Banco BPM: M&A con UniCredit o Bper? Azionista Davide Leone: ‘valutare tutte le opzioni’
"Valutare tutte le opzioni di M&A". Così Davide Leone, tra gli azionisti di rilievo di Banco BPM con il fondo Davide Leone & Partners (Dlp) - che detiene nella banca una quota del 4,7% circa - scopre le sue carte in un'intervista rilasciata al Sole 24 Ore.
"I rumors di mercato - riporta il quotidiano di Confindustria - lo hanno visto coinvolto come possibile supporter di un'ipotetica fusione con UniCredit, a scapito di un'aggregazione con Bper, che sarebbe invece vista di buon occhio da una parte dell'azionariato di BancoBpm. Sul tema, spiega il gestore, il fondo Dlp 'sta studiando le diverse opzioni' ed è 'aperto a tutte le opzioni, inclusa Bper".
Riguardo a una operazione con UniCredit, Davide Leone spiega al Sole che "da un punto di vista strategico potrebbe avere senso, visto che Unicredit ha scarsa presenza al Nord. Unicredit potrebbe inoltre e sicuramente apportare come grande gruppo dei vantaggi, ad esempio sotto il profilo della governance, dell'organizzazione e della tecnologia, come è avvenuto, per esempio, nel caso della fusione tra CaixaBank di Barcellona e Bankia di Madrid".
esce allo scoperto e, parlando per la prima volta alla stampa dal suo ingresso in BancoBpm datato 2015, spiega al Sole 24Ore la sua visione sul dossier di Piazza Meda, dove tramite il suo fondo Davide Leone & Partners (Dlp) è tra gli azionisti di rilievo con una quota attorno al 4,7% del capitale.
"I rumors di mercato - riporta il quotidiano di Confindustria - lo hanno visto coinvolto come possibile supporter di un'ipotetica fusione con UniCredit, a scapito di un'aggregazione con Bper, che sarebbe invece vista di buon occhio da una parte dell'azionariato di BancoBpm. Sul tema, spiega il gestore, il fondo Dlp 'sta studiando le diverse opzioni' ed è 'aperto a tutte le opzioni, inclusa Bper".
Riguardo a una operazione con UniCredit, Davide Leone spiega al Sole che "da un punto di vista strategico potrebbe avere senso, visto che Unicredit ha scarsa presenza al Nord. Unicredit potrebbe inoltre e sicuramente apportare come grande gruppo dei vantaggi, ad esempio sotto il profilo della governance, dell'organizzazione e della tecnologia, come è avvenuto, per esempio, nel caso della fusione tra CaixaBank di Barcellona e Bankia di Madrid".
esce allo scoperto e, parlando per la prima volta alla stampa dal suo ingresso in BancoBpm datato 2015, spiega al Sole 24Ore la sua visione sul dossier di Piazza Meda, dove tramite il suo fondo Davide Leone & Partners (Dlp) è tra gli azionisti di rilievo con una quota attorno al 4,7% del capitale.