Notizie Notizie Mondo Banche centrali sempre più dovish, dollaro domina ed euro ai minimi dal 2017 dopo mosse BoJ e Riskbank

Banche centrali sempre più dovish, dollaro domina ed euro ai minimi dal 2017 dopo mosse BoJ e Riskbank

25 Aprile 2019 11:17

Il rallentamento globale mette in allerta le principali banche centrali creando i presupposti per un ulteriore accentuarsi delle politiche monetarie altamente accomodanti. Oggi al Bank of Japan ha fatto sapere che manterrà i tassi ai minimi fino alla primavera del 2020 di fronte a una inflazione che stenta ad alzarsi.

Le parole accomodanti della banca centrale giapponese hanno favorito la discesa dello yen nei confronti del dollaro, toccando i minimi 2019, dando una spinta sulla Borsa di Tokyo. In generale si conferma la forza del dollaro Usa sui mercati valutari alla luce della forza relativa dell’economia Usa.

Dollaro vola, euro ai minimi da maggio 2017

Il dollar Index, che misura il biglietto verde contro un paniere di sei valute principali, viaggia sui massimi a quasi 2 anni. Stesso dicasi per il cross tra dollaro ed euro con la valuta unica europea ai minimi da maggio 2017 (minimo intraday oggi a 1,1135 per l’euro/dollaro) complici anche i deboli dati di ieri su fiducia Germania e Francia.

Intanto oggi il Bollettino Economico della Bce conferma la previsione di una crescita economica debole per l’Eurozona nei prossimi mesi con gli ultimi dati che continuano a evidenziare una congiuntura debole “per effetto principalmente del rallentamento della domanda estera, accentuato da fattori specifici a livello di paese”.

Non solo BoJ, anche Riksbank tergiversa su prossimo aumento tassi

Sempre oggi è arrivato il messaggio dovish della banca centrale svedese che ha mantenuto invariato il costo del denaro con tassi negativi a -0,25%. La Riksbank prevede che il livello dei tassi rimarrà a questo livello un po’ più lungo rispetto a quanto previsto a febbraio. “Si prevede che il tasso repo sarà nuovamente aumentato verso la fine di quest’anno o all’inizio del prossimo, e che successivamente gli aumenti dei tassi si verificheranno a un ritmo un po’ più lento, rispetto alla valutazione di febbraio”, rimarca la banca centrale scandinava in una nota. La Riksbank motiva questa maggiore cautela nelLa politica monetaria con l’inflazione inaspettatamente bassa sia in Svezia che all’estero e l’incertezza sugli sviluppi globali.

Pil Corea cade e ‘chiama’ un futuro taglio dei tassi

Il mercato guarda anche alle prossime mosse della Bank of Korea (BoK) dopo l’inaspettata contrazione nell’economia sudcoreana e caduta del won. Il prodotto interno lordo è sceso dello 0,3 percento nel primo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, mentre le aspettative erano di un guadagno dello 0,3%. I dati hanno confermato che le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e il rallentamento della tecnologia stanno penalizzando l’economia della Corea che è molto dipendente dalle esportazioni.

Il won coreano, che già risulta la peggiore valuta asiatica in questo 2019 con un saldo di -3,6%, è sceso ulteriormente toccando i minimi da marzo 2017 contro il dollaro Usa.

Il debole PIL potrebbe spingere la banca centrale a una politica monetaria più accomodante. “Unito alla bassa inflazione, dovrebbe incoraggiare la BOK a rispondere con tassi più bassi”, rimarca Rob Carnell, capo economista Asia-Pacifico di ING Groep, che vede anche la possibilità di più di un taglio nel corso di quest’anno. Attualmente i tassi in Corea sono all’1,75%.