Banche: si torna a parlare di ricapitalizzazioni
Gli istituti bancari europei potrebbero stare anticipando quanto emergerà dal G-20 di Pittsburgh tra giovedì e venerdì. In quest’ottica si possono leggere i rumor di aumenti di capitale che stanno colpendo in Inghilterra Royal Bank of Scotland e in Italia Unicredit.
Nelle ultime ore il mercato si è convinto che dal G-20 arriverà una stretta di proporzioni inaspettate. I 20 grandi della Terra potrebbero decidere la più vasta revisione alle regole della finanza globale dagli anni ’30. A Pittsburgh non si parlerà solo della lotta ai maxi-compensi dei manager. Le ultime indiscrezioni indicano anzi che il focus riguarderà nuove regole sui requisiti patrimoniali delle banche. I punti che dovrebbero essere presi in esame, come riduzione della leva e maggiore patrimonializzazione, potrebbero tradursi nel mantenimento nei portafogli delle banche di attività per un valore proporzionale al capitale, in una maggiore ritenzione degli utili e anche in nuovi aumenti di capitale. Tutti interventi quindi che hanno il potenziale per tradursi in un impatto sull’attività di trading, la redditività delle banche e le performance future dei titoli azionari interessati.
In scia ad alcune indiscrezioni di stampa riportate ieri Unicredit ha invece precisato che si stanno studiando tutte le possibili opzioni per prendere una decisione sulla scelta degli strumenti più idonei al rafforzamento dei coefficienti patrimoniali dell’istituto. Precisazioni che non hanno comunque attenuato la portata dei commenti degli analisti. “La nostra idea è che Unicredit annunci un mini-aumento di capitale”, prevedono oggi gli analisti di Equita. “La notizia che Intesa Sanpaolo sta negoziando la cessione della banca depositaria e di Fideuram ci porta a ritenere che l’istituto guidato da Corrado Passerà non emetterà i Tremonti bond e che Unicredit possa seguirla su questa strada.”, precisano gli esperti della Sim milanese in un report odierno.