Banco Bpm al d-day: assemblea su Opa Anima, cosa attendersi e scenari post rilancio

Fonte immagine: Getty
Tempo di adunata per i soci Banco Bpm. Domani mattina alle ore 10 è prevista all’Allianz MICO Center l’importante assemblea chiamata a modificare le condizioni dell’Opa su Anima, a partire dal prezzo (da 6,2 a 7 euro).
Tutto pronto per l’assise, ecco su cosa dovranno esprimersi i soci Bpm
Essendo Bpm sotto Ops di Unicredit, le norme della cosiddetta passivity rule hanno imposto di passare dall’assemblea ordinaria per rilanciare il prezzo sull’Opa Anima. Le attese della vigilia sono abbastanza indirizzate verso un sì al rilancio. E’ infatti molto probabile che la maggioranza dell’assemblea si esprima a favore. Per l’ottenimento del semaforo verde alla modifica delle condizioni basterà la maggioranza semplice (50% più uno) e non una maggioranza forte dei due terzi come spesso succede per chi è sotto passivity rule.
Tra i grandi azionisti si attende il semaforo verse al rilancio da parte di Davide Leone (circa il 5,5% del capitale) e di buona parte di Fondazioni e casse previdenziali. Nessuno segnale è arrivato da Crédit Agricole. I francesi sono primo azionista con il 9,18%.
I proxy advisor quali Iss e Glass Lewis hanno invitato i soci a esprimersi a favore della modifica alle condizioni dell’Opa su Anima. Glass Lewis ha definito “sicuramente significativo e necessario” il rilancio prospettato da Bpm in virtù dell’andamento delle azioni Anima da novembre in avanti. L’operazione Anima è ritenuta “strategicamente convincente e complementare rispetto alla strategia di medio termine”, permettendo a Bpm di diversificare efficacemente il flusso di ricavi. Allo stesso tempo.
In relazione al successivo esito dell’Opa su Anima, l’istituto di piazza Meda ha già incassato gli impegni di adesione all’Opa Anima per circa il 44,8 per cento del capitale (tra cui Poste Italiane e Fsi sgr); adesioni tutte condizionare al rilancio dell’Opa a 7 euro.
Non solo rilancio prezzo Opa Anima, c’è il nodo danish compromise
I soci di Banco Bpm dovranno deliberare anche su una eventuale rinuncia ad una o più condizioni volontarie di efficacia dell’offerta; tra le condizioni non si sono ancora avverate, vi è il via libera Bce all’applicabilità del Danish Compromise, la norma Ue che permette un trattamento favorevole in termini di assorbimento di capitale per gli investimenti tramite controllate assicurative effettuati da gruppi bancari.
Proprio la rinuncia a una o più condizioni di efficacia dell’offerta ha provocato la reazione di Unicredit che nelle scorse settimane che ha minacciato la rinuncia all’Ops su Bpm se le carte in tavola cambieranno. In particolare, la mancata applicazione del regime favorevole di capitale regolamentare noto come Danish Compromise rischia di impattare non poco sui ratio patrimoniali di Bpm. Gli stessi dati riportati nella relazione illustrativa relativa all’Assemblea convocata da Bpm indicano che, in caso di adesioni all’Opa Anima per il 100% e di non applicazione del c.d. Danish Compromise, il CET1 di Bpm diminuirebbe di circa 268 bps, diminuzione che si aggiungerebbe all’onere finanziario derivante dall’incremento del prezzo. Unicredit ha fatto presente che non è ben chiaro quali siano le azioni di mitigazione ipotizzate al fine di mantenere il ratio CET1 di Bpm più alto del 13% nel corso del piano, indipendentemente dal trattamento regolamentare dell’acquisizione di Anima, mantenendo altresì un ratio di pay-out sulla distribuzioni pari all’80% dell’utile netto.
Da condizioni Opa Anima dipende anche il rilancio di Unicredit
Dal quartier generale di Bpm e anche tra gli analisti prevale la convinzione che l’approvazione del Danish Compromise sia solo una questione di tempo. Una volta che arriverà il mercato potrebbe anche iniziare a riallargare lo spread tra le valutazioni attuali di Bpm e il concambio offerto da Unicredit alimentando il pressing per un rilancio da parte di Andrea Orcel. Attualmente il titolo Bpm viaggia circa l’8% sopra il concambio proposto, ma a inizio anno tale spread era di oltre il 20%. Rilancio che secondo molti potrebbe arrivare verso maggio dopo i conti del primo trimestre dei due istituti.