Te pari a 0,55% e una probabilità del 20% di uno scenario della banca standalone”.
Il principale ostacolo sarebbe rappresentato da “una mossa difensiva da parte della banca, che potrebbe arrivare con un importante accordo domestico o con stretti accordi commerciali di lungo termine”.
In tal senso, proprio le trattative tra Piazza Meda e AXA – sul business assicurativo di BAMI – vengono considerate dagli analisti di Mediobanca alla stregua di una “mossa difensiva che potrebbe far salire potenzialmente il prezzo finale fino a €0,5 miliardi”.
Banco BPM: attività assicurative fanno gola ad AXA e a Crédit Agricole
C’è da dire che negli ultimi giorni un articolo di La Repubblica ha riportato alcune indiscrezioni secondo cui anche i francesi di Crédit Agricole, che con la mossa a sorpresa sono ora il primo azionista di Banco BPM, avrebbero manifestato un interesse per le attività di bancassurance dell’istituto, attraverso un’offerta non vincolante sugli asset presentata con un lettera.
Il Corriere della Sera ha ripreso ieri i rumor, ricordando che “il business delle polizze in banca è considerato tra i più redditizi del settore” e che “la trattativa con Crédit Agricole è aperta e saranno necessari diversi mesi perchè le parti arrivino a una definizione concordata”.
Sul fronte assicurativo da segnalare le recenti mosse del Banco, che ha esercitato proprio qualche giorno fa l’opzione per l’acquisto dal partner Covéa Coopération dell’81% del capitale sociale di Bipiemme Vita, compagnia assicurativa operante nel ramo vita, di cui Banco BPM già possiede una quota del 19%.
Bipiemme Vita a sua volta detiene il 100% del capitale sociale di Bipiemme Assicurazioni, operante nel ramo danni.
Sempre Equita SIM ha ricordato oggi che, “secondo Milano Finanza, il management di Banco BPM, dopo l’interesse mostrato da AXA e Credit Agricole per il business assicurativo, potrebbe valutare l’avvio di un processo competitivo finalizzato alla cessione, nonostante l’internalizzazione del business assicurativo sia uno degli elementi previsti del piano industriale”.
Sulla base di questi presupposti, la SIM milanese ritiene che “Banco BPM procederà prima all’esercizio della call sulla JV con Cattolica (nel 2023) prima di considerare la possibilità di nuove partnership o un’eventuale valorizzazione del business nel caso fosse maggiormente remunerativo per gli azionisti”. Concludendo che “il titolo tratta a sconto rispetto alla media di settore (P/TE 0.37x vs 0.5x), nonostante la ripresa dell’appeal speculativo delle ultime settimane”.