Banche italiane: Credit Suisse preferisce Intesa Sanpaolo a discapito di Mps
Le banche italiane protagoniste questa mattina di un report pubblicato da Credit Suisse. “Progressi lenti ma nessun passo indietro” è il titolo dell’analisi. Per gli esperti elvetici, sono stati numerosi i venti contrari che hanno portato alla volatilità le azioni degli istituti di credito tricolori negli ultimi 2-3 mesi. Alle correnti valutazioni, gli analisti continuano a preferire i titoli ben capitalizzati e sono convinti di un graduale ritorno alla redditività. Credit Suisse si aspetta un trend secolare di più basse passività in Italia come risultato della normalizzazione dei titoli di debito retail, delle più economiche emissioni di debito wholesale, dello scambio in depositi vincolati e dei benefici dai Tltro. Così il broker stima una flessione del 20-30% dei costi di finanziamento nel 2014-2016 che, con un più stringente controllo delle spese, costituirà un cuscinetto contro le pressioni di deleveraging e più bassi ricavi da raccolta.
Inoltre, gli analisti vedono un graduale calo degli accantonamenti su crediti, calo che risulta però più arduo da difendere dato lo scenario macro, anche se le stime sono ancora conservative e la correlazione tra Pil e la creazione di non performing loan è probabilmente più debole rispetto al precedente ciclo. Così Credit Suisse ha deciso di mantenere la sua visione circa una più lenta riduzione delle nuove sofferenze, che permetterà alle banche di riportare più bassi accantonamenti su crediti una volta che il rischio di copertura dell’asset quality review (si spera) passi dopo il quarto trimestre.
Su queste basi, a seguito dei modesti cambiamenti di utili, gli esperti hanno lasciato inalterati i loro rating. Intesa Sanpaolo (outperform con target price portato a 2,8 euro da 2,9 euro) rimane la top pick di Credit Suisse, grazie ai più forti ritorni e ad una maggiore flessibilità del capitale. A suo dire invece Ubi Banca (outperform con rating sceso a 7,6 euro da 7,7 euro) è a buon mercato e rappresenta una valida alternativa nel lungo termine mentre Unicredit rimane neutral (con prezzo obiettivo confermato a 6,6 euro) data l’incertezza nell’area dei paesi Cee compensata sia dalla ripresa italiana e sia da una posizione di capitale della banca rafforzata. Allo stesso tempo il broker ha riavviato la copertura su Monte dei Paschi di Siena con rating neutral e target price ridotto a 1 euro da 1,31 euro: i suoi rendimenti strutturalmente più bassi fanno dell’istituto senese il meno preferito tra le banche italiane, sebbene rimanga neutral in scia al ridotto rischio di ulteriori requisiti di capitale.