Banche del Ftse Mib vedono nero, l’incubo tassi ancora più negativi si avvicina
Archiviata la peggior settimana dal 2008, sui mercati cresce l’attesa di misure espansive di politica monetaria da parte delle principali banche centrali, in primis la Federal Reserve e la Bce, per contrastare gli effetti del diffondersi del coronavirus sull’economia globale. Gli investitori si aspettano che la Fed taglierà i tassi alla prossima riunione a metà marzo. Un taglio che potrebbe essere seguito da almeno altre due mosse simili entro fine anno. Venerdì il governatore della Fed, Jerome Powell, ha aperto le porte ad un taglio dei tassi a causa dei rischi crescenti per l’economia legati al Covid-19.
Focus anche sulla Bce che si riunirà il 12 marzo e sul mercato si è anche parlato dell’eventualità di riunioni straordinarie in anticipo da parte delle banche centrali, sulla falsariga di quanto successo nel 2008.
“Nonostante le recenti dichiarazioni di Christine Lagarde crediamo che l’istituto di Francoforte sia pronto ad agire con stimoli monetari per stabilizzare i mercati seguendo le manovre effettuate dalla PBoC”, rimarca Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia. Al momento la BCE è in una stance di “wait and see” ma potrà agire in caso di peggioramento delle condizioni economiche nel Vecchio Continente. “Riteniamo, tuttavia, che le azioni della BCE non saranno sufficienti a risolvere la crisi economica legata al coronavirus. Serviranno infatti anche stimoli fiscali da parte dei governi nazionali verso le imprese. Possibile un compromesso con la Commissione Europea per allargare i parametri del fiscal compact”, aggiunge Diodovich.
I brutti dati macro cinesi hanno inoltre rinfocolato le speculazioni su nuovi interventi da parte della People’s Bank of China.
Incertezza alta su prospettive per le banche
La prospettiva di nuovi tagli dei tassi, insieme ai contraccolpi dell’emergenza coronavirus per l’economia italiana, mette in ansia soprattutto il settore bancario, tra i più penalizzati nel corso della scorsa ottava. L’istituto REF ha previsto per l’Italia una possibile contrazione del PIL tra l’1% e il 3% tra il primo e il secondo trimestre 2020.
Dopo un tentativo timido di rimbalzo in avvio di giornata per Piazza Affari, le vendite sono tornate ad accanirsi soprattutto sulle banche con brevi sospensioni al ribasso per diversi titoli. Unicredit (-3,78% a 11,10 euro) e Intesa Sanpaolo (-1,27%) venerdì hanno reso noto rispettivamente uno e due casi di coronavirus tra i propri dipendenti. Peggio fanno Banco BPM (-5% a 1,88 euro), Bper (-3,95%) e UBI Banca che cede il 3,7% circa. Dai massimi del 19 febbraio, titoli quali Unicredit e Banco BPM hanno perso oltre il 20%.
La redditività delle banche è stata messa a dura prova in questi anni dai bassi tassi di interesse, con quelli sui depositi in negativo ormai da quasi 6 anni. L’11 giugno 2014 la BCE introdusse per la prima volta un tasso di interesse negativo sui depositi presso la Banca Centrale. Attualmente il tasso sui depositi nell’area euro è di 0,5 per cento.
(notizia aggiornata alle 10:06)